OHi Mag Report Geopolitico nr. 131 Introduzione In un momento di significativa turbolenza sia interna che internazionale per il Regno Unito, la nomina del Generale Sir Gwyn Jenkins a Primo Lord del Mare segna una svolta epocale per la Royal Navy. Per la prima volta nella sua lunga e gloriosa storia, un Royal Marine, un "soldato del mare", assume la guida professionale della Marina britannica. Questa decisione, confermata dal Ministero della Difesa, non è solo una curiosità storica, ma un evento carico di implicazioni strategiche e operative. Arriva in un frangente delicato, successivo alle dimissioni forzate del suo predecessore, l'Ammiraglio Sir Ben Key, a causa di uno scandalo personale, e alla vigilia della pubblicazione dell'imminente Strategic Defence Review (SDR). La scelta di Jenkins, figura con un percorso professionale eccezionalmente variegato che spazia dalle operazioni speciali alla politica di alto livello, suggerisce una volontà di cambiamento e una ricerca di leadership innovativa per affrontare le complesse sfide che attendono la Marina e la Difesa britannica nel suo complesso. I Fatti La notizia della nomina del Generale Sir Gwyn Jenkins a Primo Lord del Mare, e quindi Capo di Stato Maggiore della Royal Navy, ha colto molti di sorpresa, rappresentando una rottura con una tradizione secolare. Jenkins, la cui nomina è stata ufficializzata dal Ministero della Difesa (MoD), succederà a breve al Vice Ammiraglio Martin Connell, che ha ricoperto l'incarico ad interim. Questo cambio al vertice è stato accelerato dalle premature dimissioni dell'Ammiraglio Sir Ben Key. Inizialmente, il MoD aveva goffamente tentato di mascherare la situazione, attribuendo l'uscita di Key a "ragioni private", ma la stampa ha ben presto rivelato la verità: un'indagine per cattiva condotta legata a una relazione con una subordinata. Tale tempistica si è rivelata particolarmente infelice, data l'imminente pubblicazione della Strategic Defence Review (SDR), un documento cruciale che delineerà il futuro delle forze armate britanniche, rendendo urgente la nomina di un successore stabile. Il curriculum del Generale Jenkins è indubbiamente impressionante e atipico per un futuro capo della Marina. Commissionato nei Royal Marines nel 1990, ha accumulato oltre tre decenni di servizio distinto. Le sue prime esperienze includono il servizio presso il Commando Logistics Regiment, dispiegamenti con il 42 Commando in Irlanda del Nord e persino la partecipazione a competizioni di sci di fondo, a testimonianza di una versatilità non comune. Successivamente, la sua carriera ha preso una piega decisamente operativa e strategica: ha comandato la prestigiosa Special Boat Service (SBS), l'unità di forze speciali della Royal Navy specializzata in operazioni marittime e anfibie, e ha ricoperto ruoli operativi di alto livello in teatri complessi come l'Iraq e l'Afghanistan. Un passaggio significativo che denota la sua capacità di operare ai massimi livelli istituzionali è stato, nel 2012, l'incarico di Assistente Militare del Primo Ministro, allora David Cameron. Dopo aver completato l'Advanced Command and Staff Course nel 2015, Jenkins ha compiuto un salto ancor più inusuale, transitando in un ruolo di vertice della Funzione Pubblica come Vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale presso il Cabinet Office. Questa esperienza diretta nel cuore della macchina governativa e della politica di sicurezza nazionale è rara per un ufficiale delle forze armate. Nel 2017, è tornato a un ruolo più prettamente militare, assumendo il comando della 3 Commando Brigade. Durante questo periodo, è stato uno degli artefici della modernizzazione dei Royal Marines, contribuendo all'iniziativa "Future Commando Force", volta a trasformare i Marines in una forza più agile, letale e tecnologicamente avanzata. Tra il 2019 e il 2021, ha ricoperto un incarico più tradizionalmente "navale" (definito "dark blue" nel gergo britannico) come Assistant Chief of the Naval Staff, fornendogli una visione interna delle dinamiche della Marina. La sua ascesa è stata rapida: nel 2022 è stato promosso direttamente al grado di Generale (saltando il grado intermedio) e nominato Vice Capo di Stato Maggiore della Difesa (VCDS), una delle posizioni più elevate nelle forze armate britanniche. Contemporaneamente, ha mantenuto