Un mondo al bivio Questa analisi è stata preparata in collaborazione con cesmar.it Introduzione
Il quadro geopolitico globale dell'11 agosto 2025 si presenta come un crocevia di profonde tensioni e audaci iniziative diplomatiche, delineando un mondo in rapida trasformazione dove gli equilibri post-Guerra Fredda appaiono sempre più fragili. L'evento catalizzatore è senza dubbio l'imminente vertice in Alaska tra il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin, una mossa che, pur mirando a risolvere il conflitto ucraino, rischia di scardinare l'architettura di sicurezza europea e di approfondire le spaccature all'interno del blocco occidentale. Questo momento di potenziale rottura si inserisce in un contesto più ampio di competizione strategica, visibile nelle manovre assertive della Cina nell'Indo-Pacifico, nella cronica instabilità del Medio Oriente e nella ridefinizione delle catene di valore geoeconomiche. L'analisi di questi eventi non può prescindere da una visione di lungo periodo, come quella proposta da Ian Morris in "Why the West Rules—For Now", che ci ricorda la natura ciclica del potere globale. Assistiamo forse a una di quelle fasi storiche in cui, come scrive Morris, lo sviluppo stesso modifica il significato della geografia, accelerando il riallineamento del potere dall'Occidente verso l'Oriente e inaugurando un'era di incertezza e rivalità multipolare. Evento clou della giornata (cesmar.it) L'evento catalizzatore dell'11 agosto 2025 è la mobilitazione diplomatica in vista del vertice del 15 agosto in Alaska tra Trump e Putin, volto a negoziare la fine della guerra in Ucraina tramite un controverso scambio di territori. La decisione di Trump di escludere Zelensky ha allarmato l'Europa, che si è mostrata compatta nel sostegno a Kiev, rifiutando qualsiasi accordo che mini la sua sovranità. Il summit è interpretato come un tentativo di Mosca di sfruttare le divisioni occidentali per imporre la propria agenda e legittimare le sue posizioni. Sullo sfondo, la crisi umanitaria a Gaza si aggrava, evidenziando la difficoltà di una reazione unitaria occidentale anche su altri fronti e generando pesanti conseguenze regionali. I fatti raccontati dalla stampa on line La giornata dell'11 agosto 2025 è stata dominata dall'annuncio e dalle reazioni all'incontro previsto per il 15 agosto in Alaska tra Donald Trump e Vladimir Putin. Secondo molteplici fonti internazionali, tra cui GZERO Media, il New York Times e Formiche, l'obiettivo del vertice è negoziare una rapida fine della guerra in Ucraina, attraverso una proposta controversa che includerebbe uno scambio di territori. La decisione di Trump di escludere il presidente ucraino Zelensky dalla fase iniziale dei colloqui ha scatenato un'ondata di preoccupazione in Europa, con leader e analisti che temono un accordo bilaterale che sacrifichi la sovranità di Kiev. Vitalij Klitschko, sindaco della capitale ucraina, ha espresso la stanchezza della sua nazione, invocando la necessità della pace, ma l'iniziativa diplomatica di Trump è vista da molti a Kiev come un trovarsi "nella bocca del leone", come riportato da Notizie Geopolitiche. Parallelamente, altri teatri di crisi hanno mostrato la loro intensità. Nel Vicino Oriente, un raid israeliano a Gaza ha causato la morte di cinque giornalisti di Al Jazeera, un evento che ha suscitato un'ampia condanna internazionale per la soppressione della libertà di stampa (Committee to Protect Journalists, BBC). La crisi umanitaria nella Striscia è acuta, come testimoniano gli sforzi del Programma Alimentare Mondiale per inviare aiuti (Notizie Geopolitiche). Questa situazione ha spinto il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, a sospendere le forniture militari a Israele, segnando una netta presa di posizione. In un'analisi di InsideOver, la guerra ombra tra Israele e Iran prosegue senza sosta, estendendosi al dominio cibernetico con sabotaggi mirati a raffinerie e infrastrutture iraniane. Nell'Indo-Pacifico, l'assertività di Pechino ha prodotto un incidente tanto imbarazzante quanto significativo: una nave da guerra cinese, durante l'inseguimento di un'imbarcazione filippina, si è scontrata con una nave della propria guardia costiera, come riportato da GZERO Media e USNI News. L'episodio sottolinea l'aggressività delle manovre