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I contributi sono diretta responsabilità della redazione di OHiMAG e ne rispecchiano le idee. La riproduzione, totale o parziale, è autorizzata a condizione di citare la fonte. Le informazioni qui riportate sono frutto di lettura e analisi delle seguenti fonti: Cesmar "Sintesi di Geopolitica e Geoeconomia (del giorno)"; Notizie riportate dai principali siti che si occupano di politica internazionale, geopolitica e strategia marittima (ISPI, Foreign Affairs, Inside Over, Analisi Difesa, Limes, Le Grand Continent, Atlantic Council, Chatham House, IISS, CSIS, The National Interest, War o the rocks, Responsible Statecraft, IAI, IARI, CIMSEC, Formiche.net, GCaptain, The global eye, Center for maritime strategy, Naval News, Shipmag, Navylookout, Navytimes, Rand, il Sussidiario, Notizie Geopolitiche, ticaInfo, Starmag) e dalle principali agenzie di stampa internazionali (Associated Press, Reuters, AFP, ANSA, DPA, TASS, Xinhua, etc.) relative al giorno precedente quello indicato nel titolo Diplomazia al centro Questa analisi è stata preparata in collaborazione con cesmar.it La strutturazione e l'interpretazione dei dati sono frutto di un processo di sintesi volto a creare un quadro analitico coerente e organico. La sintesi non rappresenta un'analisi originale, ma una riorganizzazione strutturata delle informazioni raccolte e scelte basata sulla expertise dei nostri studiosi che ne hanno poi estrapolato le conseguenze nei campi geopolitico, strategico, marittimo e legato all’Italia. Introduzione
L'istantanea geopolitica dell'11 luglio 2025 rivela un mondo incardinato su una competizione strategica sempre più definita e multidimensionale tra le grandi potenze. Non si tratta più solo di una rivalità economica, ma di una lotta per il controllo delle fondamenta tecnologiche, industriali e militari del XXI secolo. Mentre la diplomazia compie fragili passi per gestire le tensioni, come dimostrano gli incontri di alto livello tra Stati Uniti, Cina e Russia, la realtà sul campo parla di una frammentazione della sicurezza e di una preparazione tangibile a scenari di conflitto. La guerra in Ucraina continua a essere un catalizzatore di riallineamenti strategici e un laboratorio per la guerra del futuro, mentre nuove e vecchie crisi, dal Mar Rosso al Mar Cinese Meridionale, mettono a nudo la vulnerabilità di un ordine globale in piena trasformazione. In questo contesto, ogni attore, dall'alleanza transatlantica agli stati nazionali come l'Italia, è costretto a ricalibrare le proprie strategie, bilanciando impegni multilaterali e imperativi di sicurezza nazionale. L'analisi che segue mira a decifrare questa complessa matassa, partendo dai fatti per delinearne le profonde conseguenze geopolitiche, strategiche, marittime e nazionali. Evento clou della giornata In una significativa giornata diplomatica, l'amministrazione americana ha avviato un cauto percorso di distensione sia con la Cina che con la Russia. L'evento di maggior rilievo è stato l'incontro in Malesia – dove si svolgeva il vertice dell’ASEAN - tra il Segretario di Stato Marco Rubio e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, definito "costruttivo". Questo dialogo ha aperto la strada a un potenziale vertice tra i presidenti Trump e Xi Jinping, con un invito ufficiale esteso a Trump per una visita a Pechino, un gesto volto a stabilizzare relazioni logorate da tensioni commerciali e geopolitiche. Parallelamente, sempre a Kuala Lumpur, Rubio ha tenuto un colloquio anche con il suo omologo russo, Serghei Lavrov. Sebbene permangano profonde divergenze con entrambe le nazioni, soprattutto su Ucraina e Taiwan, questi incontri back-to-back rappresentano un cruciale tentativo di Washington di gestire le intense rivalità, mantenere aperti i canali di comunicazione e prevenire un'escalation diretta, cercando di reintrodurre un elemento di prevedibilità nello scenario globale. La giornata in sintesi La giornata dell'11 luglio 2025 è stata segnata da una serie di eventi che, pur distinti, compongono un mosaico coerente delle attuali dinamiche globali. Sul fronte diplomatico, l'evento di maggior rilievo si è svolto in Malesia, dove il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha incontrato separatamente i suoi omologhi cinese, Wang Yi, e russo, Sergei Lavrov (notiziegeopolitiche.net). Il colloquio con la controparte cinese è stato definito "costruttivo", aprendo a un potenziale vertice tra i Presidenti Trump e Xi Jinping, in un tentativo di stabilizzare relazioni logorate da