OHi Mag Report Geopolitico nr. 143 Introduzione La Strategic Defence Review (SDR) 2025, presentata dal governo laburista di Sir Keir Starmer nel giugno 2025, segna un momento cruciale per la politica di difesa del Regno Unito. In un contesto geopolitico caratterizzato da crescente multipolarità e da una competizione strategica in intensificazione, aggravata da rapidi cambiamenti tecnologici, il documento si propone di delineare la strategia britannica per i prossimi decenni. Identificando la Russia come una "minaccia immediata e pressante" e la Cina come una "sfida sofisticata e persistente", affiancate da "disturbatori regionali" come Iran e Corea del Nord, la SDR 2025 riconosce la necessità di un profondo rinnovamento. Le sue 62 raccomandazioni spaziano dagli armamenti alla struttura delle forze, dal rapporto con l'industria alla centralità dell'innovazione tecnologica, ponendo la NATO al primo posto ("NATO First") e mirando a trasformare la difesa da onere a volano per la crescita economica e la coesione sociale. I Fatti La Strategic Defence Review 2025 delinea una serie di trasformazioni e investimenti mirati a modernizzare le forze armate britanniche. Per la Royal Navy, si prevede la creazione di una "New Hybrid Navy", incentrata sulla costruzione dei sottomarini lanciamissili balistici classe Dreadnought e dei sottomarini d'attacco a propulsione nucleare SSN-AUKUS. Questa flotta sarà affiancata da una nuova generazione di navi da guerra, unità di supporto e piattaforme autonome, con una trasformazione della capacità di attacco delle portaerei per includere droni e armi a lungo raggio, destinate a pattugliare l'Atlantico settentrionale e oltre. Si sottolinea l'impegno per una produzione continua di sottomarini, con l'obiettivo di consegnare una nuova unità ogni 18 mesi, mirando a una flotta SSN "fino a" 12 battelli. L'Esercito Britannico dovrà subire una modernizzazione significativa per diventare, secondo le ambizioni dichiarate, "dieci volte più letale". Questo obiettivo sarà perseguito combinando difesa aerea, Intelligenza Artificiale (IA), armi a lungo raggio e sciami di droni terrestri. La dimensione dell'esercito regolare vedrà un leggero aumento a 76.000 soldati a tempo pieno dopo il 2029, supportato da una riserva strategica addestrata e pronta alla mobilitazione. La Royal Air Force (RAF) sarà trasformata con l'introduzione di nuovi caccia F-35, l'aggiornamento dei Typhoon e lo sviluppo di futuri velivoli da combattimento autonomi attraverso il Global Combat Air Programme (GCAP). Si riconosce la necessità di ulteriori F-35, ipotizzando un mix di versioni A e B. Fino a 1 miliardo di sterline sarà investito in nuove difese aeree e missilistiche per il territorio nazionale. Un aspetto cruciale della review è l'impegno per il deterrente nucleare strategico, con un investimento di 15 miliardi di sterline nel programma di testate sovrane, che dovrebbe creare 9.000 posti di lavoro. Viene anche accennata la possibilità di una "maggiore partecipazione alla missione nucleare" della NATO, suggerendo una potenziale acquisizione di armi nucleari tattiche. Nel settore cyber e tecnologico, si prevede un investimento di oltre 1 miliardo di sterline per una nuova "Digital Targeting Web" (rete di puntamento digitale) da consegnare nel 2027, volta a integrare meglio i sistemi d'arma e ad accelerare le decisioni sul campo di battaglia. Verrà istituito un nuovo CyberEM Command per guidare le capacità cyber difensive e offensive e la guerra elettromagnetica. Saranno stanziati 400 milioni di sterline per una nuova organizzazione britannica per l'innovazione della difesa (UKDI). Per quanto riguarda armamenti ed equipaggiamenti, è previsto un budget annuale di 11 miliardi di sterline per sistemi di prima linea. Saranno costruite almeno sei nuove fabbriche di munizioni, con un investimento governativo di 1,5 miliardi di sterline, creando oltre 1.000 posti di lavoro. Si mira alla produzione domestica di fino a 7.000 armi di precisione a lungo raggio, sostenendo