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OHi Mag Report Geopolitico nr. 168 Introduzione In un panorama globale segnato dal ritorno della guerra ad alta intensità sul suolo europeo e dalla moltiplicazione delle crisi, la Francia ha delineato la propria visione futura attraverso la "Revue Nationale Stratégique 2025" (RNS 2025). Questo documento non è un semplice aggiornamento dottrinale, ma rappresenta una profonda e a tratti brutale ricalibrazione della postura strategica francese di fronte a un mondo percepito come inequivocabilmente più pericoloso. Con una lucidità quasi allarmante, l'analisi identifica la Russia come la principale minaccia esistenziale per l'Europa, prefigurando la possibilità concreta di un conflitto aperto nel cuore del continente entro il 2030. La risposta di Parigi è ambiziosa e totalizzante: la trasformazione della nazione in un'entità più resiliente, sostenuta da un'"economia di guerra" e pronta a esercitare il proprio potere militare. La RNS 2025 segna dunque l'abbandono definitivo delle illusioni post-Guerra Fredda e l'avvio di un riarmo materiale e morale dell'intera nazione. La presente analisi si propone di esaminare i contenuti di questo documento capitale, puntando alle conseguenze sul piano geopolitico, strategico e marittimo, con un'attenzione specifica alle ricadute per l'Italia, per poi concludere con una serie di riflessioni e raccomandazioni. I Fatti La "Revue Nationale Stratégique 2025" si fonda su una diagnosi impietosa del contesto internazionale. Il documento sancisce l'ingresso in una nuova era di competizione strategica, caratterizzata da una brutale politica di potenza e da minacce interconnesse che sfidano la sicurezza della Francia e dei suoi partner europei. Al centro di questa analisi vi è l'identificazione, esplicita e senza precedenti, della Russia come la minaccia principale e più imminente. La Federazione Russa è descritta come un attore revisionista che, attraverso la sua guerra di aggressione in Ucraina, ha moltiplicato le azioni ostili, tra cui intimidazioni, attacchi informatici su vasta scala, sabotaggi, spionaggio e campagne di disinformazione. La RNS 2025 va oltre, avvertendo che la minaccia più grave all'orizzonte del 2030 è quella di una "guerra aperta contro il cuore dell'Europa", un conflitto ad alta intensità che richiederebbe un impegno massiccio delle forze armate francesi e sarebbe accompagnato da attacchi ibridi sul territorio nazionale. Oltre alla minaccia russa, il documento elenca una serie di altre sfide strategiche. La Cina, con l'obiettivo dichiarato di diventare la prima potenza mondiale entro il 2049, alimenta una rivalità globale con gli Stati Uniti che si manifesta in ogni dominio. L'Iran costituisce il principale fattore di instabilità in Medio Oriente, con il rischio permanente di una guerra regionale. La proliferazione nucleare della Corea del Nord, sostenuta probabilmente da Mosca, e la competizione tra potenze nel continente africano, in particolare nel Sahel, rappresentano ulteriori focolai di crisi. La RNS sottolinea con preoccupazione il progressivo saldarsi dei legami tra queste potenze revisioniste (Russia, Cina, Iran, Corea del Nord), aumentando il rischio di una propagazione dei conflitti su scala globale. A questo quadro esterno si aggiungono le vulnerabilità interne: il ritorno della minaccia jihadista, l'espansione della criminalità organizzata, in particolare il narcotraffico, e la moltiplicazione di fenomeni di contestazione violenta che minano la coesione nazionale e i valori della Repubblica. La risposta francese a questo scenario è duplice: il "riarmo morale" della nazione per rafforzarne la resilienza e la transizione verso un'"economia di guerra" per garantire che l'apparato industriale possa sostenere uno sforzo bellico prolungato. L'ambizione finale per il 2030 è quella di una Francia "materialmente e moralmente armata" per affrontare e vincere, al fianco dei suoi alleati, una guerra ad alta intensità. Conseguenze Geopolitiche La RNS 2025 non si limita a una diagnosi, ma delinea un preciso posizionamento geopolitico per la Francia. Con questo documento, Parigi si candida in modo esplicito a diventare il perno della difesa europea e la principale potenza militare dell'Unione. Questa ambizione si fonda su due pilastri: la constatazione del progressivo disimpegno statunitense dall'Europa, con il "recentrage" strategico americano sull'Indo-Pacifico, e il possesso esclusivo, all'interno dell'UE, dell'arma nucleare. La RNS propone la costruzione di un "pilier européen de défense" (pilastro europeo di difesa) robusto all'interno dell'Alleanza Atlantica, un pilastro che la Francia intende guidare. In questo senso, l'offerta di estendere la propria dissuasione nucleare a garanzia degli interessi vitali europei rappresenta una mossa geopolitica di enorme portata, destinata a rimodellare le dinamiche interne sia all'UE che alla NATO, ponendo interrogativi complessi a partner come la Germania. Sul piano delle relazioni internazionali, il documento segna una rottura definitiva con la precedente politica francese di dialogo con la Russia, sposando appieno una logica di deterrenza e contenimento. Questa postura allinea Parigi alle posizioni dei Paesi dell'Europa orientale, rafforzandone