mesi di tensioni. Parallelamente, la realtà bellica non ha concesso tregue. Nel Mar Rosso, i ribelli Houthi hanno affondato la nave cargo Rubymar, segnando il primo affondamento totale di un'imbarcazione commerciale ad opera del gruppo e aggravando la crisi della sicurezza marittima (notiziegeopolitiche.net; gcaptain.com). In Ucraina, il conflitto prosegue con violenza, mentre l'amministrazione Trump ha annunciato una nuova strategia di supporto a Kiev: la vendita di armamenti agli alleati NATO per un loro successivo e più rapido trasferimento sul campo di battaglia (militarytimes.com). La Russia ha risposto minacciando conseguenze "inaccettabili" in caso di un intervento diretto europeo (ilsussidiario.net). Nell'Indo-Pacifico, la tensione è salita a seguito di manovre definite "pericolose" da parte di caccia cinesi nei confronti di un aereo da ricognizione giapponese sull'East China Sea (news.usni.org). Questo si inserisce in una più ampia strategia cinese, definita "Kinmen Model", che mira a normalizzare la presenza della propria Guardia Costiera nelle acque rivendicate, per consolidare il controllo marittimo senza un'escalation militare diretta (iiss.org). Sul piano strategico-economico, una notizia chiave rivela come la Cina stia intensificando il controllo militare sulle risorse di terre rare, mentre il Pentagono risponde rafforzando la sicurezza delle proprie aziende strategiche (insideover.com). Questo evidenzia la natura della competizione, focalizzata sulle fondamenta tecnologiche della potenza. Infine, l'Italia si è distinta per un notevole attivismo: Fincantieri ha avviato la costruzione di una nuova nave polivalente per la Guardia Costiera (navalnews.com), il governo ha rilanciato il progetto di extradoganalità per il porto di Trieste (shipmag.it), e aziende come Leonardo ed Enav hanno siglato un accordo per ripristinare il controllo del traffico aereo in Ucraina (analisidifesa.it). Principali notizie del giorno
Principali notizie marittime del giorno
Analisi per Teatro Operativo Mediterraneo Allargato. Quest'area è un concentrato di crisi interconnesse. La guerra a Gaza continua a proiettare instabilità, con gli attacchi Houthi nel Mar Rosso che ne sono la conseguenza più diretta, impattando gravemente le rotte commerciali globali. La Russia consolida la sua presenza navale nel Mediterraneo orientale attraverso la base siriana di Tartus. La Libia rimane un punto di crisi, con l'UE che cerca di gestire i flussi migratori e la frammentazione politica interna. L'Italia si posiziona come attore chiave per la ricostruzione ucraina, in particolare nel porto di Odessa, e per la stabilità energetica europea grazie al GNL americano. Le tensioni tra Iran e Israele, sebbene in una fase di minore intensità, continuano a modellare le strategie degli Stati del Golfo. Heartland euro-asiatico. La Russia prosegue la sua guerra di logoramento in Ucraina, affrontando al contempo un indebolimento del controllo statale nelle regioni di confine, dove la criminalità guadagna terreno. La Cina si conferma partner strategico di Mosca, fornendo un sostegno che preoccupa Washington, ma agisce con pragmatismo per non compromettere i propri interessi economici globali. Teatro operativo Boreale-Artico. La regione artica è un'arena di crescente competizione strategica. La cittadina norvegese di Kirkenes è descritta come un "laboratorio dello spionaggio russo", evidenziando l'intensificarsi della guerra ibrida nel Nord Europa. La Dichiarazione di Northwood tra Francia e Regno Unito, volta a rafforzare la cooperazione sulla deterrenza nucleare, risponde a queste nuove minacce. I ritardi nei programmi di sottomarini americani e le criticità degli F-35 britannici pongono interrogativi sulla postura difensiva della NATO in questo scacchiere. Teatro operativo Australe-Antartico. Le notizie del giorno si concentrano meno su quest'area, ma le dinamiche globali hanno ripercussioni significative. Il Brasile, sotto la guida di Lula da Silva, critica il collasso dell'ordine mondiale post-1945 e si propone come attore di un nuovo multilateralismo attraverso i BRICS. Il paese sudamericano sta anche valutando opzioni strategiche per rispondere ai dazi protezionistici imposti dagli Stati Uniti. Indo-Pacifico. Questo teatro è il cuore della competizione strategica tra USA e Cina. Le manovre militari cinesi vicino al Giappone e le pressioni su Taiwan mantengono alta la tensione. Pechino sta inoltre militarizzando il controllo sulle terre rare, risorsa cruciale per le tecnologie avanzate, mentre il Bangladesh emerge