circa 800 posti di lavoro. Infine, la SDR include misure per il personale, come un investimento di oltre 1,5 miliardi di sterline fino al 2029 per migliorare gli alloggi delle forze armate e un aumento del 30% del numero di cadetti. Viene anche menzionata la creazione di un nuovo ufficio per le esportazioni di difesa presso il Ministero della Difesa e l'obiettivo di risparmiare 6 miliardi di sterline entro il 2029 attraverso economie di efficienza. Tuttavia, molti dettagli sulla progettazione delle forze e sui finanziamenti specifici dei programmi sono rimandati a un Defence Command Paper previsto in autunno, lasciando un velo di incertezza su come queste ambizioni saranno concretamente realizzate. Conseguenze Geopolitiche La Strategic Defence Review 2025 ridefinisce la postura geopolitica del Regno Unito in un'era di accresciuta instabilità. La designazione della Russia come "minaccia immediata e pressante" e della Cina come "sfida sofisticata e persistente", insieme al riconoscimento dell'allineamento crescente tra questi attori revisionisti, segnala una chiara percezione del deterioramento del contesto di sicurezza globale. La politica "NATO First" pone l'Alleanza Atlantica al centro della strategia di difesa britannica, con l'impegno a fornire il "più grande contributo" del Regno Unito dalla fondazione dell'organizzazione. Ciò implica un rafforzamento del fianco orientale della NATO e una maggiore integrazione delle forze britanniche nelle strutture e nei piani dell'Alleanza. Nonostante la priorità euro-atlantica, l'impegno nell'Indo-Pacifico non viene abbandonato, sebbene appaia ridimensionato rispetto alla Integrated Review del 2021. Programmi come AUKUS (con Australia e Stati Uniti) e il Global Combat Air Programme (GCAP, con Italia e Giappone) sono citati come pilastri della collaborazione industriale e operativa, indicando la volontà di mantenere l'Indo-Pacifico come area significativa per la difesa e la sicurezza del Regno Unito, ancorché possibilmente in un ruolo ancillare o rivisto alla luce delle risorse disponibili. La relazione con gli Stati Uniti rimane fondamentale, vista come la più stretta alleanza di difesa e sicurezza. La SDR mira a massimizzare il potenziale di questa partnership come "moltiplicatore di forza", specialmente attraverso la collaborazione industriale e tecnologica incarnata da AUKUS. Nei confronti degli alleati europei, il Regno Unito cercherà di approfondire gli accordi bilaterali – con Francia, Germania, Polonia, Norvegia e Italia esplicitamente menzionate – per rafforzare l'architettura di sicurezza europea e la stabilità dell'Alleanza. Formati multilaterali come il Joint Expeditionary Force (JEF) continueranno a essere strumenti per consolidare la sicurezza regionale. Il sostegno all'Ucraina viene ribadito con un impegno finanziario di 3 miliardi di sterline annui "per tutto il tempo necessario", sottolineando il ruolo di leadership internazionale del Regno Unito e la volontà di trarre insegnamenti dal conflitto per modernizzare le proprie forze. Tuttavia, la critica sollevata da alcuni analisti, secondo cui la review sarebbe "più puntata a sogni che ad impegni concreti" di finanziamento (il raggiungimento del 3% del PIL per la difesa entro il 2034 non è una garanzia ferrea), potrebbe influenzare la percezione della credibilità e dell'affidabilità britannica sulla scena internazionale. Se le risorse non dovessero materializzarsi, la capacità del Regno Unito di proiettare influenza e di adempiere ai suoi impegni globali potrebbe risentirne, limitando di fatto la portata delle sue ambizioni geopolitiche nonostante la retorica del documento. La futura pubblicazione del Defence Command Paper in autunno sarà decisiva per comprendere la reale portata dell'impegno britannico. Conseguenze Strategiche Le conseguenze strategiche della SDR 2025 sono profonde e mirano a un cambiamento paradigmatico per la difesa britannica. Al centro vi è la transizione verso una "prontezza alla guerra" (warfighting readiness) come