OHi Mag Report Geopolitico nr. 125 Delian Alliance Industries Announces Interceptigon Series La Rivoluzione degli Interceptigon, autonomi per la Difesa Costiera Introduzione In un panorama geostrategico globale sempre più complesso e caratterizzato da una rapida evoluzione tecnologica, l'annuncio della serie Interceptigon da parte dell'azienda greca Delian Alliance Industries, riportato da Dimitris Mitsopoulos per Naval News il 5 maggio 2025, segna un potenziale punto di svolta nel dominio della difesa costiera e delle strategie di Anti-Access/Area Denial (A2/AD). Questa nuova linea di droni "sacrificabili", occultabili e autonomi promette di ridefinire il rapporto costo-efficacia a favore del difensore, offrendo a nazioni, specialmente quelle prive di profondità strategica o con tempi di reazione limitati, strumenti innovativi per la salvaguardia della propria sovranità territoriale e delle Zone Economiche Esclusive (ZEE). Il presente saggio si propone di analizzare i dettagli di questa innovazione, esplorandone le profonde conseguenze geopolitiche, strategiche e marittime, con un focus particolare sulle potenziali implicazioni per l'Italia, data la sua estesa proiezione marittima nel Mediterraneo. I Fatti Descritti L'articolo di Naval News del 5 maggio 2025, basato su un comunicato stampa di Delian Alliance Industries e su informazioni esclusive fornite alla testata, annuncia il lancio della serie Interceptigon. Si tratta di una nuova famiglia di sistemi d'arma definiti "one-way effectors" (OWE), ovvero mezzi che rispondono a uno stimolo esterno, sono a perdere, progettati per essere a basso costo, costruiti su larga scala ("spendibili"), capaci di operare in modo occulto e autonomo, e specificamente concepiti per operazioni di difesa costiera. L'obiettivo dichiarato è fornire alle nazioni europee e alleate un vantaggio decisivo nelle capacità A2/AD, alterando drasticamente il rapporto costo-beneficio dello scontro a favore di chi si difende. La serie Interceptigon, che sarà presentata ufficialmente alla Defence Exhibition Athens (DEFEA) 2025 (6-9 maggio), comprende inizialmente due piattaforme autonome, entrambe dotate di carichi utili cinetici e capaci di operare singolarmente o in sciami coordinati per saturare avversari più grandi e sofisticati:
I sistemi Interceptigon sono progettati per essere attivati su richiesta, dispiegati rapidamente e operare con un input minimo, ricevendo una descrizione base del bersaglio e navigando autonomamente per ingaggiarlo. Questa architettura consente un dispiegamento scalabile e effetti di saturazione su piattaforme di grandi dimensioni. L'azienda greca, con uffici ad Atene e Londra e supportata da fondi di venture capital europei, combina competenze in IA, servizi software resilienti, guerra elettronica. I suoi sistemi, che mirano a colmare una lacuna nelle capacità di attacco occidentali fornendo opzioni efficaci e autonome a una frazione del costo dei sistemi tradizionali ("exquisite"), sono già impiegati in operazioni critiche lungo i confini europei (presumibilmente sistemi di sorveglianza). Delian Alliance Industries vede la serie Interceptigon come la componente "strike" che si integra con le sue attuali capacità di "sensing" (torri di sorveglianza, moduli IA per la fusione di sensori) per creare reti A2/AD complete. Il concetto operativo si basa su un "mosaico" di sensori ed effettori, sia tradizionali che innovativi, interconnessi a una piattaforma software comune, capaci di imporre zone A2/AD. La lezione chiave tratta dal conflitto in Ucraina, citata dall'azienda, è la vulnerabilità di grandi piattaforme tradizionali (fregate, corvette) ad attacchi asimmetrici coordinati da sciami di droni o USV. Il sistema è attualmente in fase di sviluppo e test, con le specifiche finali, incluse le configurazioni dei carichi utili e la logica degli sciami, in fase di affinamento in base ai requisiti degli utenti finali, con test e iterazioni che proseguiranno per tutto il 2025. Le aree geografiche identificate come particolarmente adatte per questi sistemi includono i Paesi Nordici, Baltici, il Sud-Est Asiatico e l'Egeo. Conseguenze Geopolitiche L'introduzione di sistemi come la serie Interceptigon è destinata a generare significative conseguenze geopolitiche. In primo luogo, essi offrono una potenziale "democratizzazione" delle capacità A2/AD. Nazioni con budget