OHi Mag Report Geopolitico nr. 99 Basandoci sul documento RAND del 2019, "Overextending and Unbalancing Russia", la situazione geopolitica odierna suggerisce che diverse strategie delineate in quella ricerca potrebbero essere state implementate senza una piena comprensione delle loro potenziali conseguenze e del rischio di escalation. L'analisi del 2019 esplorava opzioni per esercitare pressione sulla Russia, ma la loro applicazione, come l'espansione di alleanze o il sostegno militare a paesi limitrofi, potrebbe aver contribuito a un clima di crescente tensione e diffidenza, culminato tragicamente nell'attacco russo all'Ucraina. Lungi dall'essere un evento puramente casuale, l'escalation in Ucraina potrebbe riflettere una sottovalutazione delle reazioni russe alle politiche occidentali suggerite nel rapporto RAND. Sebbene l'intento potesse essere quello di "sbilanciare" la Russia, la mancanza di una valutazione approfondita delle soglie di tolleranza di Mosca e delle possibili contromisure ha forse innescato una reazione aggressiva. L'analisi odierna, con la persistente crisi ucraina e le fragili paci altrove, potrebbe essere una dolorosa testimonianza di come una strategia volta a contenere un avversario, se mal calibrata e senza considerare pienamente il rischio di escalation, possa paradossalmente condurre a un conflitto più ampio e destabilizzante. Si potrebbe sostenere che un approccio più prudente e una maggiore attenzione alle implicazioni a lungo termine avrebbero potuto, se non impedire del tutto l'escalation, almeno mitigarne la portata. Come mettere pressione sulla Russia Introduzione Il presente documento riassume un'analisi approfondita condotta dalla RAND Corporation, focalizzata sull'individuazione di strategie non violente attraverso le quali gli Stati Uniti e i loro alleati potrebbero esercitare una pressione significativa sulla Russia. L'obiettivo primario di tali strategie è quello di "sovra-estendere e sbilanciare" la Federazione Russa, agendo simultaneamente sulla sua economia, sulle sue capacità militari e sulla stabilità del suo sistema politico, sia internamente che sulla scena internazionale. L'analisi prende le mosse dal riconoscimento della persistente rilevanza della Russia come attore globale e come concorrente degli Stati Uniti in specifici ambiti, nonostante le sue intrinseche vulnerabilità e le sue manifeste ansietà geopolitiche. La RAND Corporation, forte della sua tradizione di studi strategici risalente alla Guerra Fredda, applica in questo lavoro il concetto di competizione strategica a lungo termine al contesto attuale, valutando una vasta gamma di opzioni attraverso un'analisi qualitativa che ne considera la probabilità di successo nell'esercitare pressione sulla Russia, i potenziali benefici derivanti dalla loro implementazione e i costi e i rischi ad essi associati. La disamina si articola in diverse aree strategiche, spaziando dalle dinamiche geopolitiche e informative fino alle implicazioni militari nei domini aereo-spaziale e marittimo, con l'intento di fornire un quadro completo delle possibili leve attraverso le quali influenzare il comportamento e le capacità della Russia. La disamina delle misure geopolitiche definibili come cost-imposing options si concentra su azioni che potrebbero alterare l'equilibrio di potere regionale e globale, aumentando le sfide e i costi per la Russia nel perseguire i propri interessi. La fornitura di aiuto militare letale all'Ucraina emerge come una strategia potenzialmente efficace per sfruttare la vulnerabilità esterna più critica della Russia, ma viene sottolineata la cruciale necessità di una calibrazione precisa per evitare un'escalation incontrollata. Analogamente, l'incremento del sostegno ai gruppi ribelli in Siria è valutato come meno promettente a causa dei potenziali effetti controproducenti e della complessa dinamica del conflitto. La promozione della liberalizzazione in Bielorussia è considerata un'opzione ad alto rischio di fallimento e di provocazione di una reazione russa negativa. L'espansione dei legami nel Caucaso Meridionale e la riduzione dell'influenza russa in Asia Centrale sono ritenute iniziative difficili da realizzare e potenzialmente costose per gli Stati Uniti. Infine, l'ipotesi di "ribaltare" la Transnistria è vista come un'azione con benefici limitati e potenziali costi aggiuntivi. Nel dominio ideologico e informativo, le strategie analizzate mirano a erodere il sostegno interno al regime russo e a minarne l'influenza internazionale. La diminuzione della