il ruolo cerimoniale di Commandant General dei Royal Marines. Tuttavia, la sua figura non è esente da controversie. Jenkins è stato chiamato a testimoniare nell'ambito dell'inchiesta sulle uccisioni illegali in Afghanistan (Afghan Unlawful Killings Inquiry), che indaga sulla cattiva condotta di membri delle SAS (Special Air Service) e sul suo possibile ruolo nel tentativo di occultare la verità su eventi accaduti circa quindici anni fa. Sebbene Jenkins abbia sempre difeso strenuamente le proprie azioni e continui a godere della fiducia e del sostegno dei ministri, questa vicenda e il persistente interesse mediatico potrebbero potenzialmente creare disturbo durante il suo mandato. Più recentemente, dall'agosto 2024, ha servito come Consigliere Strategico del Segretario di Stato per la Difesa, John Healey. In questo ruolo, è stato determinante nella negoziazione del patto di cooperazione nel settore della difesa tra Regno Unito e Germania, firmato nell'ottobre 2024, e del partenariato strategico di difesa tra Regno Unito e Norvegia, con negoziati formali avviati all'inizio del 2025. Questi successi diplomatici evidenziano la sua abilità nel muoversi negli ambienti internazionali e nel costruire alleanze strategiche. La sua selezione per il vertice della Royal Navy è avvenuta al termine di una competizione che vedeva quattro validi contendenti, e si dice che Jenkins abbia presentato la visione più chiara e coerente per il futuro del servizio. Le sfide che lo attendono sono immani: rivitalizzare una Royal Navy che opera in un contesto globale sempre più instabile, con un SDR alle porte che potrebbe imporre ulteriori vincoli e con finanziamenti cronicamente inadeguati. Problemi annosi come la carenza di fregate, la disponibilità dei sottomarini, le infrastrutture datate e le questioni relative al personale non potranno essere risolti immediatamente. Tuttavia, la sua leadership avrà l'opportunità di imprimere nuove direzioni, promuovere l'innovazione e attuare riforme. Sarà necessaria un'abile guida per portare avanti programmi chiave come i sottomarini d'attacco SSN-AUKUS, le navi di supporto anfibio MRSS (Multi Role Support Ships), i cacciatorpediniere FADS/Type 83 e la trasformazione dell'aviazione navale. Parallelamente, dovrà bilanciare queste esigenze con la necessità di maggiori investimenti nel personale, nei droni, nelle tecnologie anti-drone e nell'incremento delle scorte di armamenti. Un aspetto particolarmente delicato sarà la gestione della tensione intrinseca tra le priorità dei Royal Marines e quelle del resto della Marina in termini di allocazione delle risorse. L'idea di un Marine alla guida della Marina susciterà perplessità in alcuni ambienti tradizionalisti. Ci sarà chi metterà in dubbio la qualifica di un uomo che pur non avendo mai comandato una nave guiderà un'intera flotta. Sebbene i Royal Marines siano parte integrante della Royal Navy, la natura degli incarichi ricoperti da Jenkins potrebbe farlo apparire come un "outsider" a molti ufficiali di marina. Paradossalmente, questo potrebbe rivelarsi un vantaggio, consentendogli di apportare idee nuove in una prospettiva originale e indipendente. La nomina di un Secondo Lord del Mare e di un Comandante della Flotta particolarmente capaci sarà cruciale, sebbene il Primo Lord del Mare abbia un coinvolgimento limitato nel controllo operativo quotidiano della Marina. Le sue responsabilità principali riguardano l'efficacia bellica, l'efficienza e il morale della Royal Navy, lo sviluppo delle politiche e delle capacità. Deve inoltre essere il volto pubblico della Marina negli ambienti politici e sociali, sostenere il potere marittimo e consigliare il governo e il Capo di Stato Maggiore della Difesa (CDS) sulle questioni navali. Il mix di esperienza in prima linea e acume strategico di Jenkins è relativamente raro, posizionandolo come una voce influente sulla politica di difesa e sicurezza. A differenza di molti suoi predecessori, Jenkins è già un "guerriero di Whitehall", avvezzo a lavorare con i politici ai massimi livelli, un'esperienza che potrebbe rivelarsi di enorme beneficio per la Royal Navy. Conseguenze Geopolitiche La nomina di Sir Gwyn Jenkins in un mondo definito "sempre più instabile" ha immediate conseguenze geopolitiche per il Regno Unito. In primo luogo, segnala agli alleati