scopo primario delle forze armate, abbandonando l'enfasi post-Guerra Fredda su operazioni di stabilizzazione e contro-insurrezione. Questo richiede non solo un riorientamento delle capacità, ma anche un cambiamento culturale e una maggiore consapevolezza sociale della necessità della difesa. Il deterrente nucleare strategico rimane il fondamento della sicurezza nazionale, con investimenti significativi nel suo rinnovo (programma Dreadnought e testate Astraea). L'accenno a una possibile partecipazione britannica alla missione nucleare tattica della NATO, sebbene controverso e costoso, indicherebbe un'ulteriore evoluzione della postura nucleare in risposta alle minacce percepite. Il deterrente convenzionale, tuttavia, necessita di un potenziamento significativo, come evidenziato dagli investimenti previsti in munizioni e sistemi d'arma a lungo raggio. L'innovazione tecnologica è un pilastro della nuova strategia. La creazione della Digital Targeting Web, l'enfasi sull'Intelligenza Artificiale, sui droni e sulla guerra cibernetica, e l'istituzione della UK Defence Innovation (UKDI) con un budget dedicato, puntano a trasformare le forze armate in una potenza tecnologicamente avanzata. Questo approccio "digital age" è visto come essenziale per mantenere un vantaggio qualitativo sugli avversari. La SDR promuove un "approccio di tutta la società" alla sicurezza nazionale, riconoscendo che la difesa non è compito esclusivo dei militari. Ciò implica un coinvolgimento più stretto dell'industria, del mondo accademico e della società civile. Parallelamente, la review mira a creare un "dividendo della difesa", utilizzando gli investimenti nel settore come motore di crescita economica, creazione di posti di lavoro e promozione di investimenti a livello nazionale. Questo richiede una riforma radicale degli appalti e un nuovo partenariato con l'industria della difesa, volto a stimolare la produttività e l'innovazione, con un'attenzione particolare alla ricostituzione di una base industriale nazionale per la produzione di munizioni. La sfida del personale è riconosciuta come critica. Le iniziative per migliorare il reclutamento e la ritenzione, inclusi migliori alloggi e una maggiore flessibilità, sono essenziali per garantire la disponibilità delle competenze necessarie. Il leggero aumento previsto per l'Esercito e il potenziamento delle riserve indicano la consapevolezza della necessità di massa, oltre che di tecnologia. Tuttavia, la principale incognita strategica risiede nella discrepanza tra ambizioni e risorse impegnate. La critica che la review sia "un’aspirazione" e che manchi di impegni di spesa concreti e immediati (l'obiettivo del 3% del PIL per la difesa è posticipato e condizionato) solleva dubbi sulla fattibilità della strategia. I 6 miliardi di sterline di "efficienze" da trovare entro la fine della legislatura appaiono ambiziosi. Se i finanziamenti non seguiranno, molte delle trasformazioni delineate rimarranno sulla carta, minando la credibilità della postura di deterrenza e della capacità di combattimento del Regno Unito. Il rinvio dei dettagli sulla struttura delle forze e sui programmi specifici all'autunno accentua questa incertezza strategica. Conseguenze Marittime La Strategic Defence Review 2025 delinea un futuro ambizioso ma complesso per la Royal Navy, confermando il suo ruolo centrale nella proiezione di potenza e nella deterrenza britannica. La visione di una "New Hybrid Navy" implica un'evoluzione significativa, con un forte accento sulla guerra sottomarina. La costruzione dei sottomarini lanciamissili balistici classe Dreadnought e l'espansione della flotta di sottomarini d'attacco a propulsione nucleare SSN-AUKUS "fino a" 12 unità, con una cadenza produttiva di un sottomarino ogni 18 mesi, rappresentano un impegno finanziario e industriale massiccio. Sebbene cruciale per il deterrente e per la proiezione di potenza, la sua fattibilità e sostenibilità economica senza tagli ad altre componenti navali rimangono un'incognita. Le portaerei