OHi Mag Report Geopolitico nr. 156 Fonte di Riferimento:
Introduzione Il volto della guerra navale sta subendo una trasformazione radicale, guidata non tanto da nuove piattaforme quanto da una rivoluzione silenziosa e digitale nel campo dell'addestramento. Al centro di questo cambiamento epocale, come documentato da un'approfondita serie di analisi tecniche sul sito specializzato navylookout.com, si colloca la Royal Navy britannica, che sta investendo in modo massiccio in un nuovo paradigma formativo basato su "spazi di battaglia sintetici" e "gemelli digitali". Questa nuova ondata tecnologica, incarnata dal sistema MIMESIS di BAE Systems e dal programma SPARTAN della marina, non si limita a perfezionare le simulazioni esistenti, ma mira a creare un ambiente virtuale iper-realistico in cui i sistemi di combattimento reali interagiscono con minacce simulate con una fedeltà senza precedenti. L'obiettivo è forgiare una forza navale più flessibile, letale e adattabile, in grado di affrontare le minacce del XXI secolo prima ancora di salpare. Questo saggio si propone di analizzare in profondità i dettagli tecnici di questa innovazione, per poi esplorarne le vaste e complesse conseguenze a livello geopolitico, strategico, marittimo e, infine, le implicazioni per un alleato chiave come l'Italia, delineando il profilo di una nuova era per il potere navale. I fatti raccontati da Navy Lookout La base di questa rivoluzione addestrativa è la creazione di un ambiente sintetico avanzato costruito attorno ai "gemelli digitali" bellici (warfare digital twins). Come descritto su navylookout.com, il sistema MIMESIS di BAE Systems rappresenta il cuore tecnologico di questo approccio. A differenza dei simulatori tradizionali, che offrono un'approssimazione del comportamento dei sistemi, MIMESIS integra il codice operativo e il software dei sistemi di combattimento reali all'interno di una rete sintetica. Ciò significa che i sensori, i sistemi di comando e le armi vengono stimolati come se stessero vivendo una minaccia reale. Il gemello digitale di una fregata Type 23 o di un cacciatorpediniere Type 45 non è un semplice modello 3D, ma una replica fedele che esegue lo stesso software dei radar, dei sonar o dei sistemi di gestione del combattimento (CMS) della nave vera. L'ambiente sintetico "inganna" il software facendogli credere di trovarsi in mare, reagendo a minacce simulate con un comportamento identico a quello che avrebbe in una situazione operativa reale. Questo permette di simulare l'intera "kill chain", dal rilevamento all'ingaggio, con un livello di realismo irraggiungibile dai metodi tradizionali. La validità del concetto è stata dimostrata nel 2023 durante un'esercitazione a Portsmouth, dove le sale operative della portaerei HMS Queen Elizabeth e delle sue navi di scorta HMS Kent e HMS Diamond sono state messe in rete tramite MIMESIS, addestrandosi congiuntamente in uno scenario interamente sintetico pur essendo ormeggiate in porto. In parallelo, la Royal Navy sta sviluppando la sua visione strategica sotto il nome di Progetto SPARTAN. Non si tratta di un singolo prodotto, ma di un programma a lungo termine per trasformare l'addestramento collettivo della flotta di superficie, fondendo risorse reali e virtuali. SPARTAN è organizzato in quattro fasi (Tranche). La prima, già finanziata e in corso, si concentra sull'addestramento a terra degli stati maggiori (battle staff) per gestire formazioni complesse come un gruppo da battaglia di una portaerei (Carrier Strike Group - CSG), con l'obiettivo di raggiungere la piena capacità operativa nel 2028. Le fasi successive mirano a creare un hub sintetico per l'addestramento collettivo, a implementare una capacità di addestramento a bordo (Platform Enabled Training Capability - PETC) che consenta alle navi in navigazione di addestrarsi in scenari virtuali senza interferire con le operazioni reali, e infine a integrare pienamente simulatori a terra e in mare, velivoli e sistemi alleati. Questo approccio è supportato da un'architettura software aperta (Shared Infrastructure), che consente aggiornamenti rapidi e l'integrazione di "app" sviluppate da terze parti, garantendo un'evoluzione continua e a costi ridotti. Conseguenze Geopolitiche L'adozione di questa tecnologia proietta l'immagine di una Royal Navy e, per estensione, del Regno Unito, come nazione tecnologicamente all'avanguardia e pienamente capace di affrontare le minacce contemporanee. In un'arena globale caratterizzata da una crescente competizione tra potenze, la capacità di addestrarsi in modo realistico, ripetuto e a basso costo contro minacce di alto livello (come missili ipersonici o sciami