OHi Mag Report Geopolitico nr. 151 Introduzione Nel cuore della potenza navale americana, negli ultimi dieci anni, si è consumata una rivoluzione tanto silenziosa quanto profonda. La sua genesi non risiede in nuove, avveniristiche piattaforme navali, ma in un cambiamento culturale e intellettuale volto a riaffermare il primato tattico della flotta di superficie. Questo saggio, traendo spunto da una ricca raccolta di articoli e interviste pubblicata dal Center for International Maritime Security (CIMSEC) in occasione del decimo anniversario della sua fondazione, analizza la nascita, lo sviluppo e l'impatto del Naval Surface and Mine Warfighting Development Center (SMWDC). Istituito nel 2015, lo SMWDC è emerso come l'architetto di una rinascita, un catalizzatore che ha trasformato un approccio burocratico alla prontezza operativa in una cultura ossessionata dall'eccellenza bellica, riassunta nel motto "Warfighting First". Partendo dalla cronaca dei fatti descritti nelle fonti, questa analisi si propone di esplorare le conseguenze a cascata di questa riforma. Verranno esaminate le implicazioni geopolitiche, strategiche e marittime di avere una marina di superficie più letale e competente, per poi focalizzarsi sulle ripercussioni specifiche per un alleato chiave come l'Italia. L'obiettivo è dipingere un quadro esaustivo di come l'investimento strategico nel capitale umano e nella dottrina possa ridefinire gli equilibri globali. I Fatti Per comprendere l'importanza dello SMWDC, è necessario partire dal contesto che ne ha reso necessaria la creazione. Come emerge dalle analisi, in particolare dal richiamo di un articolo del 1993, la marina di superficie statunitense (Surface Navy), dopo la fine della Guerra Fredda, aveva progressivamente perso la sua acutezza tattica. L'assenza di un avversario paritetico in mare aperto aveva spostato il focus sulla proiezione di potenza verso terra e su missioni di sicurezza a più bassa intensità. Il ciclo di addestramento era diventato un esercizio amministrativo, una serie di "caselle da spuntare" per ottenere una certificazione, piuttosto che un percorso deliberato verso la maestria nel combattimento navale di alto livello. La riemersione della competizione tra grandi potenze, con la Cina e la Russia che sviluppavano capacità in grado di contestare il controllo del mare alla US Navy, ha reso questa atrofia tattica un rischio strategico inaccettabile. La risposta, ispirata al successo decennale della scuola per piloti da caccia TOPGUN, fu la creazione dello SMWDC nel 2015. Il cuore pulsante di questa riforma è il programma Warfare Tactics Instructor (WTI). I WTI sono ufficiali di superficie, tipicamente giovani e brillanti, selezionati per diventare i massimi esperti di tattica in specifiche aree di combattimento: difesa aerea e missilistica integrata (IAMD), guerra anti-sottomarina e di superficie (ASW/SUW), guerra anfibia (AMW) e, più tardi, guerra di mine (MIW). Essi incarnano l'ethos di "Guerrieri, Pensatori, Insegnanti". Dopo un intenso corso di formazione, questi ufficiali svolgono un "production tour" durante il quale mettono a frutto la loro esperienza per elevare il livello dell'intera flotta. Il loro impatto si manifesta attraverso le quattro linee operative principali dello SMWDC: addestramento tattico avanzato; sviluppo di dottrina e TTP (Tattiche, Tecniche e Procedure); supporto operativo diretto ai comandanti; e valutazione delle capacità e dei requisiti futuri. Lo strumento principale per l'addestramento avanzato è il Surface Warfare Advanced Tactical Training (SWATT). Si tratta di esercitazioni complesse che, come sottolineato da diversi comandanti intervistati, non sono eventi di certificazione. Al contrario, sono ambienti di apprendimento protetti, dove gli equipaggi sono incoraggiati a sperimentare, commettere errori e imparare da essi senza il timore di un fallimento formale. Il metodo cardine è il ciclo PBED (Plan, Brief, Execute, Debrief). Ogni evento è meticolosamente pianificato, presentato all'equipaggio, eseguito e, soprattutto, analizzato in un