e agli avversari la volontà britannica di affrontare le sfide alla sicurezza con una leadership potenzialmente più eterodossa e pragmatica. La sua recente esperienza nella negoziazione di patti di difesa con Germania e Norvegia è emblematica di un Regno Unito che, post-Brexit, cerca di rafforzare i legami bilaterali e multilaterali in materia di sicurezza, specialmente in Europa settentrionale e nell'Artico, aree di crescente competizione strategica. La sua guida sarà cruciale nel dare concretezza a questi accordi e nel posizionare la Royal Navy come un partner credibile. Inoltre, la sua familiarità con il dossier AUKUS (il patto di sicurezza trilaterale con Australia e Stati Uniti incentrato sulla fornitura di sottomarini a propulsione nucleare all'Australia) sarà fondamentale. La riuscita di AUKUS è un pilastro della strategia "Global Britain" e richiede una gestione oculata e una cooperazione intensa. Jenkins, con la sua esperienza al VCDS, comprende le ramificazioni strategiche e industriali di tale impegno. La sua capacità di interfacciarsi efficacemente con gli omologhi americani e australiani sarà un fattore determinante. La controversia legata all'inchiesta sull'Afghanistan potrebbe, tuttavia, creare qualche imbarazzo a livello internazionale, specialmente se dovesse emergere nuova evidenza, ma la fiducia ministeriale di cui gode al momento sembra mitigare questo rischio. Infine, una Royal Navy rivitalizzata sotto la sua guida potrebbe consentire al Regno Unito di giocare un ruolo più assertivo nelle aree di crisi e di contribuire maggiormente alle operazioni NATO e alle coalizioni internazionali, rafforzando la sua influenza geopolitica. Conseguenze Strategiche Sul piano strategico, l'arrivo di Jenkins è intrinsecamente legato all'imminente Strategic Defence Review. La sua visione "chiara e coerente" per il futuro del servizio, che gli è valsa la nomina, dovrà ora tradursi in concrete linee d'azione all'interno dell'SDR. La sua esperienza come Vice Consigliere per la Sicurezza Nazionale e come VCDS gli conferisce una comprensione profonda dei meccanismi di Whitehall e delle priorità interforze, qualità essenziali per difendere il budget e le capacità della Royal Navy in un contesto di risorse limitate. È probabile che la sua leadership spinga per un'accelerazione dell'iniziativa "Future Commando Force", integrando ulteriormente le capacità dei Royal Marines con quelle della flotta e delle altre forze armate, in linea con i moderni concetti di guerra multi-dominio. La gestione dei grandi programmi di acquisizione sarà strategica: SSN-AUKUS, MRSS e FADS/Type 83 non sono solo progetti industriali, ma strumenti di proiezione di potenza e di deterrenza. Jenkins dovrà assicurare che questi programmi procedano, bilanciando gli investimenti con la necessità di modernizzare le capacità esistenti, in particolare nel campo dei droni, delle tecnologie anti-drone e delle scorte di munizioni – lezioni apprese dai recenti conflitti. La sua provenienza dai Marines potrebbe portare a una maggiore enfasi sulle capacità di proiezione di forza dal mare e sulle operazioni litoranee, aspetti sempre più rilevanti negli scenari geostrategici attuali. La sua abilità come "guerriero di Whitehall" sarà messa alla prova nel garantire che la strategia marittima britannica sia adeguatamente finanziata e integrata nella più ampia strategia di sicurezza nazionale. Conseguenze Marittime Internamente alla Royal Navy, la nomina di un Royal Marine solleva interrogativi e apre a possibilità. La "costernazione in alcuni ambienti" e la percezione di Jenkins come "outsider" da parte di alcuni ufficiali navali sono reali. La sua mancanza di esperienza diretta nel comando di una nave da guerra potrebbe essere vista come un handicap. Tuttavia, questa stessa distanza potrebbe permettergli di affrontare problemi radicati – come la carenza di fregate, la bassa disponibilità dei sottomarini e le inefficienze infrastrutturali – con una prospettiva nuova e scevra da condizionamenti corporativi. La sua priorità sarà quella di migliorare l'efficacia bellica, l'efficienza e il morale. La tensione storica tra Royal Marines e il resto della Marina riguardo alla prioritizzazione delle risorse sarà un banco di prova immediato. Jenkins dovrà dimostrare di essere il Primo Lord del Mare di tutta