per la difesa più contenuti o con minore capacità industriale potrebbero dotarsi di strumenti efficaci per scoraggiare aggressioni da parte di potenze militarmente superiori, alterando così gli equilibri di potere regionali, specialmente in aree geografiche caratterizzate da dispute territoriali marittime o da prossimità a vicini assertivi (come l'Egeo, il Mar Baltico, il Mar Cinese Meridionale). La capacità di negare l'accesso a proprie acque territoriali o ZEE, anche temporaneamente, può rappresentare un potente strumento di deterrenza e di negoziazione. La proliferazione di tali sistemi, data la loro economicità e potenziale facilità di produzione su scala (grazie all'uso di componenti COTS - Commercial Off-The-Shelf), potrebbe tuttavia alimentare nuove corse agli armamenti regionali o abbassare la soglia per l'uso della forza, se gli attori si sentissero più sicuri dietro tali "scudi" autonomi. Inoltre, la natura "one-way" e potenzialmente autonoma solleva questioni complesse riguardo al controllo umano significativo sull'uso della forza e al rischio di escalation involontaria. L'enfasi sulla "sovranità" e sulla difesa dell'integrità territoriale risuona fortemente con molte nazioni, ma potrebbe anche essere strumentalizzata per giustificare posture più aggressive. La leadership europea in questo settore, rappresentata da un'azienda come Delian Alliance Industries, potrebbe rafforzare il concetto di autonomia strategica europea, ma anche creare tensioni con alleati extra-europei se tali tecnologie non fossero adeguatamente controllate o integrate in dottrine condivise. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico, la serie Interceptigon incarna la crescente importanza della guerra asimmetrica e l'impatto delle tecnologie "disruptive". La capacità di infliggere danni sproporzionati a piattaforme costose e complesse (come navi da guerra maggiori) utilizzando un gran numero di effettori a basso costo (il termine inglese effector – usato in campo biomedico – indica ciò che effettua un'azione, o che subisce un cambiamento in risposta a uno stimolo). Nel caso specifico l’obiettivo è di poter contare su una serie di droni dormienti, sacrificabili pronti a intervenire in massa su un bersaglio nemico. Tutto ciò rappresenta una sfida diretta alle dottrine militari tradizionali, spesso basate su un numero limitato di assetti "exquisite". Questo costringe le potenze maggiori a ripensare le proprie strategie di proiezione di potenza e a investire in contromisure efficaci contro attacchi di sciami di droni. L'occultabilità degli Interceptigon (sottoterra per la versione A, sul fondale per la N) complica enormemente le fasi di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (ISR) dell'avversario, rendendo difficile la localizzazione e la neutralizzazione preventiva di queste minacce. L'autonomia operativa, seppur limitata a una "descrizione base del bersaglio", riduce il carico cognitivo sugli operatori e permette reazioni a "velocità macchina", un fattore cruciale in scenari ad alta intensità. Strategicamente, questi sistemi rafforzano la difesa in profondità (o meglio, la difesa costiera in assenza di profondità strategica), rendendo estremamente rischioso per un aggressore avvicinarsi alle coste protette da tali reti. La necessità di sviluppare nuove tattiche, tecniche e procedure (TTPs) sia per l'impiego di questi sistemi che per la difesa contro di essi potrebbe diventare prioritaria per le forze armate di tutto il mondo. Conseguenze Marittime Le conseguenze marittime sono particolarmente accentuate. La serie Interceptigon, specialmente la variante N (USV), è esplicitamente progettata per neutralizzare assetti navali durante le fasi più vulnerabili, come il transito in chokepoints, le operazioni di sbarco anfibio o l'avvicinamento ai porti. La capacità di un USV di rimanere silente e nascosto sul fondale marino per poi attivarsi al momento opportuno rappresenta un incubo per la pianificazione navale. Questo tipo di minaccia potrebbe rendere insostenibile per navi di superficie operare impunemente in acque litoranee contese, anche se dotate di ottime difese. Le marine militari dovranno accelerare lo sviluppo e l'integrazione di capacità di contrasto agli sciami di droni aerei e di superficie, nonché migliorare le proprie capacità di rilevamento subacqueo per individuare USV posati sul