debriefing dettagliato. Grazie a sofisticati strumenti di replay che mostrano la "verità oggettiva" di ciò che è accaduto, si eliminano le ambiguità e si promuove un'autovalutazione onesta e critica. Questa cultura dell'umiltà e dell'apprendimento continuo è forse il cambiamento più radicale introdotto dallo SMWDC. Nel corso dei suoi primi dieci anni, il centro si è evoluto. Le scuole per WTI, inizialmente sparse, sono state consolidate nella Surface Advanced Warfighting School (SAWS) a San Diego, per standardizzare e migliorare la formazione, favorendo la collaborazione tra le diverse discipline. L'analisi dei dati raccolti durante le esercitazioni, attraverso il Data Analytics Working Group (DAWG), ha creato un ciclo virtuoso di feedback: le performance operative informano lo sviluppo di nuove TTP, che vengono poi validate in esercitazioni successive e insegnate ai nuovi WTI. Questo processo ha ridotto drasticamente i tempi di adattamento della flotta. Un esempio lampante, citato da RDML Wilson Marks, è la capacità di processare le lezioni apprese in combattimento reale nel Mar Rosso e di trasformarle in raccomandazioni tattiche e scenari addestrativi in poche settimane, non anni. Infine, con la creazione del Surface Requirements Group (SURFRG), i WTI sono ora profondamente coinvolti nel definire i requisiti per i futuri sistemi d'arma, assicurando che la tecnologia risponda a reali esigenze tattiche. Il successo del programma è visibile anche nelle carriere degli ufficiali: indossare il "patch" WTI è diventato un segno di eccellenza, con tassi di selezione per ruoli di comando significativamente più alti della media. Conseguenze Geopolitiche La rinascita tattica della flotta di superficie statunitense, orchestrata dallo SMWDC, produce conseguenze geopolitiche di vasta portata che si estendono ben oltre le dinamiche interne della US Navy. L'effetto più diretto e significativo è il rafforzamento della deterrenza. In un'era definita dalla competizione strategica con potenze revisioniste come la Cina e la Russia, la capacità percepita di una nazione di prevalere in un conflitto è la chiave per evitarlo. Una US Navy le cui navi sono manovrate da equipaggi più competenti, sicuri e letali, in grado di eseguire tattiche complesse in ambienti ad alta minaccia, innalza drasticamente il costo potenziale di un'aggressione. Per Pechino, la prospettiva di affrontare una flotta di superficie americana capace di operare efficacemente all'interno delle sue bolle A2/AD (Anti-Access/Area Denial) e di infliggere danni significativi alla Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione, rende molto più rischiosa qualsiasi avventura militare, ad esempio contro Taiwan. Analogamente, una rinnovata competenza nella guerra anti-sottomarina (ASW) complica i calcoli strategici di Mosca, i cui sottomarini rappresentano una delle principali minacce alla stabilità nell'Atlantico del Nord e nel Mediterraneo. In secondo luogo, la competenza tattica rinvigorisce la credibilità delle alleanze americane. Nazioni come il Giappone, la Corea del Sud, le Filippine e i membri della NATO fondano la loro sicurezza sulla garanzia ultima fornita dagli Stati Uniti. La forza di questa garanzia non risiede solo nel numero di navi o aerei, ma nella loro efficacia reale in combattimento. La storia dello SMWDC è una narrazione potente che contrasta le tesi di un declino americano; dimostra un impegno concreto e un successo misurabile nel mantenere un vantaggio militare qualitativo. Per gli alleati, sapere che le navi americane con cui operano sono ai vertici della competenza tattica rende l'ombrello di sicurezza statunitense più tangibile e affidabile. Questo, a sua volta, consolida la coesione delle alleanze, riduce le tentazioni di alcuni partner di cercare accomodamenti con le potenze rivali e fornisce una base più solida per una difesa collettiva. Infine, una maggiore capacità militare si traduce in un maggiore peso diplomatico. Quando i diplomatici statunitensi negoziano su questioni che vanno dal commercio internazionale alla non