OHi Mag Report Geopolitico nr. 142 INTRODUZIONE Il documento "Pacific Marines Strategy 2025" delinea la guida strategica del Comandante delle Forze del Corpo dei Marines degli Stati Uniti nel Pacifico (MARFORPAC). Esso articola la visione, l'approccio e le caratteristiche necessarie affinché i Marines del Pacifico contribuiscano efficacemente alle priorità della Strategia di Difesa Nazionale (NDS), della Strategia Militare Nazionale (NMS) e al "Prevail Strategic Assessment and Operational Design" del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti (USINDOPACOM). Questa strategia mira a chiarire l'intento di fondo e a fornire direttive per il Piano di Campagna di MARFORPAC per gli anni fiscali 2026-2030, rendendolo accessibile ai leader dei Marines del Pacifico a ogni livello. Fondamentalmente, spiega il "perché" dietro le operazioni e le attività, tutte finalizzate a estendere la deterrenza verso gli avversari, rassicurare alleati e partner, e rispondere alle crisi regionali, pronti a passare al combattimento per un Indo-Pacifico libero e aperto qualora la deterrenza fallisse. I Fatti Il documento "Pacific Marines Strategy 2025" inizia identificando lo scopo principale della strategia di MARFORPAC: fornire la visione, l'approccio e le caratteristiche necessarie ai Marines del Pacifico per allinearsi e contribuire agli obiettivi strategici nazionali e del teatro Indo-Pacifico. Il contesto operativo è descritto come "Il Problema": i Marines del Pacifico affrontano contemporaneamente il terreno più sfidante e gli avversari più pericolosi. L'Indo-Pacifico è una regione vasta e diversificata, che ospita la maggioranza della popolazione mondiale, le maggiori potenze militari ed economiche, ma anche alcune delle nazioni più piccole, ed è soggetta a frequenti disastri naturali. La sfida più significativa alla sicurezza nazionale statunitense in questa regione è rappresentata dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC), che mira a rimodellare l'ordine indo-pacifico e globale secondo i propri valori, utilizzando aggressivamente la sua potenza militare ed economica, con ambizioni su Taiwan, il Mar Cinese Orientale e Meridionale, ed estendendo la sua influenza oltre la regione. Altri avversari includono la Corea del Nord (DPRK) con le sue capacità nucleari e missilistiche, la Russia che rafforza i legami con RPC e DPRK, e organizzazioni estremiste violente e criminali transnazionali. La "Visione" di MARFORPAC è contribuire alla "Deterrenza Integrata", coordinando le capacità militari USA, intergovernative, del settore privato, e degli alleati per dimostrare agli avversari che i costi di un conflitto armato sarebbero troppo alti. MARFORPAC si posiziona come la forza di manovra marittima, di fuoco e di risposta alle crisi di USINDOPACOM, operando con un approccio "Due MEF Affiancate" (Two MEFs Abreast) dispiegate in avanti. La "Missione" è comandare le forze assegnate per modellare l'ambiente informativo, generare forze da combattimento credibili, rassicurare alleati e partner, e preparare il teatro operativo per contribuire alla deterrenza integrata, rispondere alle crisi e, se necessario, sconfiggere qualsiasi avversario. L'"Approccio Operativo" di MARFORPAC si articola su quattro Linee di Sforzo (LOEs): Vantaggio Informativo (sfruttare ogni opportunità per ottenere vantaggi informativi sugli avversari); Potenza da Combattimento Dinamica (sviluppare e impiegare potenza da combattimento avanzata in tutti i domini); Alleati e Partner (rafforzare alleanze e partnership, migliorando l'interoperabilità e l'accesso); e Sostentamento (garantire una rete logistica integrata e distribuita per una rapida transizione dalla competizione alla crisi). Questo approccio si concretizza attraverso tre Linee Operative (LOOs), riassunte nel concetto "Due MEF Affiancate": la III Marine Expeditionary Force (MEF) stazionata in Giappone e la I MEF dispiegata nella regione (Filippine, Australia), con il Quartier Generale MARFORPAC che agisce come terza LOO per modellare l'influenza oltre il terreno