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OHi Mag Report Geopolitico nr. 172 Basandosi sull'analisi approfondita del saggio "Asia criminale: I Nuovi Triangoli d’Oro tra Scam City, armi, droga, pietre preziose ed esseri umani" di Emanuele Giordana e Massimo Morello, emerge un quadro complesso e allarmante delle nuove geografie del crimine nel Sud-est asiatico. Questo lavoro si propone di sintetizzare e analizzare tale scenario, strutturando il discorso in modo continuo e organico per offrire una lettura chiara, scientifica ed esaustiva. Introduzione Il Sud-est asiatico, da tempo crocevia di culture e commerci, è oggi l'epicentro di una profonda e inquietante trasformazione delle reti criminali globali. Il libro-inchiesta "Asia criminale" dei giornalisti Emanuele Giordana e Massimo Morello – corrispondente del Foglio per l’Estremo Oriente e analista del CESMAR - funge da guida indispensabile attraverso questa complessa realtà, sostenendo una tesi tanto audace quanto documentata: il tradizionale "Triangolo d'Oro", storicamente legato alla produzione di oppio tra Myanmar, Laos e Thailandia, ha subito una metastasi. Si è evoluto in un "Nuovo Triangolo d’Oro", un poligono criminale molto più vasto, sofisticato e interconnesso. Questa nuova geometria del malaffare non si limita più solo agli stupefacenti, ma ingloba un ecosistema illecito che spazia dalle vertiginose truffe online delle "Scam Cities" al traffico di armi, dal boom delle metanfetamine al commercio di pietre preziose e, in modo particolarmente drammatico, alla tratta di esseri umani ridotti a una moderna forma di schiavitù. Gli autori, attraverso un meticoloso lavoro di reportage sul campo e analisi geopolitica, svelano come queste attività siano indissolubilmente legate ai grandi conflitti etnici, alla corruzione endemica, all'impatto della globalizzazione e, soprattutto, all'influenza pervasiva e ambigua della Cina, i cui progetti infrastrutturali come la Belt and Road Initiative (BRI) diventano spesso, involontariamente o meno, le arterie su cui scorre questa nuova linfa criminale. I Fatti raccontati nel libro Il saggio di Giordana e Morello descrive con precisione chirurgica le manifestazioni concrete di questa nuova era criminale. Al centro del sistema si trovano le "Scam Cities", vere e proprie città-stato del cybercrimine come Shwe Kokko in Myanmar o le enclavi sorte a Sihanoukville in Cambogia. Queste non sono semplici call center, ma complessi urbani fortificati, spesso mascherati da Zone Economiche Speciali (ZES) legate a investimenti cinesi, dove decine di migliaia di persone, adescate con false promesse di lavoro, vengono schiavizzate. All'interno di questi "compound", le vittime sono costrette a perpetrare frodi online su scala globale, come la famigerata tecnica del "pig butchering", che mira a prosciugare i conti di ignare vittime in tutto il mondo, generando profitti per miliardi di dollari. Parallelamente, il traffico di droga si è evoluto. Sebbene la coltivazione dell'oppio stia vivendo una recrudescenza, spinta dall'instabilità politica in Myanmar, il mercato è ora dominato dalle droghe sintetiche, in particolare le metanfetamine. I laboratori, spesso situati in aree remote e controllate da milizie etniche o signori della guerra come nello Stato Shan, producono quantità industriali di stupefacenti che vengono poi immesse nei mercati regionali e globali. Il libro evidenzia come queste operazioni criminali siano facilitate da una corruzione sistemica che permea le istituzioni locali e nazionali, dove figure come il colonnello Saw Chit Thu in Myanmar o il magnate Zhao Wei in Laos operano in una zona grigia tra legalità e crimine, protetti da potenti connessioni politiche ed economiche. A questo si aggiungono il traffico di armi, che alimenta i numerosi conflitti regionali, il contrabbando di risorse naturali come la giada e le pietre preziose, e la piaga della tratta di esseri umani, che non si limita ai cyber-schiavi ma include anche lo sfruttamento di pescatori migranti e la persecuzione di minoranze vulnerabili come i Rohingya. Conseguenze Geopolitiche Le attività descritte non avvengono in un vuoto politico, ma si inseriscono e influenzano profondamente lo scacchiere geopolitico del Sud-est asiatico, una regione divenuta epicentro della competizione tra Stati Uniti e Cina. L'analisi di Giordana e Morello illustra come la Belt and Road Initiative (BRI) cinese, pur presentandosi come un grandioso progetto di sviluppo infrastrutturale, abbia creato delle vulnerabilità significative. Le Zone Economiche Speciali, concepite come motori di crescita, si sono spesso trasformate in enclavi senza legge, "zone criminali speciali" dove Pechino esercita