la Royal Navy, bilanciando le esigenze anfibie con quelle della flotta di superficie, sottomarina e dell'aviazione navale. La trasformazione dell'aviazione navale, l'integrazione di sistemi senza pilota e la cibernetica navale richiederanno una leadership visionaria. La sua esperienza nella SBS e nella 3 Commando Brigade potrebbe portare a una maggiore enfasi sull'innovazione, sull'agilità e sull'adozione di nuove tecnologie a livello tattico e operativo. Sarà fondamentale che si circondi di un Secondo Lord del Mare e di un Comandante della Flotta competenti e rispettati, capaci di gestire le operazioni quotidiane e di fare da ponte con il corpo ufficiali. Conseguenze per l’Italia Sebbene l'articolo non menzioni direttamente l'Italia, le conseguenze di questa nomina e delle future direzioni della Royal Navy possono essere estrapolate. In primo luogo, come membro chiave della NATO, una Royal Navy più efficiente, moderna e strategicamente focalizzata sotto Jenkins andrebbe a beneficio della postura marittima complessiva dell'Alleanza, inclusa quella nel Mediterraneo, un'area di primario interesse strategico per l'Italia. La Marina Militare Italiana e la Royal Navy collaborano frequentemente in esercitazioni e operazioni NATO. Un partner britannico più capace e con una visione chiara rafforza l'interoperabilità e l'efficacia congiunta. Le recenti iniziative di Jenkins nel forgiare patti di difesa bilaterali (Germania, Norvegia) potrebbero indicare un approccio britannico più proattivo alla cooperazione europea in materia di difesa, da cui anche l'Italia potrebbe trarre spunti o opportunità di collaborazione, specialmente su sfide comuni come la sicurezza marittima, la lotta ai traffici illeciti e la stabilità regionale. Se Jenkins riuscirà a spingere per una maggiore integrazione di droni e tecnologie autonome, ciò potrebbe stimolare ulteriori sinergie industriali e operative con nazioni alleate come l'Italia, che sta anch'essa investendo in questi settori. La gestione di programmi complessi come SSN-AUKUS, sebbene specifico, potrebbe offrire lezioni sulla cooperazione industriale e tecnologica a lungo termine. Infine, la visione di Jenkins per la "Future Commando Force", incentrata su unità più piccole, agili e tecnologicamente avanzate, potrebbe offrire un modello di interesse per l'evoluzione delle capacità anfibie italiane e di altre marine europee. Conclusioni La nomina del Generale Sir Gwyn Jenkins a Primo Lord del Mare è indiscutibilmente un momento di svolta per la Royal Navy e, per estensione, per la Difesa britannica. Arriva in un periodo di forte incertezza globale e di sfide interne significative per le forze armate del Regno Unito. La sua carriera, che combina un'eccezionale esperienza operativa nelle forze speciali e nei Royal Marines con ruoli di altissimo livello nell’area decisoria in campo politico e strategico e nella pubblica amministrazione, lo dota di un bagaglio di competenze unico per affrontare questo compito erculeo. Le raccomandazioni per il suo mandato sono implicite nelle sfide stesse: dovrà navigare con abilità le complesse dinamiche di Whitehall per assicurare le risorse necessarie alla modernizzazione della flotta e del personale; dovrà sanare le fratture interne e unire la Marina sotto una visione comune, dimostrando di essere il leader di tutti, non solo dei Marines; dovrà guidare l'innovazione tecnologica, in particolare nell'ambito dei sistemi autonomi e della guerra asimmetrica, per garantire che la Royal Navy mantenga un vantaggio qualitativo. Sarà cruciale che riesca a tradurre la sua visione strategica in capacità operative tangibili, rafforzando il ruolo del Regno Unito come potenza marittima globale e partner affidabile per i suoi alleati, inclusa l'Italia. Il successo del suo mandato dipenderà dalla sua capacità di essere tanto un riformatore audace quanto un abile gestore delle delicate transizioni che attendono la Royal Navy. Riferimento. Redazione di Navy Lookout, Royal Marine, General Sir Gwyn Jenkins appointed First Sea Lord, Navy Lookout, 15 maggio 2025, https://www.navylookout.com/royal-marine-general-sir-gwyn-jenkins-appointed-first-sea-lord/ © RIPRODUZIONE RISERVATA
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
RedazioneCERCA▼Cerca per argomenti oppure un'autore
Archives
Giugno 2025
Categories |