OHi Mag Report Geopolitico nr. 102 Introduzione L'articolo di Arzan Tarapore pubblicato su Foreign Affairs nell'aprile 2025 solleva una questione cruciale per la politica estera e di sicurezza degli Stati Uniti: la necessità di una strategia più robusta e definita per l'Oceano Indiano. L'autore evidenzia come, nonostante la crescente importanza strategica di questa regione, Washington abbia spesso relegato l'Oceano Indiano a un ruolo secondario rispetto alle sfide più immediate nel Pacifico occidentale. Tuttavia, l'ascesa della Cina e la sua crescente influenza nell'Oceano Indiano rappresentano una minaccia significativa per gli interessi statunitensi e dei suoi partner, in particolare i membri del Quad (Australia, India e Giappone). Tarapore sostiene che è giunto il momento per gli Stati Uniti di passare da principi guida vaghi a una strategia omnicomprensiva che integri più strettamente la cooperazione militare con i suoi alleati, al fine di contrastare le ambizioni di Pechino e preservare un ordine internazionale libero e aperto. La recente intensificazione degli incontri tra alti funzionari militari del Quad e l'enfasi sulla sicurezza nelle riunioni dei ministri degli esteri segnalano un potenziale cambio di rotta, che l'articolo esamina nel dettaglio, delineando le implicazioni geopolitiche, strategiche, marittime e le conseguenze specifiche per l'Italia. I Fatti L'articolo inizia con il resoconto di un incontro significativo tenutosi a Nuova Delhi tra l'ammiraglio Samuel Paparo, comandante dell'Indo-Pacific Command degli Stati Uniti, e i suoi omologhi di Australia, India e Giappone. Questo evento, insolito data la dichiarata assenza di un pilastro di difesa formale all'interno del Quad, sottolinea una crescente consapevolezza tra i suoi membri della necessità di affrontare in modo più diretto le sfide alla sicurezza nella regione indo-pacifica. Precedentemente, anche un incontro dei ministri degli esteri del Quad aveva posto un'enfasi inusuale sulle questioni di sicurezza, segnalando un'evoluzione nella percezione delle priorità del gruppo. Dalla sua istituzione, il Quad si è concentrato principalmente su sfide alla sicurezza non tradizionali, come i disastri naturali e la pesca illegale, evitando in larga misura l'integrazione delle operazioni militari convenzionali. Tuttavia, la rapida crescita della potenza e dell'influenza cinese sta rendendo questa cautela insostenibile. La Cina sta attivamente espandendo la sua presenza nell'Oceano Indiano, attraverso investimenti infrastrutturali, operazioni di influenza politica e un significativo potenziamento della sua marina militare, inclusa la costruzione di navi a lungo raggio e l'intensificazione delle attività di intelligence. L'autore evidenzia come gli Stati Uniti abbiano storicamente sottovalutato l'importanza strategica dell'Oceano Indiano, concentrandosi maggiormente sulle tensioni nel Pacifico occidentale. Tuttavia, l'Oceano Indiano riveste un ruolo cruciale per l'economia globale, essendo attraversato da vitali rotte commerciali che collegano Asia, Europa e Medio Oriente. Inoltre, la regione è ricca di risorse naturali, tra cui risorse ittiche e minerali essenziali per la sicurezza alimentare e le catene di approvvigionamento globali. La mancata risposta da parte degli Stati Uniti e dei suoi partner all'espansionismo cinese nell'Oceano Indiano potrebbe portare a una crescente vulnerabilità alla coercizione di Pechino. Entro un decennio, una presenza navale cinese in espansione potrebbe essere in grado di minacciare le rotte marittime globali, sfruttare ulteriormente le risorse dei paesi della regione e proiettare potenza militare ben oltre le sue attuali capacità. Per evitare questo scenario, gli Stati Uniti devono elaborare una strategia globale per l'Oceano Indiano che tenga conto delle preoccupazioni degli stati regionali e rafforzi la capacità di Washington di esercitare forza militare nella zona. Negli ultimi anni, la politica statunitense nell'Indo-Pacifico è stata guidata da principi vaghi come la fornitura di "beni pubblici internazionali" e la preservazione di un "Indo-Pacifico libero e aperto". Sebbene questi obiettivi siano ampiamente condivisibili, la loro genericità non fornisce indicazioni operative chiare per affrontare le specifiche sfide nell'Oceano Indiano. Tarapore sottolinea come l'espansione militare cinese nell'Oceano Indiano rappresenti un rischio a lungo termine per gli interessi degli Stati Uniti e dei suoi partner. In particolare, si prevede che l'attività sottomarina cinese supererà presto la capacità di contrasto dell'India o di qualsiasi altro singolo paese nella regione. Nonostante l'India mantenga una significativa presenza navale nell'Oceano Indiano e contribuisca alla sicurezza regionale, i suoi investimenti in nuove capacità sono limitati rispetto a quelli della Cina e sono rallentati negli ultimi anni. L'autore riconosce gli sforzi del Quad nella cooperazione su questioni non militari, come la distribuzione di vaccini COVID, la ricerca sul cancro e la definizione di standard per le telecomunicazioni. L'obiettivo