competitivo. Tre "Concetti d'Azione Unificanti" – Postura, Modernizzazione e Protezione – guidano l'intero sforzo. Infine, vengono elencate sette necessità chiave ("What We Need To Win"), tra cui tempi di risposta migliorati e capacità di operare da località remote, e quattro "Caratteristiche" fondamentali dei Marines del Pacifico: Integrati, Adattabili, Reattivi e Resilienti. Il "Way Ahead" (Prospettive Future) enfatizza l'esecuzione unificata, standard elevati, fiducia con gli alleati, innovazione e la capacità di difendere, dissuadere, modernizzare e prevalere. Conseguenze Geopolitiche La messa in pratica della "Pacific Marines Strategy 2025" è destinata ad avere profonde conseguenze geopolitiche nell'Indo-Pacifico e oltre. In primo luogo, essa segnala un impegno rafforzato e focalizzato degli Stati Uniti nella regione, mirando a contrastare l'assertività crescente della Cina e a rassicurare gli alleati tradizionali come Giappone, Corea del Sud, Filippine e Australia. Il successo di questa strategia potrebbe contribuire a stabilizzare la regione, mantenendo un equilibrio di potere che prevenga il dominio di un singolo attore e preservi la libertà di navigazione e i principi dell'ordine internazionale guidato dagli USA. Al contrario, un'eventuale percezione di debolezza o di scarsa implementazione potrebbe incoraggiare la RPC e altri attori revisionisti ad accelerare i loro sforzi per alterare lo status quo, ad esempio riguardo a Taiwan o nel Mar Cinese Meridionale. Il rafforzamento delle alleanze e delle partnership, un pilastro della strategia, potrebbe portare alla formazione di coalizioni di sicurezza più coese e capaci, potenzialmente evolvendo verso architetture di sicurezza regionali più formalizzate. Tuttavia, ciò potrebbe anche essere interpretato da Pechino come una politica di contenimento, esacerbando le tensioni e alimentando una corsa agli armamenti. La gestione delle relazioni con nazioni non allineate o con legami sia con gli USA che con la Cina diventerà ancora più cruciale. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico, la "Pacific Marines Strategy 2025" riflette e accelera un cambiamento significativo nella postura e nella dottrina militare statunitense. L'enfasi sulla "Deterrenza Integrata" e sulla prontezza al combattimento contro un avversario di pari livello (peer adversary) come la Cina implica un allontanamento dalle operazioni di contro-insurrezione che hanno dominato gli ultimi due decenni. Strategicamente, il concetto di "Due MEF Affiancate" e il dispiegamento avanzato mirano a negare alla RPC la possibilità di un fatto compiuto rapido, ad esempio contro Taiwan, presentando un dilemma costante. L'adozione di concetti come le Operazioni Avanzate di Base Distribuita (EABO) e la necessità di operare efficacemente da località remote e austere indicano una trasformazione verso forze più leggere, mobili, resilienti e difficili da localizzare e colpire. Ciò richiede una significativa modernizzazione delle capacità, inclusa l'integrazione di nuove tecnologie per il comando e controllo, la sorveglianza, la ricognizione (ISR) e il fuoco di precisione a lungo raggio. Il successo dipenderà dalla capacità di integrare realmente le operazioni con le altre forze armate USA (U.S. Pacific Fleet, Pacific Air Forces, etc.) e con le forze alleate, creando una forza congiunta e combinata veramente letale e interoperabile. La Linea di Sforzo sul "Vantaggio Informativo" sottolinea l'importanza crescente della guerra dell'informazione e delle operazioni nel dominio cognitivo. Conseguenze Marittime Le conseguenze marittime della strategia sono centrali, dato il teatro operativo prevalentemente navale dell'Indo-Pacifico. La strategia mira a garantire che i Marines del Pacifico possano proiettare potenza da e verso il mare, assicurare il controllo di aree marittime chiave (specialmente nelle strettoie e nelle catene di isole), e sostenere le operazioni della flotta. Il focus sulla capacità di "transizione rapida dalla competizione al conflitto" e sulla "sconfitta di qualsiasi