cinesi e i rischi di un'escalation involontaria. In risposta a questo clima di tensione, Taiwan ha avviato le prove in mare della sua fregata aggiornata Kang Ding (Naval News), mentre la Corea del Sud affronta una crisi strutturale delle sue forze armate, ridotte del 20% a causa di un drastico calo demografico (GZERO Media, BBC). Sul fronte geoeconomico, l'amministrazione Trump ha imposto un accordo senza precedenti ai colossi dei semiconduttori Nvidia e AMD, che dovranno versare al governo statunitense il 15% dei ricavi derivanti dalla vendita di chip di intelligenza artificiale alla Cina per ottenere le licenze di esportazione (GZERO Media, Bloomberg). Infine, la violenza politica è tornata a scuotere l'America Latina con la morte in Colombia del candidato presidenziale Miguel Uribe a seguito di un attentato, un evento che riaccende i timori per la stabilità del paese (Reuters, Il Sussidiario). Principali notizie del giorno
Analisi per Teatro Operativo (cesmar.it)
Conseguenze Geopolitiche Le iniziative diplomatiche e gli eventi dell'11 agosto delineano un quadro di profonda frammentazione geopolitica, con l'architettura delle alleanze occidentali messa a dura prova. Il vertice Trump-Putin è l'epicentro di questa dinamica. Come sottolineato da Analisi Difesa e Start Magazine, l'incontro evidenzia una spaccatura tra la strategia americana, orientata a un accordo transazionale e bilaterale, e la posizione europea, che cerca di compattarsi a sostegno di Kiev. La mossa di Trump, interpretata a Mosca come un "aiuto" al suo progetto politico (InsideOver), offre alla Russia un'opportunità strategica senza precedenti: legittimare la propria posizione sull'Ucraina, erodere l'unità transatlantica e capitalizzare le divisioni interne all'Occidente. La Russia non agisce isolata. Il suo riconoscimento ufficiale del governo talebano in Afghanistan, come analizzato dall'IISS, è una mossa pragmatica per consolidare la propria influenza in Asia Centrale e potrebbe innescare un "effetto domino", spingendo Cina e altri attori regionali a seguirne l'esempio, rafforzando il blocco di interessi alternativo a quello occidentale. In questo contesto, l'Europa si trova in una posizione difficile. La nuova Germania del cancelliere Friedrich Merz tenta di proiettare un'immagine di assertività, rafforzando il sostegno all'Ucraina e posizionandosi come pilastro strategico (GZERO Media). Tuttavia, la sua decisione di bloccare le forniture militari a Israele, pur rispondendo a una pressione interna e a una crisi umanitaria, evidenzia le divergenze di vedute all'interno del blocco occidentale sulla gestione delle crisi mediorientali. L'Europa appare debole nelle trattative commerciali con gli USA, come nota l'ISPI, e il suo tentativo di raggiungere un'autonomia strategica attraverso iniziative come il programma di armamenti SAFE (Notizie Geopolitiche) è una risposta necessaria ma ancora in fase embrionale. L'Occidente vede anche aprirsi delle opportunità, ad esempio nel Caucaso Meridionale, dove secondo il RUSI esiste una finestra per rafforzare la propria influenza in un'area contesa da Russia, Iran e Turchia. Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico-militare, gli eventi della giornata rivelano un adattamento delle dottrine e l'emergere di nuove vulnerabilità. Il conflitto in Ucraina, come evidenziato da National Interest, funge da "laboratorio" per la Cina, che ne studia le tattiche di guerra ibrida, l'impiego dei droni e le risposte internazionali per trarre lezioni applicabili a un potenziale confronto su Taiwan. Questa osservazione si salda con la risposta diretta di Taipei, che modernizza la sua marina con la fregata Kang Ding, e con l'incidente nel Mar Cinese Meridionale, che, pur essendo un errore, dimostra l'intensità operativa della marina cinese. Tuttavia, emergono anche profonde vulnerabilità strutturali. La crisi demografica della Corea del Sud, che ha portato a una drastica riduzione del personale militare, solleva seri interrogativi sulla capacità di Seul di mantenere una deterrenza convenzionale credibile contro Pyongyang, un problema che la tecnologia da sola non può risolvere. Allo stesso modo, le difficoltà della Royal Navy britannica, tra sfide di bilancio e carenza di personale (Navy Lookout), segnalano la tensione a cui sono