di tali iniziative è rafforzare la resilienza dei piccoli stati regionali, rendendoli meno vulnerabili alla coercizione cinese. Tuttavia, il Quad ha finora evitato qualsiasi forma di cooperazione militare che potesse essere interpretata come un tentativo di costruire una potenza combattente, per timore di una reazione negativa da parte dei paesi del Sud-est asiatico, preoccupati per una potenziale competizione destabilizzante tra Stati Uniti e Cina. Le attività militari congiunte, come le esercitazioni navali Malabar, vengono condotte al di fuori della cornice formale del Quad. Attualmente, l'India svolge un ruolo cruciale come "fornitore di sicurezza netto" nella regione, ma la sua capacità di contrastare la crescente presenza navale cinese sarà sempre più limitata. Conseguenze Geopolitiche Le conseguenze geopolitiche dell'espansione cinese nell'Oceano Indiano sono profonde e di vasta portata. Se gli Stati Uniti e i loro partner non riusciranno a contrastare questa tendenza, si assisterà a un progressivo spostamento dell'equilibrio di potere nella regione a favore della Cina. Questo potrebbe portare a una maggiore influenza di Pechino sulle decisioni politiche ed economiche dei paesi dell'Oceano Indiano, con una conseguente riduzione della sovranità e dell'autonomia di questi stati. La capacità della Cina di "comprare" le élite politiche e di investire massicciamente in infrastrutture le conferirebbe un vantaggio strategico significativo. Un'ulteriore conseguenza geopolitica sarebbe l'erosione dell'ordine internazionale promosso dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. La Cina, con la sua crescente potenza, potrebbe essere incentivata a sfidare il ruolo egemone degli USA e a promuovere un sistema internazionale più allineato ai suoi interessi e valori. Questo potrebbe portare a una maggiore instabilità regionale e globale, con un aumento del rischio di conflitti. La crescente presenza militare cinese nell'Oceano Indiano potrebbe anche avere implicazioni significative per le alleanze e i partenariati esistenti nella regione. I paesi che si sentono minacciati dall'espansionismo cinese potrebbero essere più propensi a cercare l'appoggio degli Stati Uniti e dei suoi alleati, rafforzando potenzialmente le dinamiche di blocco. Tuttavia, altri paesi, per ragioni economiche o politiche, potrebbero essere riluttanti a schierarsi apertamente contro la Cina, preferendo una politica di neutralità o di accomodamento. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico, la crescente presenza militare cinese nell'Oceano Indiano pone una serie di sfide significative per gli Stati Uniti e i suoi partner. La capacità della marina cinese di proiettare potenza sempre più lontano dalle sue coste, inclusa la possibilità di schierare sottomarini avanzati, rappresenta una minaccia diretta per le linee di comunicazione marittime (SLOC) vitali per il commercio globale e per il movimento delle forze militari statunitensi e alleate. La superiorità numerica della marina cinese e il suo rapido ammodernamento mettono in discussione la tradizionale superiorità navale degli Stati Uniti nella regione indo-pacifica. Se questa tendenza dovesse continuare, gli Stati Uniti potrebbero trovarsi in una posizione di svantaggio in caso di crisi o conflitto. Inoltre, la capacità cinese di raccogliere intelligence nell'Oceano Indiano è in aumento, il che potrebbe compromettere la capacità degli Stati Uniti e dei suoi partner di monitorare e rispondere efficacemente alle attività militari cinesi. La mancanza di una condivisione di intelligence efficace tra gli alleati, come evidenziato nell'articolo, rappresenta un ulteriore elemento di vulnerabilità. Per contrastare queste sfide strategiche, gli Stati Uniti devono adottare un approccio più proattivo e integrato. Ciò include non solo il rafforzamento delle proprie capacità militari nella regione, ma anche una maggiore cooperazione con i suoi partner, in particolare nel campo dell'intelligence, delle operazioni congiunte, della prontezza militare e della modernizzazione degli armamenti. Conseguenze Marittime Le conseguenze marittime dell'espansionismo cinese nell'Oceano Indiano sono strettamente legate alle implicazioni strategiche. La crescente presenza della marina cinese solleva preoccupazioni riguardo alla sicurezza delle rotte marittime che attraversano la regione. La potenziale capacità cinese di interrompere o minacciare queste rotte avrebbe un impatto devastante sul commercio globale, con ripercussioni economiche per tutti i paesi, inclusa l'Italia. Inoltre, l'aumento delle attività navali cinesi potrebbe portare a una maggiore competizione per l'accesso alle risorse marittime, come la pesca e i minerali sottomarini. Ciò potrebbe esacerbare le tensioni regionali e portare a conflitti. La capacità cinese di proiettare potenza navale potrebbe anche essere utilizzata per esercitare pressione sui paesi costieri dell'Oceano Indiano, influenzando le loro politiche marittime e il loro accesso alle risorse. Per preservare la libertà di navigazione e la sicurezza