il ruolo di garante della sicurezza del fianco Est, ma alza considerevolmente la posta in gioco in un'eventuale escalation. Allo stesso tempo, la Francia non rinuncia alle sue ambizioni globali. La RNS riafferma la necessità di proiettare influenza e difendere interessi nell'Indo-Pacifico, in Africa e in Medio Oriente. Tuttavia, la priorità assoluta accordata alla minaccia di un conflitto europeo ad alta intensità solleva interrogativi sulla sostenibilità di tale proiezione globale, evidenziando un potenziale rischio di "strategic overstretch" (sovraestensione strategica). La richiesta di approfondire e diversificare le cooperazioni internazionali è, in parte, il riconoscimento che la Francia non può agire da sola, ma è anche il segnale di una diplomazia che sarà sempre più assertiva e transazionale. La RNS 2025 disegna i contorni di una Francia che, pur continuando a promuovere formalmente il multilateralismo, è pronta ad agire unilateralmente o in coalizioni di volenterosi quando i suoi interessi fondamentali siano in gioco, posizionandosi come potenza d'equilibrio indispensabile per la stabilità del continente europeo. Conseguenze Strategiche Le implicazioni strategico-militari della RNS 2025 sono rivoluzionarie per la dottrina francese. Il documento segna il passaggio definitivo da un modello di forze armate orientato prevalentemente alla gestione delle crisi esterne e all'antiterrorismo, a uno concepito per affrontare e vincere una guerra interstatale ad alta intensità. Il fulcro di questa trasformazione è il concetto di "économie de guerre". Non si tratta di una metafora, ma di un obiettivo strategico concreto (il terzo degli undici elencati) che prevede di riorientare l'economia, le capacità industriali e le filiere produttive per rispondere ai bisogni delle forze armate in caso di conflitto su larga scala. Ciò implica un aumento sostanziale e duraturo dei bilanci della difesa, una pianificazione industriale centralizzata e un partenariato più stretto tra Stato e imprese, con l'obiettivo di garantire la sovranità produttiva in settori chiave e la capacità di sostenere uno sforzo bellico nel tempo. Accanto al riarmo materiale, la RNS pone un'enfasi senza precedenti sul "réarmement moral" della nazione (secondo obiettivo strategico). Si tratta di rafforzare la coesione e la resilienza della società francese di fronte alle avversità, che si tratti di un conflitto militare o di attacchi ibridi. Questo concetto implica la mobilitazione dell'intera nazione, la sensibilizzazione dei cittadini e in particolare dei giovani ai temi della difesa e della sicurezza, e la lotta contro le campagne di disinformazione che mirano a polarizzare e indebolire la società. Le quattro priorità strategiche delineate (difendere il territorio nazionale e la sua popolazione; difendere l'Europa; garantire gli interessi extra-europei; contribuire alla stabilità dell'Indo-Pacifico) disegnano un perimetro d'azione estremamente ambizioso. La sfida principale consisterà nel bilanciare le risorse tra la preparazione prioritaria per un conflitto europeo e il mantenimento di una presenza globale. Infine, la strategia pone un accento cruciale sulla capacità di agire nei campi ibridi (cyber, spazio informativo, diritto, economia), riconoscendo che i conflitti futuri non saranno combattuti solo sul piano militare, ma in tutti gli ambiti della competizione strategica, con l'obiettivo di scoraggiare e costringere gli avversari, in primis la Russia. Conseguenze Marittime Il dominio marittimo occupa una posizione centrale, sebbene talvolta implicita, nella nuova postura strategica francese. La pietra angolare della potenza navale di Parigi, riaffermata come primo obiettivo strategico, rimane la componente oceanica della dissuasione nucleare. I sottomarini lanciamissili balistici (SSBN) della Force Océanique Stratégique rappresentano la garanzia ultima della sovranità francese e la polizza assicurativa definitiva contro ogni minaccia esistenziale. Il loro costante rinnovamento tecnologico assorbe una quota significativa del budget navale e funge da motore per l'innovazione in tutto il settore. Tuttavia, le implicazioni della RNS 2025 vanno ben oltre la deterrenza. La preparazione a un conflitto ad alta intensità impone alla Marine Nationale di evolvere le proprie capacità per poter affrontare una battaglia navale contro un competitore di pari livello, come la Flotta russa. Ciò si traduce nella necessità di potenziare le capacità di guerra anti-sottomarina, anti-superficie e anti-aerea, dotando la flotta di piattaforme e sistemi d'arma all'avanguardia. La strategia francese proietta la sua dimensione marittima su scala globale. La sicurezza degli spazi comuni e delle vie di approvvigionamento è identificata come un interesse vitale. Per una nazione con la seconda Zona Economica Esclusiva più grande al mondo e con interessi commerciali globali, la protezione delle rotte marittime nel Mediterraneo, nell'Atlantico, nell'Oceano Indiano e nell'Indo-Pacifico è fondamentale. Questo si lega direttamente al contesto geopolitico: nel Mediterraneo, la presenza navale francese mira a controbilanciare l'influenza russa e a gestire l'instabilità regionale; nell'Indo-Pacifico, serve a proteggere i vasti territori d'oltremare