fiducia nel sistema elettorale russo è considerata un obiettivo difficile da raggiungere a causa del controllo statale sui media. La creazione della percezione che il regime non persegue l'interesse pubblico, focalizzandosi sulla corruzione, presenta incertezze sugli esiti e rischi elevati. L'incoraggiamento di proteste interne e forme di resistenza nonviolenta, pur mirando a destabilizzare il regime, è considerato difficile da influenzare direttamente da parte di attori esterni e comporta rischi significativi. Minare l'immagine della Russia all'estero, attraverso sanzioni e boicottaggi, potrebbe danneggiare il prestigio del paese, ma il suo impatto sulla stabilità interna rimane incerto. Nel settore aereo e spaziale, le cost-imposing options si concentrano sul forzare la Russia ad aumentare le proprie spese militari in risposta a iniziative statunitensi e alleate. Il riposizionamento di bombardieri a portata di obiettivi strategici russi è considerato un'azione ad alta probabilità di successo e a basso costo/rischio. Al contrario, il riposizionamento di aerei da caccia più vicino ai loro obiettivi presenta maggiori rischi e una minore probabilità di successo. Lo schieramento di ulteriori armi nucleari tattiche potrebbe aumentare l'ansia russa e stimolare investimenti nelle difese aeree, ma comporta rischi significativi di reazioni negative. Il riposizionamento di sistemi di difesa antimissile balistici è giudicato poco efficace a causa della capacità russa di saturare tali sistemi. L'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo aerospaziale, in particolare in aerei a bassa osservabilità, droni, missili a lungo raggio e tecnologie di guerra elettronica, è visto come un modo per sfruttare le paure russe nei confronti della superiorità aerea statunitense e per indurre Mosca a incrementare le proprie spese in contromisure. Nel dominio marittimo, le cost-imposing options includono l'aumento della presenza navale statunitense e alleata nelle aree operative russe, l'incremento della ricerca e sviluppo navale (in particolare in armi sottomarine) e uno spostamento della postura nucleare verso sottomarini lanciamissili balistici. Queste misure mirano a forzare la Russia a investire maggiori risorse nelle proprie capacità navali. Infine, l'ipotesi di contrastare il rafforzamento militare russo nel Mar Nero attraverso il dispiegamento di sistemi anti-accesso e di interdizione d'area da parte della NATO è considerata un'opzione potenzialmente efficace, sebbene comporti sfide politiche e logistiche. Conseguenze Geopolitiche Le misure geopolitiche, se implementate, avrebbero un impatto significativo sull'assetto regionale e globale. Un aumento dell'aiuto letale all'Ucraina potrebbe intensificare il conflitto e le tensioni con la Russia, con potenziali ripercussioni sulla stabilità dell'Europa orientale. Un maggiore coinvolgimento in Siria rischierebbe di alimentare ulteriormente l'instabilità regionale e di rafforzare attori non statali indesiderati. La pressione sulla Bielorussia potrebbe portare a una maggiore integrazione di quest'ultima con la Russia, rafforzando l'influenza di Mosca. Le iniziative nel Caucaso Meridionale e in Asia Centrale potrebbero innescare reazioni russe volte a preservare la propria sfera di influenza. La questione della Transnistria potrebbe diventare un ulteriore punto di contesa tra Russia e Occidente. In generale, un'intensificazione delle misure geopolitiche costo-imponenti aumenterebbe le tensioni internazionali e la competizione strategica tra le grandi potenze. Conseguenze Strategiche Le conseguenze strategiche delle azioni descritte sarebbero profonde, influenzando gli equilibri di potere militari e la stabilità strategica globale. Le opzioni militari cost-imposing, in particolare quelle nel dominio aereo e spaziale, potrebbero innescare una nuova corsa agli armamenti, con entrambe le parti costrette a investire in capacità offensive e difensive per contrastare le mosse dell'avversario. Il riposizionamento di forze militari e lo sviluppo di nuove armi potrebbero alterare le percezioni di deterrenza e aumentare il rischio di errori di calcolo e di escalation in caso di crisi. La competizione strategica si estenderebbe anche al dominio marittimo, con implicazioni per la sicurezza delle rotte commerciali e per la proiezione di potenza navale. La stabilità nucleare potrebbe essere messa a rischio da alcune delle opzioni considerate, in particolare quelle relative allo schieramento di armi nucleari tattiche e alla difesa antimissile. Conseguenze