fondo. Ciò potrebbe includere l'uso di veicoli subacquei autonomi (AUV) per la mappatura e la bonifica dei fondali, sistemi di guerra elettronica avanzati, armi ad energia diretta (laser, microonde) e sistemi d'arma a corto raggio ad alta cadenza di tiro. La libertà di navigazione, un principio cardine del diritto marittimo internazionale, potrebbe essere ulteriormente erosa se tali sistemi A2/AD venissero impiegati in modo estensivo e indiscriminato per rivendicare sovranità su ampie aree marittime. La sicurezza delle rotte commerciali e delle infrastrutture marittime critiche (come cavi sottomarini o piattaforme offshore) diventerà ancora più complessa da garantire. Conseguenze per l’Italia Per l'Italia, nazione con un'estesissima linea costiera, una posizione centrale nel Mediterraneo e significativi interessi marittimi (dalla ZEE alla protezione delle rotte commerciali e delle infrastrutture energetiche), l'avvento di sistemi come gli Interceptigon presenta sia sfide che opportunità. La sfida principale risiede nella necessità di dotare la Marina Militare di capacità adeguate a fronteggiare questo nuovo tipo di minaccia, qualora attori ostili nella regione dovessero acquisirla. Ciò implica investimenti in ricerca e sviluppo per contromisure, aggiornamento delle dottrine operative e addestramento specifico. D'altro canto, l'industria della difesa italiana, con eccellenze come Leonardo e Fincantieri, potrebbe vedere in questo trend un'opportunità. Potrebbe sviluppare sistemi analoghi, magari in collaborazione con partner europei come la stessa Delian Alliance Industries, per rafforzare le capacità di difesa nazionale e proporsi sul mercato internazionale. L'approccio "europeo" e "sovrano" promosso da Delian si allinea con gli obiettivi di autonomia strategica perseguiti dall'Unione Europea e dall'Italia. L'acquisizione o lo sviluppo domestico di sistemi "spendibili" e autonomi potrebbe offrire all'Italia strumenti più flessibili ed economicamente sostenibili per la sorveglianza e la difesa del "Mediterraneo Allargato", integrando le piattaforme tradizionali. La necessità di proteggere infrastrutture critiche e garantire la sicurezza marittima in un contesto sempre più contestato potrebbe spingere verso l'adozione di queste nuove tecnologie, ponendo al contempo l'esigenza di definire chiaramente le regole d'ingaggio e il quadro etico-legale per il loro impiego. Conclusioni e Raccomandazioni L'annuncio della possibile produzione in serie degli Interceptigon da parte di Delian Alliance Industries, come documentato da Naval News, non è semplicemente la presentazione di un nuovo sistema d'arma, ma l'indicazione di una profonda trasformazione in atto nel modo di concepire e condurre la difesa costiera e le operazioni A2/AD. L'enfasi su effettori "spendibili", autonomi, occultabili e capaci di operare in sciami a basso costo sta ridisegnando il paradigma strategico, offrendo a nazioni con risorse limitate la possibilità di erigere barriere difensive credibili contro avversari tecnologicamente e numericamente superiori. Questo sviluppo impone una riflessione urgente sulle sue implicazioni per la stabilità regionale, la libertà di navigazione e la corsa agli armamenti. Si raccomanda alle nazioni, inclusa l'Italia, di studiare attentamente queste nuove minacce e opportunità, investendo sia nello sviluppo di contromisure efficaci sia, se strategicamente opportuno, nell'integrazione di simili capacità "asimmetriche" nelle proprie dottrine difensive. È cruciale promuovere un dibattito internazionale sullo sviluppo e l'impiego di sistemi d'arma autonomi, definendo norme e limiti per prevenirne l'abuso e l'escalation incontrollata. L'industria della difesa, in particolare quella europea, dovrebbe cogliere la sfida dell'innovazione, puntando su soluzioni che garantiscano sicurezza e sovranità in un'era di conflittualità tecnologicamente avanzata e sempre più decentralizzata. La vera sfida sarà bilanciare il potenziale deterrente di queste tecnologie con i rischi intrinseci alla loro diffusione e autonomizzazione. Riferimento Mitsopoulos, Dimitris, "Delian Alliance Industries Announces Interceptigon Series". Naval News, 5 maggio 2025, https://www.navalnews.com/naval-news/2025/05/delian-alliance-industries-announces-interceptigon-series/ © RIPRODUZIONE RISERVATA
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