e a contribuire a un ordine basato sulle regole di fronte all'ascesa della Cina. Inoltre, la RNS introduce esplicitamente la sicurezza dei fondali marini ("fonds marins") come nuovo campo di confronto, una lezione appresa da recenti episodi di sabotaggio a infrastrutture critiche come i cavi sottomarini per le telecomunicazioni e i gasdotti. La Marine Nationale, con i suoi asset strategici come la portaerei di nuova generazione, i sottomarini d'attacco e le fregate di ultima generazione, si conferma quindi come lo strumento privilegiato per la proiezione di potenza e il garante delle ambizioni globali delineate nel documento. Conseguenze per l'Italia Per l'Italia, la "Revue Nationale Stratégique 2025" francese rappresenta un documento di straordinaria importanza, le cui implicazioni devono essere analizzate con la massima attenzione. La strategia di Parigi è, per Roma, al contempo un'opportunità e una sfida complessa. Esistono evidenti aree di convergenza strategica. Anche l'Italia identifica nel Mediterraneo Allargato il proprio epicentro geostrategico ed è profondamente preoccupata dall'assertività russa e dall'instabilità sulla sponda sud. L'appello francese per la costruzione di un pilastro europeo di difesa più forte e autonomo risuona con le posizioni storicamente sostenute dall'Italia, che vede nell'integrazione della difesa europea un obiettivo irrinunciabile. La prospettiva di un'Europa più capace di agire autonomamente è, in linea di principio, un interesse condiviso. Tuttavia, emergono anche significative aree di potenziale frizione e competizione. La candidatura esplicita della Francia a leader di questo pilastro europeo, forte del suo status di potenza nucleare e del suo seggio permanente al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, potrebbe marginalizzare le ambizioni di altri attori chiave come l'Italia. Nel Mediterraneo, una politica estera e di difesa francese più assertiva potrebbe tradursi in una competizione per l'influenza in aree di interesse comune, come la Libia o il Sahel, rischiando di generare più rivalità che sinergia. Sul piano industriale, l'enfasi su un'"economia di guerra" e sul rafforzamento della base tecnologica europea può aprire la porta a collaborazioni fruttuose, sulla scia di progetti congiunti tra Fincantieri e Naval Group, ma porta con sé anche il rischio di un neocolbertismo francese, dove la "sovranità europea" viene interpretata primariamente come sovranità francese. La questione della dissuasione nucleare è particolarmente delicata: l'offerta francese di uno "scudo" europeo, sebbene allettante, porrebbe l'Italia in una posizione di dipendenza strategica da Parigi, alterando gli equilibri interni alla NATO, dove l'Italia partecipa già ai meccanismi di condivisione nucleare americani. La sfida per l'Italia è quindi quella di rispondere alla mossa francese non con passività, ma con una propria visione strategica chiara, rafforzando le proprie capacità militari e industriali per porsi come partner paritario e indispensabile, capace di dialogare con Parigi per costruire un'architettura di sicurezza europea che sia genuinamente inclusiva e non franco-centrica. Conclusioni In conclusione, la "Revue Nationale Stratégique 2025" è molto più di un documento programmatico: è il manifesto di una Francia che si prepara a un'era di confronti duri, abbandonando ogni residuo di compiacenza. Essa formalizza una transizione epocale verso una postura di potenza incentrata sulla deterrenza, sulla resilienza nazionale e sulla prontezza a combattere e vincere una guerra ad alta intensità. Parigi si posiziona come la nazione militarmente preminente in Europa, offrendo la propria leadership e il proprio ombrello nucleare in cambio di un'autonomia strategica europea che intende guidare. Questa visione, per quanto lucida, è irta di sfide, non ultima quella di bilanciare risorse limitate con ambizioni globali e di gestire le inevitabili frizioni con alleati e partner che potrebbero percepire questa assertività come una ricerca di egemonia. La RNS 2025 dovrebbe essere interpretata come un potente campanello d'allarme per tutte le nazioni europee, Italia in primis. Sottolinea l'urgenza non più procrastinabile di investire seriamente nella difesa, di rafforzare la resilienza delle nostre società contro le minacce ibride e di definire con chiarezza quale futuro desideriamo per la sicurezza del nostro continente. Per l'Italia, in particolare, la strategia francese impone una risposta proattiva e strategica. È essenziale che Roma definisca con altrettanta chiarezza i propri interessi nazionali, acceleri il processo di ammodernamento del proprio strumento militare e si impegni in un dialogo franco e costruttivo con Parigi. L'obiettivo deve essere quello di contribuire a un pilastro della difesa europea che sia equilibrato e policentrico, specialmente nel Mediterraneo, dove la cooperazione italo-francese non è un'opzione, ma una necessità strategica per la stabilità dell'intera Europa. Riferimento. République Française, Secrétariat général de la défense et de la sécurité nationale (SGDSN), Revue Nationale Stratégique 2025, www.sgdsn.gouv.fr, 2025 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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