classe Queen Elizabeth rimangono un elemento cardine, con il programma "Maritime Aviation Transformation" che prevede l'integrazione di velivoli senza pilota (UCAV) e armi a lungo raggio per creare "ali aeree ibride". La proposta di dotare le portaerei di missili da crociera lanciati dal ponte solleva perplessità tecniche e operative, mentre l'integrazione di armi stand-off sugli F-35B appare una via più logica per potenziarne la capacità offensiva. La menzione di un possibile mix di F-35A e F-35B per la RAF potrebbe avere ripercussioni sulla componente aerea imbarcata e sulla comunanza logistica. Per quanto riguarda la flotta di superficie, non vi è un'esplicita ambizione ad aumentare il numero delle unità di scorta (fregate e cacciatorpediniere). I programmi per le fregate Type 26 (antisommergibile) e Type 31 (multiruolo) sembrano destinati a proseguire come pianificato. L'enfasi è posta sull'incremento dell'efficacia delle piattaforme esistenti attraverso una più rapida adozione di tecnologie autonome e senza equipaggio. Il concetto di "Atlantic Bastion" per la protezione dell'Atlantico Settentrionale, incentrato sulle Type 26 e sull'impiego massiccio di UUV e USV (come nel progetto CABOT), in collaborazione con la RAF, è un chiaro segnale della priorità assegnata alla minaccia sottomarina russa. Il progetto per i futuri cacciatorpediniere da difesa aerea Type 83 (FADS) viene avallato, con una visione che include sistemi a equipaggio ridotto o autonomi e armi a energia diretta (DEW), integrati nella difesa aerea e missilistica del Regno Unito. Anche il programma di cacciamine autonome MHC Block 2 sembra destinato a essere finanziato. La Royal Fleet Auxiliary (RFA) vede riconosciuto il suo valore strategico, ma la proposta di integrare le sue capacità con navi commerciali e con la condivisione degli oneri con gli alleati NATO in "ambienti non contesi" appare vaga e potenzialmente problematica data la crescente contestazione degli spazi marittimi. Un aspetto positivo è il riconoscimento della necessità di una maggiore tolleranza al rischio e di una regolamentazione più flessibile ("regulatory sandbox") per accelerare lo sviluppo e l'impiego dell'autonomia marittima, cruciale per l'innovazione. La capacità Littoral Strike e i Royal Marines, attraverso l'"Amphibious Advance Force", rimangono un'aspirazione, sebbene non vi sia menzione specifica delle navi Multi-Role Support Ship (MRSS). Complessivamente, la SDR 2025 traccia una rotta di profonda trasformazione tecnologica per la Royal Navy, ma la sua credibilità dipenderà dalla capacità del governo di tradurre queste visioni in impegni finanziari concreti e riforme strutturali efficaci, superando le sfide industriali e finanziarie che hanno limitato le precedenti review. Conseguenze per l'Italia La Strategic Defence Review 2025 del Regno Unito, pur concentrandosi primariamente sulla postura di difesa britannica, presenta diverse implicazioni significative per l'Italia, soprattutto nel contesto delle alleanze e delle collaborazioni industriali. La conseguenza più diretta e positiva riguarda il Global Combat Air Programme (GCAP). La review menziona esplicitamente il GCAP, sviluppato con Italia e Giappone, come un esempio di collaborazione industriale e un pilastro per la futura capacità aerea della RAF. Questo impegno britannico rafforza la partnership trilaterale, garantendo continuità al programma e aprendo potenziali prospettive per ulteriori collaborazioni tecnologiche, sviluppo congiunto e futura esportazione del velivolo di sesta generazione. La politica "NATO First" adottata dal Regno Unito avrà ripercussioni anche per l'Italia, in quanto membro cruciale dell'Alleanza, specialmente sul fianco meridionale e nel Mediterraneo. Un Regno Unito più focalizzato sulla NATO potrebbe tradursi in una maggiore cooperazione e integrazione all'interno delle strutture dell'Alleanza, con possibili impatti su esercitazioni congiunte, pianificazione operativa e condivisione degli oneri. La SDR menziona