avversario qualora la deterrenza fallisse" implica la necessità di forze anfibie pronte, capaci di condurre sbarchi e operazioni litoranee in ambienti contesi, caratterizzati da sofisticate capacità Anti-Access/Area Denial (A2/AD) avversarie. L'enfasi sul "Sostentamento" attraverso una "rete logistica integrata, distribuita ed efficace... sia in mare che a terra" è cruciale, poiché le vaste distanze del Pacifico e la potenziale ostilità dell'ambiente rendono la logistica una sfida formidabile. La capacità di operare in modo "Integrato" con la U.S. Navy e le marine alleate è fondamentale per il successo, richiedendo un elevato livello di interoperabilità nelle comunicazioni, nei sistemi d'arma e nelle procedure. Questa strategia, quindi, rafforza il ruolo dei Marines come forza da sbarco d'eccellenza, ma anche come componente essenziale per la guerra marittima distribuita e per la proiezione di potenza terrestre da posizioni avanzate all'interno del raggio d'azione dell'avversario. Conseguenze per l'Italia Sebbene l'Italia non sia direttamente coinvolta nel teatro Indo-Pacifico come attore militare primario, le conseguenze della "Pacific Marines Strategy 2025" sono rilevanti anche per Roma. In primo luogo, la stabilità e la sicurezza dell'Indo-Pacifico, una regione cruciale per il commercio globale, hanno un impatto diretto sull'economia italiana, fortemente orientata all'export. La libertà di navigazione nelle rotte marittime asiatiche è vitale per le catene di approvvigionamento globali da cui dipende l'Italia. In secondo luogo, un forte impegno statunitense nell'Indo-Pacifico potrebbe avere implicazioni per l'allocazione delle risorse e dell'attenzione americana verso altri teatri, inclusa l'Europa e il Mediterraneo. Ciò potrebbe tradursi in una maggiore aspettativa che gli alleati europei, Italia compresa, si assumano maggiori responsabilità per la sicurezza nel proprio vicinato. All'interno della NATO, l'esperienza e le lezioni apprese dai Marines USA nell'adattarsi a un ambiente di competizione tra grandi potenze e nello sviluppare nuove capacità operative (come l'EABO) potrebbero offrire spunti utili per la modernizzazione delle forze armate italiane, in particolare per la Marina Militare e la sua componente anfibia. Infine, il successo della strategia nel mantenere un ordine internazionale basato su regole nell'Indo-Pacifico contribuirebbe a rafforzare tale ordine a livello globale, un obiettivo condiviso dall'Italia. CONCLUSIONI La "Pacific Marines Strategy 2025" rappresenta una risposta ponderata e assertiva alle crescenti sfide alla sicurezza nell'Indo-Pacifico, con un focus primario sulla competizione strategica con la Repubblica Popolare Cinese. Il documento sottolinea la necessità imperativa per i Marines del Pacifico di essere una forza integrata, adattiva, reattiva e resiliente, capace di estendere la deterrenza e, se necessario, di combattere e vincere in un ambiente operativo complesso e conteso. Le raccomandazioni implicite nel documento sono rivolte primariamente ai Marines stessi: perseguire con rigore le quattro Linee di Sforzo (Vantaggio Informativo, Potenza da Combattimento Dinamica, Alleati e Partner, Sostentamento), incarnare le caratteristiche definite, e attuare i concetti d'azione unificanti di Postura, Modernizzazione e Protezione. Il successo di questa strategia dipenderà dalla capacità di innovare costantemente, di costruire una fiducia profonda con gli alleati e i partner, di mantenere standard elevatissimi e di garantire che le forze siano equipaggiate, addestrate e pronte a rispondere con decisione a qualsiasi crisi. In definitiva, si tratta di un piano per garantire che MARFORPAC rimanga la forza formidabile e più capace nella regione, preservando un Indo-Pacifico libero e aperto attraverso la pace garantita dalla forza. RIFERIMENTO. U.S. Marine Corps Forces, Pacific. "Pacific Marines Strategy 2025". Documento ufficiale MARFORPAC, maggio 2025. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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