marittima nell'Oceano Indiano, è essenziale che gli Stati Uniti e i suoi partner rafforzino la loro presenza navale nella regione e conducano operazioni di pattugliamento e sorveglianza congiunte. È inoltre importante promuovere il rispetto del diritto internazionale marittimo e risolvere pacificamente le dispute territoriali e marittime. Conseguenze per l'Italia Sebbene geograficamente distante dall'Oceano Indiano, l'Italia non è immune alle conseguenze degli sviluppi geopolitici e strategici in questa regione che, per la parte occidentale, è inserita nell’area definita come Mediterraneo Allargato e quindi di primario interesse nazionale. L'Italia è un'economia fortemente dipendente dal commercio internazionale, e le rotte marittime che attraversano l'Oceano Indiano sono vitali per il trasporto di merci tra l'Asia, l'Europa e il Mediterraneo. Qualsiasi interruzione o minaccia a queste rotte, causata dall'instabilità regionale o dalla crescente influenza cinese, potrebbero avere ripercussioni negative sull'economia italiana, aumentando i costi di trasporto e potenzialmente interrompendo le catene di approvvigionamento. Inoltre, l'Italia, come membro dell'Unione Europea e della NATO, ha un interesse nella preservazione di un ordine internazionale stabile, sicuro e ordinato e nella prevenzione di dinamiche di potere che potrebbero minacciare la stabilità globale. L'espansionismo cinese nell'Oceano Indiano potrebbero rappresentare una sfida questo ordine qualora porti a tensioni con l’India, potenza regionale nel contesto dell’Oceano Indiano. L'Italia partecipa già ad alcune iniziative di sicurezza marittima nel Mediterraneo allargato nell’Oceano Indiano occidentale, come l'operazione Atalanta dell'UE per la lotta alla pirateria e l’operazione Aspìdes. Tuttavia, alla luce della crescente complessità delle sfide nella regione, potrebbe essere necessario un maggiore impegno da parte dell'Italia e dell'Unione Europea nel rafforzare la cooperazione con l’India e gli altri partner, anche nel campo della sicurezza marittima e della condivisione di intelligence. L'Italia potrebbe anche svolgere un ruolo diplomatico nel promuovere il dialogo e la cooperazione tra i paesi della regione, al fine di mitigare le tensioni e prevenire conflitti. È fondamentale che l'Italia mantenga un approccio equilibrato, cercando di preservare le proprie relazioni economiche con la Cina, pur sostenendo i principi di libertà di navigazione, rispetto del diritto internazionale e sovranità degli stati. Conclusioni e Raccomandazioni In conclusione, l'articolo di Arzan Tarapore evidenzia in modo convincente la crescente importanza strategica dell'Oceano Indiano e la necessità urgente per gli Stati Uniti di elaborare una strategia più definita e robusta per affrontare la crescente influenza cinese nella regione. La tradizionale sottovalutazione dell'Oceano Indiano da parte di Washington non è più sostenibile di fronte alle ambizioni di Pechino e al potenziale impatto sulla sicurezza globale e sugli interessi degli Stati Uniti e dei suoi partner. Le conseguenze geopolitiche, strategiche e marittime dell'espansionismo cinese nell'Oceano Indiano sono significative e potrebbero portare a uno spostamento dell'equilibrio di potere, all'erosione dell'ordine internazionale e a minacce alla libertà di navigazione e al commercio globale. Anche l'Italia, pur trovandosi geograficamente distante, risentirebbe delle ripercussioni economiche e geopolitiche di questi sviluppi. Per contrastare queste sfide, Tarapore raccomanda che gli Stati Uniti adottino una strategia omnicomprensiva per l'Oceano Indiano che vada oltre la fornitura di "beni pubblici internazionali" e si concentri sul rafforzamento delle basi abilitanti della potenza militare propria e dei suoi partner: intelligence, operazioni, prontezza e modernizzazione. Una maggiore cooperazione militare con i membri del Quad e altri partner regionali, pur tenendo conto delle sensibilità dei paesi del Sud-est asiatico, è essenziale per costruire una deterrenza credibile e preservare la stabilità nella regione. Una strategia efficace richiederà un coordinamento più stretto tra le agenzie governative statunitensi e con gli alleati e i partner, fornendo una guida chiara e definendo priorità militari specifiche. Per l'Italia e l'Unione Europea, è cruciale monitorare attentamente gli sviluppi nell'Oceano Indiano e rafforzare la cooperazione con l’India, gli Stati Uniti e gli altri partner per preservare la sicurezza marittima, la libertà di navigazione e la stabilità e sicurezza dell'ordine internazionale. Un maggiore impegno diplomatico e una possibile maggiore partecipazione a iniziative di sicurezza nella regione potrebbero essere necessari per tutelare gli interessi italiani ed europei in un contesto geopolitico in rapida evoluzione. Riferimento: Tarapore, A. (2025, April 7). America Needs a Real Indian Ocean Strategy. Foreign Affairs. From https://www.foreignaffairs.com/united-states/america-needs-real-indian-ocean-strategy © RIPRODUZIONE RISERVATA
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