proliferazione nucleare, la forza militare della nazione è una componente implicita ma fondamentale della loro leva. La capacità dimostrata dalla US Navy di garantire la libertà di navigazione nei mari contesi, di proteggere le rotte commerciali globali e di proiettare potenza in modo credibile, conferisce maggiore autorevolezza alla posizione americana nel consesso delle nazioni. La rivoluzione SMWDC, quindi, non è solo un affare militare, ma un investimento strategico che produce dividendi geopolitici, contribuendo a plasmare un ordine internazionale più stabile e favorevole agli interessi degli Stati Uniti e dei loro alleati. Conseguenze Strategiche Le implicazioni strategiche della riforma guidata dallo SMWDC sono altrettanto profonde e trasformative, poiché cambiano non solo l'efficacia delle singole unità, ma il modo stesso in cui la Marina può concepire e condurre le operazioni militari. La conseguenza più importante è l'abilitazione pratica di nuovi concetti operativi come le Operazioni Marittime Distribuite (DMO - Distributed Maritime Operations). Questo concetto prevede di disperdere la forza navale su un'area più vasta per aumentare la sopravvivenza e complicare il targeting avversario, mantenendo al contempo la capacità di concentrare la potenza di fuoco in modo coordinato. Una simile strategia è realizzabile solo se gli equipaggi possiedono un elevatissimo livello di competenza tattica, fiducia nei propri sistemi e capacità di operare con un alto grado di autonomia, pur rimanendo perfettamente integrati nella rete di comando e controllo. I WTI, con la loro profonda conoscenza della dottrina e la loro capacità di addestrare le squadre di plancia a questo livello, sono i veri abilitatori di questa visione strategica. Un'altra conseguenza strategica cruciale è l'accelerazione del ciclo di innovazione istituzionale. Lo SMWDC ha creato un meccanismo di apprendimento organizzativo senza precedenti. Il ciclo che va dall'esecuzione di un'esercitazione SWATT, alla raccolta e analisi dei dati tramite il DAWG, alla rapida revisione delle TTP, fino all'integrazione di queste lezioni nei corsi della SAWS, permette alla Marina di adattarsi a nuove minacce e tecnologie a una velocità prima impensabile. Questo accorcia drasticamente il "ciclo OODA" (Osserva, Orienta, Decidi, Agisci) a livello strategico. Di fronte a un avversario che introduce una nuova tattica o un nuovo sistema d'arma, la US Navy è ora in grado di sviluppare, testare e diffondere una contromisura efficace in tutta la flotta in tempi rapidissimi, come dimostrato dalla risposta alle minacce nel Mar Rosso. Questa agilità adattiva è un vantaggio strategico fondamentale nella competizione a lungo termine. Inoltre, l'investimento nel capitale umano rappresentato dai WTI costituisce un vantaggio strategico duraturo. Creando un'intera generazione di ufficiali che sono esperti tattici fin dalle prime fasi della loro carriera, la Marina sta costruendo una riserva di leadership e di pensiero critico che pagherà dividendi per decenni. Man mano che questi ufficiali saliranno ai vertici della catena di comando, la cultura "Warfighting First" e l'approccio analitico e basato sui dati diventeranno la norma, permeando l'intera istituzione. Questo cambia la qualità del processo decisionale a tutti i livelli, dai comandanti di nave ai vertici dell'Ammiragliato. Infine, come evidenziato da RDML Marks, in caso di conflitto su larga scala, lo SMWDC si trasformerebbe da centro di addestramento a centro di supporto operativo diretto, fornendo consulenza tattica in tempo reale alle forze dispiegate. Questo rende il centro una riserva strategica di "potere cerebrale" tattico, pronta a essere impiegata per risolvere i problemi più complessi del campo di battaglia. Conseguenze Marittime A livello puramente marittimo, l'impatto dello SMWDC si traduce in una rinnovata e tangibile capacità di esercitare il controllo del mare (Sea Control). Questo concetto, che era stato il fulcro della strategia navale durante la Guerra Fredda ma che si era affievolito negli anni