specificamente l'Italia come un "partner bilaterale cruciale" con cui approfondire l'interoperabilità, citando in particolare quella tra i rispettivi gruppi da battaglia delle portaerei. L'enfasi della SDR sull'innovazione tecnologica e sulla trasformazione della difesa in un motore di crescita economica potrebbe creare nuove opportunità di collaborazione industriale tra Regno Unito e Italia, al di là del GCAP. Settori come i sistemi navali avanzati, le tecnologie autonome (terrestri, aeree e marittime), la cyber security e lo spazio, dove entrambi i Paesi possiedono competenze significative, potrebbero vedere un incremento delle iniziative congiunte, favorite da un approccio britannico più aperto a partenariati internazionali per lo sviluppo di capacità. Per quanto riguarda la sicurezza nel Mediterraneo, l'impegno del Regno Unito a mantenere una solida relazione con l'Italia, attore chiave nella regione, è un segnale positivo. Le sfide comuni, dalla stabilità regionale alla sicurezza delle rotte marittime, potrebbero vedere un rafforzamento del dialogo strategico e della cooperazione operativa. L'analisi delle lezioni apprese dal conflitto in Ucraina, sottolineata dalla SDR, è un tema di interesse comune per tutti i membri NATO, Italia inclusa. La condivisione di queste esperienze, specialmente riguardo all'impiego di droni, alla resilienza delle infrastrutture critiche e alla mobilitazione industriale, potrebbe portare a un allineamento delle dottrine e delle priorità di sviluppo capacitivo. Infine, sebbene la SDR delinei una visione ambiziosa, l'incertezza sui finanziamenti effettivi potrebbe temperare alcune di queste prospettive. Un Regno Unito che fatica a concretizzare i propri piani di investimento potrebbe avere una ridotta capacità di contribuire pienamente alle iniziative di sicurezza collettiva o di impegnarsi in nuovi, costosi programmi di collaborazione, con possibili ricadute anche per partner come l'Italia. La reale portata delle conseguenze dipenderà quindi dalla traduzione delle intenzioni della SDR in azioni concrete e sostenute finanziariamente. Conclusioni La Strategic Defence Review 2025 rappresenta indubbiamente un punto di svolta nelle intenzioni del Regno Unito, delineando una visione ambiziosa per la sua difesa in un'epoca di crescenti turbolenze globali. Il documento conclude che il mondo è diventato significativamente più pericoloso e imprevedibile, richiedendo un cambiamento radicale nell'approccio alla sicurezza nazionale. Le sue raccomandazioni chiave, ben 62, convergono sulla necessità di una postura "NATO First", un passaggio deciso alla "prontezza alla guerra", una trasformazione della difesa in un volano per la crescita economica ("dividendo della difesa") e un approccio "di tutta la società" alla sicurezza. Le raccomandazioni della SDR spaziano dalla modernizzazione tecnologica (con enfasi su IA, droni, cyber e spazio) al rafforzamento del deterrente nucleare e convenzionale, dalla riforma degli appalti a un nuovo patto con l'industria, fino a misure per migliorare reclutamento, ritenzione e benessere del personale. Si raccomanda di aumentare la produzione di munizioni, di sviluppare nuove capacità di difesa aerea e missilistica, e di potenziare la flotta sottomarina e le capacità delle portaerei. Tuttavia, la SDR stessa riconosce, implicitamente ed esplicitamente attraverso le analisi critiche che l'hanno accompagnata, che la realizzazione di questa visione è subordinata a un impegno finanziario sostenuto e a riforme strutturali profonde. La sfida principale sarà tradurre le aspirazioni in realtà operativa, superando l'incertezza sui finanziamenti futuri e garantendo che le risorse necessarie siano effettivamente stanziate. Solo un impegno politico e finanziario concreto e duraturo permetterà al Regno Unito di affrontare efficacemente le minacce identificate e di mantenere il suo ruolo di attore di primo piano sulla scena della sicurezza globale. Riferimenti:
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