un'influenza de facto ma fatica a imporre la legalità, come dimostra la tardiva repressione delle Scam Cities, avvenuta solo quando le vittime hanno iniziato a essere prevalentemente cittadini cinesi. Questa dinamica crea un paradosso: la Cina, che cerca stabilità per i suoi investimenti, si trova a dover gestire il caos generato da attori criminali, spesso di nazionalità cinese (legati alle Triadi), che sfruttano proprio le opportunità create dalla sua espansione economica. Dall'altra parte, gli Stati Uniti e i loro alleati guardano con preoccupazione a questa crescente influenza, cercando di rafforzare le partnership con i Paesi dell'ASEAN per controbilanciare il peso di Pechino. L'instabilità cronica, come il colpo di stato del 2021 in Myanmar e la conseguente guerra civile, diventa un fattore moltiplicatore di queste tensioni. Gruppi armati etnici, governi deboli e giunte militari trovano nel crimine organizzato una fonte di finanziamento essenziale per la propria sopravvivenza, rendendo la regione un mosaico complesso di alleanze mutevoli dove gli interessi criminali e quelli politici si sovrappongono costantemente, minando la stabilità e la sovranità degli stati e rendendo ardua qualsiasi soluzione diplomatica duratura. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico, l'emergere del "Nuovo Triangolo d'Oro" ha implicazioni profonde per tutti gli attori coinvolti. Per la Cina, la regione rappresenta sia un'opportunità che una minaccia esistenziale. Progetti come il porto in acque profonde di Kyaukphyu in Myanmar sono di vitale importanza strategica perché offrono un accesso diretto all'Oceano Indiano, permettendo di aggirare il cosiddetto "Dilemma di Malacca", ovvero la dipendenza dalle rotte marittime che attraversano lo Stretto di Malacca, un collo di bottiglia facilmente controllabile da potenze rivali. Tuttavia, la stessa instabilità che la Cina cerca di superare con le sue infrastrutture minaccia la fattibilità di questi progetti. L'"Operazione 1027", l'offensiva lanciata da un'alleanza di gruppi armati etnici contro la giunta birmana, ha di fatto bloccato i corridoi economici cinesi, dimostrando la fragilità dei suoi piani strategici in assenza di una reale pace. Per i Paesi della regione, come Cambogia, Laos e Myanmar, la strategia di accogliere massicci investimenti cinesi in cambio di una crescita economica accelerata si è rivelata un'arma a doppio taglio. Ha portato alla creazione di "Stati nello Stato", enclavi come il Kings Romans Casino di Zhao Wei in Laos, dove la sovranità nazionale è puramente nominale e le leggi sono dettate dai signori del crimine. Questa cessione di sovranità in cambio di benefici economici a breve termine crea dipendenza e corruzione, erodendo le fondamenta dello stato di diritto. Il concetto di "capitalismo dei compound", introdotto nel libro, descrive perfettamente questo modello predatorio: un sistema economico basato sullo sfruttamento estremo all'interno di fortezze chiuse, che opera parallelamente all'economia legale ma con un impatto devastante sul tessuto sociale e sulla sicurezza nazionale. Conseguenze Marittime Le dinamiche criminali e geopolitiche sulla terraferma si riflettono e si amplificano negli spazi marittimi circostanti, in particolare nel Mar Cinese Meridionale. Quest'area, rivendicata in gran parte dalla Cina in aperta disputa con diverse nazioni dell'ASEAN, non è solo ricca di risorse naturali, ma è soprattutto attraversata da alcune delle più importanti Linee di Comunicazione Marittima (SLOC) del mondo. Il controllo di queste rotte è cruciale per il commercio globale e per la sicurezza energetica di Pechino. L'assertività cinese, manifestatasi con la costruzione della "Grande Muraglia di Sabbia" (la militarizzazione di isole e atolli artificiali), ha alzato il livello della tensione, trasformando queste acque in un potenziale focolaio di conflitti. In questo scenario ad alta tensione prospera la criminalità marittima. Il libro descrive un mondo che va oltre la pirateria tradizionale, raccontando di "navi fantasma" e "flotte oscure" che cambiano nome e bandiera per eludere le sanzioni internazionali (ad esempio contro la Corea del Nord o per il petrolio russo), contrabbandare armi e praticare la pesca illegale su scala industriale. Quest'ultima attività è spesso legata a condizioni di lavoro disumane, con pescatori migranti intrappolati in un regime di semi-schiavitù. Inoltre, le rotte marittime sono utilizzate per il traffico di droga e di esseri umani, connettendo i centri di produzione e reclutamento dell'entroterra con i mercati finali. I cavi sottomarini in fibra ottica, dorsale della comunicazione globale, rappresentano un'ulteriore infrastruttura critica e