successivi, è tornato a essere centrale. Il controllo del mare è la condizione essenziale che permette a una marina di svolgere tutte le altre sue missioni: dalla proiezione di potenza, al supporto delle forze a terra, alla protezione delle linee di comunicazione marittime. La competenza tattica infusa dallo SMWDC permette alle navi di superficie di confrontarsi con avversari sofisticati e prevalere, garantendo così il controllo di aree marittime vitali. Questo si manifesta in diversi domini specifici della guerra navale. Nella guerra anti-som e di superficie (ASW/SUW), la formazione di WTI specializzati e l'enfasi su scenari realistici durante le SWATT hanno permesso di affinare le capacità contro le minacce più insidiose, come i moderni sottomarini a propulsione silenziosa e gli sciami di piccole imbarcazioni d'attacco veloci. La capacità di analizzare onestamente le proprie performance, è cruciale in una disciplina complessa come l'ASW, dove l'errore può essere fatale. Nel campo della difesa aerea e missilistica integrata (IAMD), il lavoro dello SMWDC è stato forse il più visibile, specialmente alla luce degli eventi nel Mar Rosso. La capacità delle navi americane di abbattere dozzine di droni e missili ostili non è solo una testimonianza della qualità dei sistemi Aegis, ma soprattutto della preparazione degli equipaggi. I WTI IAMD hanno sviluppato e diffuso le TTP che permettono alle squadre di combattimento di gestire scenari di saturazione complessi, discriminare le minacce e ottimizzare l'uso delle armi a disposizione. Questa competenza garantisce la sopravvivenza di asset di alto valore come le portaerei e permette alla flotta di operare sotto minaccia. Inoltre, la rinascita tattica sta consentendo alla flotta di superficie di sfruttare appieno una nuova generazione di armi offensive a lungo raggio, come il Maritime Strike Tomahawk e l'SM-6 in modalità anti-nave. Come sottolineato, lo SMWDC è responsabile dello sviluppo delle dottrine d'impiego per queste nuove capacità, assicurando che le azioni in mare avvengano in maniera integrata in concetti operativi efficaci. Questo restituisce alla flotta di superficie un ruolo primario nella proiezione di potenza offensiva in mare, trasformando ogni cacciatorpediniere e incrociatore in una minaccia letale per le flotte avversarie a grande distanza. Infine, la maggiore competenza e fiducia permette alla US Navy di condurre Operazioni per la Libertà di Navigazione (FONOPs) in modo più assertivo e credibile, sfidando le rivendicazioni marittime illegittime e sostenendo il principio di un mare libero e aperto, fondamento dell'ordine globale. Conseguenze per l'Italia e per la M.M. Le profonde trasformazioni in atto nella US Navy hanno implicazioni dirette e positive per l'Italia, sia come membro cardine della NATO sia come nazione mediterranea i cui interessi di sicurezza ed economici sono intrinsecamente legati al mare. La prima e più ovvia conseguenza è il rafforzamento della sicurezza collettiva nell'area Euro-Atlantica e, in particolare, nel Mediterraneo. La Sesta Flotta statunitense, che opera in queste acque, beneficia direttamente della rivoluzione SMWDC. Navi più competenti e letali costituiscono un deterrente più efficace contro l'assertività navale russa nel Mediterraneo e contribuiscono a garantire la stabilità in una regione caratterizzata da archi di crisi, dal Nord Africa al Levante. Per l'Italia, la cui sicurezza dipende dalla stabilità del "Mediterraneo allargato", avere un partner americano più forte significa una maggiore sicurezza lungo i propri confini marittimi meridionali e la protezione delle vitali linee di comunicazione marittima che attraversano il bacino. In secondo luogo, la standardizzazione dell'eccellenza tattica all'interno della US Navy migliora sensibilmente l'interoperabilità con la Marina Militare. Le due marine operano regolarmente fianco a fianco in esercitazioni come Mare Aperto e nelle missioni NATO. Lavorare con un partner la cui dottrina è chiara, le cui procedure sono affinate e i cui equipaggi sono addestrati secondo i