di droni, difficilmente replicabili dal vivo) funge da potente deterrente. Comunica a potenziali avversari un livello di preparazione e letalità che va oltre il semplice numero di piattaforme possedute. La capacità di simulare operazioni in aree geopoliticamente sensibili, come il Mar Rosso o il Mar Cinese Meridionale, senza dover dispiegare fisicamente le navi, permette di preparare gli equipaggi riducendo al contempo i rischi di escalation involontaria. Inoltre, questa architettura di addestramento sintetico è intrinsecamente collaborativa. Esercitazioni come "Virtual Warrior" hanno già dimostrato la capacità di integrare unità alleate, come un cacciatorpediniere americano di classe Arleigh Burke, all'interno dello stesso ambiente virtuale. In futuro, questo modello permetterà esercitazioni multinazionali complesse in cui le navi di diverse nazioni potranno addestrarsi insieme connettendosi via satellite dai loro porti di origine o mentre sono in navigazione in diverse parti del mondo. Ciò rafforza enormemente la coesione e l'interoperabilità all'interno di alleanze come la NATO. La standardizzazione dei protocolli e delle architetture aperte diventa un pilastro della difesa collettiva, consentendo agli alleati di sviluppare tattiche, tecniche e procedure comuni in un ambiente sicuro e controllato. Per il Regno Unito, posizionarsi come leader in questo settore significa rafforzare il proprio ruolo di perno all'interno delle alleanze occidentali, offrendo una piattaforma addestrativa avanzata che attira la partecipazione e la collaborazione internazionale. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico, il cambiamento più significativo è il drastico aumento della prontezza operativa. Tradizionalmente, un gruppo navale necessitava di un periodo di "shakedown" in mare per amalgamare gli equipaggi e affinare le procedure. Grazie a esercitazioni come "Virtual Warrior", questo processo di integrazione avviene a terra, prima della partenza. Come evidenziato da navylookout.com, il Carrier Strike Group britannico ha potuto raggiungere la piena coesione e procedere verso un'esercitazione complessa nel Mediterraneo appena una settimana dopo aver lasciato Portsmouth, un tempo prima impensabile. Questa capacità di raggiungere il picco operativo più rapidamente si traduce in una forza più reattiva e disponibile. Un altro vantaggio strategico risiede nella capacità di apprendimento e adattamento accelerati. Ogni interazione nell'ambiente sintetico può essere registrata, analizzata e rivista. Gli errori possono essere corretti e gli scenari ripetuti con leggere variazioni per testare diverse risposte tattiche. Le lezioni apprese su una nave possono essere rapidamente integrate nel gemello digitale e distribuite all'intera flotta, creando un ciclo di miglioramento continuo e molto più rapido rispetto al passato. Questo abilita anche lo "sviluppo a spirale" di future piattaforme. Nuovi sistemi d'arma, radar o software, come quelli previsti per i futuri cacciatorpediniere Type 83, possono essere testati e ottimizzati sul gemello digitale prima ancora che venga posata la prima chiglia, informando le decisioni di approvvigionamento, riducendo i rischi tecnologici e accorciando i tempi di sviluppo. L'uso dell'Intelligenza Artificiale, come il monitoraggio dei "pattern of life" per identificare comportamenti anomali nel traffico marittimo, può essere integrato e testato in questo ambiente, preparando la marina a gestire flussi di dati enormi e a prendere decisioni più rapide e accurate. Conseguenze Marittime Per le operazioni navali quotidiane, le implicazioni sono profonde e trasformative. La capacità di condurre addestramenti complessi mentre la nave è in transito o persino in manutenzione (PETC) rivoluziona l'uso del tempo. Una fregata in navigazione nell'Atlantico può addestrarsi a difendersi da un attacco missilistico nel Mar Rosso, mantenendo la massima prontezza per il teatro operativo di destinazione. Questo non solo massimizza l'efficienza addestrativa, ma riduce anche in modo significativo i costi e l'usura delle piattaforme reali. Lanciare missili, impiegare aerei e muovere intere flotte per esercitazioni dal vivo ha costi proibitivi e un impatto logistico enorme. L'ambiente sintetico annulla queste limitazioni. Inoltre, permette di praticare tattiche altamente classificate senza il rischio di essere osservati da potenziali avversari. La tecnologia influisce anche sul lavoro sul ponte di comando. L'esempio degli occhiali a realtà aumentata Microsoft HoloLens, testati per l'Ufficiale di Guardia, mostra come i dati dei sensori della nave possano essere sovrapposti direttamente al suo