sottoposte anche le potenze militari tradizionali. La natura stessa del conflitto sta cambiando. La guerra tra Israele e Iran, combattuta sempre più nel dominio cibernetico con attacchi a infrastrutture critiche, mostra come la guerra ibrida sia diventata la norma. Anche gli Stati Uniti stanno affinando i loro strumenti di potere: la "diplomazia sanitaria" attraverso l'uso di ospedali militari (InsideOver) e l'integrazione della lotta alla corruzione nella politica estera (Foreign Affairs) sono esempi di come il potere venga proiettato con mezzi non esclusivamente militari. Infine, la riduzione degli aiuti umanitari da parte degli USA, come analizzato da War on the Rocks, rischia di complicare il lavoro del Dipartimento della Difesa, dimostrando come sicurezza e sviluppo siano due facce della stessa medaglia strategica. Conseguenze Marittime Il dominio marittimo è al centro della competizione strategica globale, e gli eventi dell'11 agosto lo confermano pienamente. L'Indo-Pacifico è il teatro più caldo. La collisione tra le due navi cinesi vicino allo Scarborough Shoal è un sintomo della pressione costante che Pechino esercita per affermare le sue rivendicazioni territoriali e controllare rotte commerciali vitali. Questo tipo di manovre aggressive aumenta esponenzialmente il rischio di incidenti e di un'escalation militare con le Filippine o altri attori regionali. La sicurezza di queste rotte è fondamentale non solo per l'Asia, ma per l'intera economia globale. Un secondo teatro marittimo di crescente importanza è l'Artico. Il varo dell'ultima nave da pattugliamento offshore da parte della Marina canadese (Naval News) e l'invio in missione di un nuovo rompighiaccio della Guardia Costiera statunitense (gCaptain) sono la prova tangibile della militarizzazione della regione. Il cambiamento climatico sta aprendo nuove rotte marittime e l'accesso a immense risorse naturali, trasformando il Polo Nord in un'arena di competizione tra Stati Uniti, Russia, Cina e le altre nazioni artiche. La navigazione di una petroliera sanzionata in acque russe senza permessi né assicurazioni valide (gCaptain) mette in luce le enormi sfide legate alla governance e alla sicurezza in quest'area remota ma strategicamente cruciale. La sicurezza delle infrastrutture marittime critiche è un'altra preoccupazione crescente, come dimostra l'azione legale della Finlandia per il danneggiamento di cavi sottomarini (gCaptain). Infine, la sicurezza marittima è un tema chiave anche nell'Oceano Indiano, dove la base di Diego Garcia rimane un perno strategico per le proiezioni di potere di Stati Uniti e Regno Unito, come sottolineato da un'analisi dello IARI, in un contesto di rinnovate tensioni e rivalità navali. Conseguenze per l’Italia Per l'Italia, nazione a vocazione marittima e pilastro del fianco sud europeo, le conseguenze di questo scenario globale sono dirette e profonde. La principale fonte di preoccupazione deriva dalla frammentazione dell'alleanza occidentale. Un eventuale accordo tra Stati Uniti e Russia sull'Ucraina, negoziato sopra la testa degli europei, minerebbe le fondamenta della NATO e dell'UE, lasciando l'Europa e l'Italia più esposte e con minore influenza. La posizione del governo italiano, come quella espressa dal ministro Crosetto (Il Sussidiario) sulla crisi di Gaza, che critica Israele ma cerca un dialogo con l'Autorità Palestinese, riflette il difficile tentativo di bilanciare i legami transatlantici, i principi umanitari e gli interessi nazionali in un Mediterraneo sempre più instabile. La crisi di Gaza e la perenne instabilità della Libia, dove la National Oil Corporation lotta per garantire la produzione di gas (Formiche), hanno un impatto diretto sulla sicurezza energetica e sui flussi migratori verso l'Italia. Il nostro Paese si trova al centro del "Mediterraneo Allargato" e ogni focolaio di crisi in questa regione ha ripercussioni immediate. La politica estera americana nel Sahel (Geopolitica.info), così come il nuovo "Grande Gioco" nel Caucaso, sono dinamiche che l'Italia deve monitorare attentamente per proteggere i propri interessi energetici e di sicurezza. Sul piano economico, la debolezza negoziale dell'Europa di fronte alle aggressive politiche commerciali statunitensi, come evidenziato dall'ISPI, danneggia direttamente