più alti standard rende le operazioni congiunte più fluide, sicure ed efficaci. La cultura del debriefing onesto e basato sui dati, promossa dallo SMWDC, può influenzare positivamente anche le dinamiche delle forze congiunte, portando a un apprendimento collettivo più rapido. La prevedibilità e l'affidabilità di un alleato tatticamente superiore sono un moltiplicatore di forza per l'intera Alleanza. Forse la conseguenza più interessante per l'Italia è la possibilità di vedere nello SMWDC un modello di successo da studiare e, potenzialmente, adattare. La Marina Militare, come tutte le marine moderne, affronta la sfida costante di mantenere un vantaggio qualitativo e di coltivare l'eccellenza tattica. Il percorso dello SMWDC offre una chiara "roadmap": la creazione di un centro di sviluppo bellico dedicato, l'investimento in una élite di ufficiali specializzati (i WTI), l'empowerment dei quadri più giovani, l'adozione di un approccio all'addestramento focalizzato sull'apprendimento dall'errore e la creazione di un ciclo di feedback rapido tra operazioni, dottrina e tecnologia. La Marina potrebbe trarre ispirazione da questo modello per rafforzare i propri centri di eccellenza, come il Centro di Addestramento Aeronavale (MARICENTADD), e per sviluppare percorsi di carriera che premino e coltivino la competenza tattica. Infine, una US Navy che innova rapidamente nel campo della dottrina e della tecnologia rappresenta per l'Italia un'importante fonte di conoscenza, facilitando uno scambio di lezioni apprese che può informare le scelte strategiche e di acquisizione della Marina Militare, assicurando che rimanga all'avanguardia nel mutevole panorama della guerra navale. Conclusioni In conclusione, l'analisi dell'operato decennale del Naval Surface and Mine Warfighting Development Center, come documentato dagli articoli del CIMSEC, dipinge il quadro di una delle più significative riforme militari del XXI secolo. Non si tratta di un semplice programma di addestramento, ma di una profonda trasformazione culturale che ha riposizionato la flotta di superficie statunitense all'avanguardia della competenza bellica. Partendo dalla consapevolezza di un'atrofia tattica, la US Navy ha costruito un'organizzazione di apprendimento continuo, il cui motore sono i Warfare Tactics Instructors e il cui metodo è un ciclo rigoroso di pianificazione, esecuzione e, soprattutto, umile autovalutazione. Il risultato è una forza più letale, agile, innovativa e, in definitiva, più temibile. Le conseguenze di questa rinascita si propagano ben oltre le plance delle navi. Geopoliticamente, rafforzano la deterrenza americana e la credibilità delle sue alleanze. Strategicamente, abilitano nuovi e più complessi concetti operativi, accelerando il processo decisionale e l'adattamento istituzionale. A livello marittimo, riaffermano la capacità di controllare il mare, condizione essenziale per la sicurezza globale. Per alleati come l'Italia, ciò si traduce in un partner più forte e affidabile, una maggiore sicurezza regionale e un modello virtuoso da cui trarre ispirazione. Da questa analisi emergono due raccomandazioni fondamentali. Per gli Stati Uniti e la loro Marina, è imperativo continuare a sostenere e finanziare il modello SMWDC, resistendo alla tentazione di tornare a una mentalità burocratica. L'investimento nel capitale umano deve rimanere la priorità, poiché è la fonte ultima del vantaggio competitivo. Per le marine alleate, inclusa quella italiana, la raccomandazione è duplice: studiare approfonditamente il successo dello SMWDC per adattarne i principi al proprio contesto e, al contempo, intensificare la collaborazione e l'integrazione con la US Navy per massimizzare i benefici di interoperabilità derivanti da questa rinnovata eccellenza. La lezione finale della storia dello SMWDC è potente e universale: nell'era dei droni e dell'intelligenza artificiale, la mente, la preparazione e il carattere del combattente umano rimangono il fattore decisivo sul campo di battaglia. Riferimenti
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