campo visivo. L'ufficiale può vedere informazioni su altre navi, aerei o punti di interesse senza dover distogliere lo sguardo dal mondo esterno per guardare una console, migliorando drasticamente la consapevolezza situazionale e la velocità decisionale. Si tratta di un'integrazione uomo-macchina che ridefinisce le operazioni di base. L'intera filosofia si basa su quello che navylookout.com definisce un modello "evergreen": per ogni nave esiste un gemello digitale centrale, costantemente aggiornato in linea con la configurazione reale dell'unità. Ogni modifica hardware o software viene prima testata e validata sul gemello, de-rischiando l'integrazione sulla nave fisica e garantendo che l'addestramento sia sempre perfettamente allineato con le capacità reali della piattaforma. Conseguenze per l'Italia Sebbene gli articoli analizzati non menzionino direttamente l'Italia, le conseguenze per la Marina Militare e per l'industria della difesa nazionale sono chiare e dirette. In qualità di membro fondatore della NATO e di principale potenza marittima nel Mediterraneo, l'Italia opera costantemente a fianco della Royal Navy e di altre marine alleate. L'avanzamento tecnologico britannico stabilisce un nuovo standard di interoperabilità. Per partecipare efficacemente alle future esercitazioni e operazioni congiunte, che saranno sempre più basate su queste reti sintetiche, la Marina Militare dovrà dotarsi di capacità analoghe. L'alternativa è il rischio di un declassamento operativo, venendo relegati a un ruolo secondario in coalizioni tecnologicamente avanzate. Questa è sia una sfida che un'opportunità per l'industria della difesa italiana. Aziende come Leonardo e Fincantieri, che sono i pilastri del sistema di combattimento navale italiano, si trovano di fronte alla necessità di accelerare lo sviluppo di tecnologie simili, dai sistemi di gestione del combattimento basati su architetture aperte ai propri ambienti di simulazione e gemelli digitali. La collaborazione con partner europei, inclusa BAE Systems, potrebbe diventare cruciale per condividere costi e know-how, garantendo che le future piattaforme navali europee, come i cacciatorpediniere del programma Horizon o le fregate FREMM, possano evolvere lungo un percorso comune. Il Mediterraneo, con la sua complessità e la vicinanza di molteplici attori statali e non statali, è un teatro ideale per l'applicazione di queste metodologie addestrative, che permettono di simulare scenari complessi e di prepararsi a un ambiente operativo imprevedibile. L'Italia non può permettersi di rimanere indietro in questa corsa all'innovazione, pena la perdita di rilevanza strategica e industriale nel settore navale. Conclusioni In definitiva, l'investimento della Royal Navy negli spazi di battaglia sintetici e nei gemelli digitali non rappresenta un semplice aggiornamento tecnologico, ma un profondo cambiamento di paradigma strategico, operativo e culturale. Come emerge chiaramente dall'analisi di navylookout.com, i benefici sono immensi: maggiore realismo ed efficacia addestrativa, riduzione dei costi e dei rischi, accelerazione dello sviluppo di nuove capacità e un significativo miglioramento della prontezza operativa e dell'interoperabilità con gli alleati. Questa transizione digitale permette di forgiare marinai e comandanti in grado di dominare la complessità della guerra moderna, offrendo un vantaggio competitivo decisivo. Tuttavia, il successo di questa rivoluzione non è scontato. Gli stessi articoli evidenziano che gli ostacoli maggiori non sono di natura tecnica, bensì strutturale e culturale all'interno della stessa Marina. Per capitalizzare appieno questo potenziale, è fondamentale che la leadership militare e politica, non solo nel Regno Unito ma anche in nazioni alleate come l'Italia, adotti una visione olistica. La raccomandazione principale è di superare i "silos" organizzativi tra chi si occupa di generazione delle forze, addestramento e sviluppo delle capacità, per creare una governance coerente che guidi il programma. È essenziale investire non solo nella tecnologia, ma anche nella formazione del personale che dovrà gestire e sfruttare questi nuovi strumenti. Infine, è cruciale insistere su architetture aperte e standard comuni a livello di alleanza. Solo così il campo di battaglia sintetico potrà diventare un vero spazio di addestramento collettivo per la NATO, trasformando una rivoluzione nazionale in un vantaggio strategico per l'intero Occidente e garantendo che le nostre marine rimangano un passo avanti rispetto alle minacce del futuro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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