Marittime Le cost-imposing options nel dominio marittimo avrebbero implicazioni dirette per la competizione navale tra Stati Uniti, NATO e Russia. Un aumento della presenza navale occidentale nelle aree operative russe forzerebbe Mosca a rispondere con maggiori investimenti nella propria flotta, potenzialmente a scapito di altre priorità militari. L'enfasi sulla ricerca e sviluppo di maggiori capacità ASW dei battelli aumenterebbe la pressione sulla flotta sottomarina russa, in particolare sui sottomarini lanciamissili balistici, che rappresentano un elemento chiave della deterrenza nucleare russa. Il contrasto al rafforzamento militare russo nel Mar Nero, sebbene mirato a limitare l'influenza russa in quella regione, potrebbe portare a un'escalation di tensioni e a un aumento del rischio di incidenti marittimi. Conseguenze per l’Italia Le conseguenze per l'Italia delle strategie costo-imponenti nei confronti della Russia sarebbero molteplici e interconnesse. In quanto membro della NATO e dell'Unione Europea, l'Italia sarebbe chiamata a partecipare attivamente all'implementazione di molte delle misure proposte, in particolare quelle relative a sanzioni economiche, iniziative geopolitiche e rafforzamento della postura militare alleata. L'aumento delle tensioni tra Occidente e Russia potrebbe avere ripercussioni economiche significative per l'Italia, data la sua esposizione nei settori dell'energia, del commercio e degli investimenti. Dal punto di vista della sicurezza, l'Italia sarebbe direttamente interessata da qualsiasi deterioramento della stabilità in Europa orientale e nel Mediterraneo, con potenziali implicazioni per la sua difesa e per la gestione dei flussi migratori. Inoltre, l'Italia, in quanto paese con una forte tradizione diplomatica, potrebbe svolgere un ruolo cruciale nel cercare di contenere le tensioni e nel promuovere canali di dialogo tra le parti. La necessità di bilanciare la pressione sulla Russia con la ricerca di soluzioni diplomatiche rappresenterebbe una sfida politica e strategica significativa per l'Italia. Conclusioni e Raccomandazioni L'analisi delle cost-imposing options volte a "sovraestendere e sbilanciare" la Russia evidenzia un complesso intreccio di opportunità, benefici, costi e rischi. Le opzioni più promettenti appaiono essere quelle che colpiscono direttamente le vulnerabilità economiche della Russia, come l'espansione della produzione energetica statunitense e l'imposizione di sanzioni finanziarie e commerciali più incisive. Nel settore militare, le strategie che sfruttano le paure russe nei confronti della superiorità aerea statunitense e che incentivano Mosca a disperdere risorse in costose contromisure, come gli investimenti in ricerca e sviluppo aerospaziale, appaiono promettenti. Tuttavia, è fondamentale riconoscere che la maggior parte delle opzioni analizzate comporta un certo grado di rischio di escalation e potrebbe innescare contromisure russe. Pertanto, ogni strategia dovrebbe essere attentamente calibrata e implementata nel contesto di una visione politica complessiva che integri deterrenza, difesa e, ove possibile, cooperazione con la Russia. Si raccomanda agli Stati Uniti e ai loro alleati di adottare un approccio strategico olistico, che combini diverse misure cost-imposing in modo coordinato e coerente. È cruciale monitorare attentamente le reazioni russe e adattare le proprie strategie di conseguenza. Inoltre, è essenziale mantenere aperti canali di comunicazione con Mosca per gestire i rischi di escalation e per esplorare potenziali aree di dialogo e cooperazione, laddove gli interessi convergano. Infine, per l'Italia, si raccomanda un impegno attivo all'interno delle istituzioni internazionali (NATO e UE) per contribuire alla definizione e all'implementazione di strategie coordinate, prestando particolare attenzione alla gestione dei rischi economici e di sicurezza e promuovendo iniziative diplomatiche volte a stabilizzare il contesto geopolitico. Riferimento: Questo lavoro trae spunto dall'analisi del documento RAND Corporation "Overextending and unbalancing russia: assessing the impact of cost-imposing options". Gli autori sono: James Dobbins, Raphael S. Cohen, Nathan Chandler, Bryan Frederick, Edward Geist, Paul DeLuca, Forrest E. Morgan, Howard J. Shatz, Brent Williams. Il documento può essere trovato all’indirizzo: https://www.rand.org/pubs/research_briefs/RB10014.html © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Maggio 2025
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