un'economia esportatrice come quella italiana. La "tassa" sui chip imposta da Trump è un segnale di come la competizione tecnologica si traduca in misure protezionistiche che possono frammentare il mercato globale. In questo contesto, l'iniziativa europea SAFE per il rafforzamento dell'industria della difesa rappresenta un'opportunità per il sistema industriale italiano, ma richiede investimenti coordinati e una visione strategica chiara per non rimanere schiacciati tra i colossi americani e la crescente potenza cinese. Conclusioni Il mondo descritto dagli eventi dell'11 agosto 2025 è un sistema internazionale in uno stato di profonda transizione, caratterizzato dall'erosione del multilateralismo e dall'ascesa di una logica transazionale basata sui rapporti di forza. L'unilateralismo assertivo degli Stati Uniti, il revisionismo strategico della Russia e la crescita inarrestabile della Cina stanno fratturando l'ordine liberale post-bellico, creando vuoti di potere e nuove arene di competizione. Il vertice in Alaska, più che una soluzione, appare come un sintomo di questa frammentazione, un tentativo di ridisegnare gli equilibri di potere che rischia di alienare gli alleati tradizionali e di legittimare l'aggressione. La spaccatura in seno all'Occidente è la conseguenza più pericolosa di questa dinamica, poiché un Occidente diviso manca della coesione necessaria per affrontare le sfide globali, dalla stabilità in Medio Oriente alla competizione tecnologica. In questo scenario complesso e volatile, l'Europa e l'Italia devono agire con lucidità e pragmatismo, evitando le "isole che non ci sono" (IARI), ovvero le illusioni di un ritorno a un passato più stabile. La raccomandazione principale è quella di accelerare con decisione il percorso verso un'autentica autonomia strategica europea. Questo non significa anti-americanismo, ma la capacità di difendere i propri interessi in modo indipendente quando necessario. Ciò richiede investimenti massicci e coordinati nella difesa, nella tecnologia e nella sicurezza energetica per ridurre le dipendenze critiche. È imperativo rafforzare l'unità politica dell'UE, trasformandola in un attore geopolitico credibile, capace di parlare con una sola voce. Per l'Italia, questo si traduce nella necessità di promuovere attivamente una politica estera e di difesa europea più coesa, concentrandosi sulla stabilizzazione del Mediterraneo Allargato, che rimane il suo primo anello di sicurezza e prosperità. Navigare le acque agitate del XXI secolo richiederà realismo, unità e una chiara visione dei propri interessi nazionali ed europei. L'11 agosto 2025 si chiude lasciando aperti numerosi fronti di incertezza. I temi con maggiori probabilità di sviluppo nei prossimi giorni sono:
Per approfondimenti ulteriori consultate i siti cesmar.it e ohimag.com I contributi sono diretta responsabilità della redazione di OHiMAG e ne rispecchiano le idee. La riproduzione, totale o parziale, è autorizzata a condizione di citare la fonte. Le informazioni qui riportate (se non citate espressamente) sono frutto di lettura e analisi delle seguenti fonti: Cesmar "Sintesi di Geopolitica e Geoeconomia (del giorno)"; Notizie riportate dai principali siti che si occupano di politica internazionale, geopolitica e strategia marittima (ISPI, Foreign Affairs, Inside Over, Analisi Difesa, Limes, Le Grand Continent, Atlantic Council, Chatham House, IISS, CSIS, The National Interest, War o the rocks, Responsible Statecraft, IAI, IARI, CIMSEC, Formiche.net, GCaptain, The global eye, Center for maritime strategy, Naval News, Shipmag, Navylookout, Navytimes, Rand, il Sussidiario, Notizie Geopolitiche, ticaInfo, Starmag) e dalle principali agenzie di stampa internazionali (Associated Press, Reuters, AFP, ANSA, DPA, TASS, Xinhua, etc.) relative al giorno precedente quello indicato nel titolo La strutturazione e l'interpretazione dei dati sono frutto di un processo di sintesi volto a creare un quadro analitico coerente e organico. La sintesi non rappresenta un'analisi originale, ma una riorganizzazione strutturata delle informazioni raccolte e scelte basata sulla expertise dei nostri studiosi che ne hanno poi estrapolato le conseguenze nei campi geopolitico, strategico, marittimo e legato all’Italia.
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