vulnerabile, il cui sabotaggio potrebbe avere conseguenze catastrofiche, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alla sicurezza marittima della regione. Conseguenze per l'Italia Sebbene il saggio non si concentri direttamente sull'Italia, le implicazioni delle attività del "Nuovo Triangolo d'Oro" per il nostro Paese sono tutt'altro che trascurabili e si manifestano su più livelli. In primo luogo, l'Italia, come nazione del G7 e grande economia di trasformazione, ha un interesse strategico vitale nella stabilità delle rotte commerciali globali. L'Indo-Pacifico è l'epicentro del commercio marittimo mondiale e qualsiasi interruzione delle SLOC, sia a causa di conflitti geopolitici nel Mar Cinese Meridionale sia per attività di pirateria, avrebbe un impatto diretto sui costi di trasporto e sulla sicurezza degli approvvigionamenti per l'industria italiana. In secondo luogo, le reti criminali descritte sono transnazionali e i loro prodotti illeciti raggiungono l'Europa e l'Italia. Il flusso di droghe sintetiche, come le metanfetamine e il fentanyl, dal Sud-est asiatico rappresenta una minaccia concreta per la sicurezza e la salute pubblica nazionale. Storicamente, le organizzazioni criminali italiane, come Cosa Nostra, hanno avuto legami con i produttori del Triangolo d'Oro per il traffico di eroina. Oggi, la natura globalizzata di queste reti criminali suggerisce possibili e nuove saldature con le mafie nostrane per il riciclaggio di denaro e la distribuzione di stupefacenti. Infine, la minaccia del cybercrimine è globale. Le truffe online orchestrate dalle Scam Cities non conoscono confini e i cittadini italiani sono potenziali bersagli tanto quanto quelli di altri Paesi. Questo rende necessaria una sempre più stretta cooperazione internazionale di polizia, in cui l'Italia è già attiva. Esistono infatti iniziative di collaborazione bilaterale e multilaterale, anche con l'ASEAN, per rafforzare la lotta al cybercrime e alla criminalità economica transnazionale, a testimonianza della crescente consapevolezza che la sicurezza interna italiana è legata anche alla stabilità di regioni apparentemente lontane. Conclusioni In conclusione, l'analisi di Giordana e Morello tratteggia un Sud-est asiatico che è diventato un laboratorio delle più oscure dinamiche della globalizzazione. Il "Nuovo Triangolo d'Oro" non è solo una geografia del crimine, ma un vero e proprio sistema integrato dove economie illecite, strategie geopolitiche e vuoti di governance si alimentano a vicenda in una spirale perversa. Le Scam Cities, con la loro disumana logica del "capitalismo dei compound", rappresentano la punta più moderna e inquietante di un iceberg che affonda le sue radici nei conflitti irrisolti, nella corruzione e nelle profonde disuguaglianze della regione. L'influenza ambivalente della Cina, al contempo motore di sviluppo e catalizzatore involontario di attività criminali, e la rivalità con gli Stati Uniti definiscono un quadro di instabilità permanente, le cui onde d'urto si propagano a livello globale. Di fronte a un fenomeno così complesso e pervasivo, le risposte puramente nazionali o repressive si dimostrano inadeguate. La raccomandazione che emerge implicitamente dal testo è la necessità di un approccio multilivello e coordinato. È fondamentale rafforzare la cooperazione internazionale tra le forze di polizia e le agenzie di intelligence, come dimostrano le iniziative già in atto tra Italia e ASEAN, per tracciare i flussi finanziari illeciti e smantellare le reti transnazionali. Altrettanto cruciale è sostenere il lavoro delle organizzazioni non governative e dei giornalisti investigativi che portano alla luce queste realtà, spesso a rischio della propria vita. Infine, è indispensabile che la comunità internazionale, incluse l'Europa e l'Italia, sviluppi una strategia per l'Indo-Pacifico che non sia solo economica e militare, ma che ponga al centro il rispetto dei diritti umani, il sostegno allo stato di diritto e la lotta alla corruzione. Ignorare le tenebre che si addensano nel cuore dell'Asia non è un'opzione, poiché la loro ombra si proietta ormai su scala planetaria, minacciando la sicurezza e la stabilità di tutti. Riferimento: Giordana Emanuele e Morello Massimo, Asia Criminale: I Nuovi Triangoli d’Oro tra Scam City, armi, droga, pietre preziose ed esseri umani, Baldini e Castoldi, 2025. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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1 Commento
Manu
21/7/2025 18:37:54
Molto articolato e invitante. Davvero un ottimo articolo, Segnalo solo che il credit all'immagine di copertina del libro va a Monika Bulaj e non a Massimo Morello
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