come nuovo polo per gli investimenti cinesi nella regione. In risposta, gli Stati Uniti rafforzano la cooperazione con gli alleati regionali: l'ammiraglio Koehler, comandante della Flotta del Pacifico, afferma che la Cina non è riuscita a intimidire i suoi rivali, mentre Washington e Nuova Delhi discutono un'intensificazione della collaborazione militare. Giappone e Canada, all'interno dei "Five Eyes", consolidano la loro partnership di intelligence. Conseguenze Geopolitiche Le conseguenze geopolitiche degli eventi dell'11 luglio sono profonde e delineano i contorni di un nuovo ordine mondiale. L'asse portante è la competizione strutturale tra Stati Uniti e Cina. Gli incontri diplomatici in Malesia, pur essendo un segnale positivo, non alterano la traiettoria di fondo, che si sta spostando da una guerra commerciale a una lotta per la supremazia tecnologica e il controllo delle risorse strategiche. La militarizzazione cinese delle terre rare è una mossa che mira a garantirsi una leva di potere sull'intera economia globale del futuro, data la loro indispensabilità per ogni settore ad alta tecnologia (insideover.com). La risposta americana, focalizzata sulla protezione del proprio complesso industriale-militare, conferma che la sicurezza delle catene di approvvigionamento è diventata una questione di sicurezza nazionale di primaria importanza. La guerra in Ucraina continua a essere il principale fattore di ridefinizione degli equilibri in Europa. La strategia americana di armare Kiev tramite gli alleati NATO è un modo per sostenere lo sforzo bellico ucraino cercando di gestire il rischio di un coinvolgimento diretto, ma cementa la frattura con la Russia. Quest'ultima, pur proiettando un'immagine di forza con la sua presenza navale nel Mediterraneo (iari.site), mostra segni di debolezza interna, come la perdita di controllo statale in alcune regioni di confine a favore della criminalità (jamestown.org). Il conflitto sta inoltre causando spaccature all'interno del fronte occidentale, con analisi che definiscono "masochista" la posizione europea (notiziegeopolitiche.net) e con le elezioni in Polonia che mettono in dubbio il futuro del sostegno a Kiev (jamestown.org). Nel Medio Oriente, la guerra tra Israele e Iran ha lasciato un'eredità di incertezza, spingendo gli Stati del Golfo a ricalibrare le proprie alleanze e a rafforzare la difesa regionale (ispionline.it). L'influenza iraniana appare in declino, aprendo nuovi scenari per Israele e per l'intera regione (foreignaffairs.com). In questo quadro, attori come la Giordania di Re Abdullah II mantengono un ruolo cruciale come partner stabilizzatori per gli Stati Uniti (nationalinterest.org). L'assertività della politica estera americana sotto l'amministrazione Trump ("Trumponomics" e protezionismo) costringe tutti gli attori, dall'Unione Europea al Brasile, a rivedere le proprie strategie economiche e commerciali per far fronte a un partner imprevedibile ma centrale (ispionline.it; csis.org). Conseguenze Strategiche Dal punto di vista strategico-militare, gli eventi dell'11 luglio cristallizzano tendenze rivoluzionarie nella dottrina e nella pratica della guerra. La notizia più emblematica è l'esistenza di una scuola a Taiwan dove veterani ucraini insegnano a contrastare un'eventuale invasione cinese tramite l'uso dei droni (insideover.com). Questo fatto, apparentemente circoscritto, è in realtà un microcosmo di importanza capitale. Dimostra in primo luogo che il conflitto ucraino funge da laboratorio globale per la guerra del futuro, con un trasferimento di lezioni apprese in tempo reale da un teatro all'altro. In secondo luogo, incarna la tesi strategica, sostenuta anche dagli analisi del CSIS, secondo cui la "massa non basta" per vincere le guerre di domani (csis.org). La vittoria dipenderà sempre più dalla tecnologia, dall'agilità, dall'innovazione e dalla capacità di condurre una guerra asimmetrica. Questa nuova realtà mette in discussione i paradigmi tradizionali basati su grandi piattaforme militari. La probabile demolizione dell'unica portaerei russa, l'Admiral Kuznetsov, ormai obsoleta e insostenibile, è un segnale del tramonto di un certo modo di concepire la potenza navale (nationalinterest.org). Allo stesso tempo, i ritardi nei programmi di punta occidentali, come quello per i sottomarini d'attacco americani di nuova generazione SSN(X) (defensenews.com) e le criticità nella piena operatività della flotta britannica di F-35 (news.usni.org), evidenziano le difficoltà dell'industria della difesa occidentale nel tenere il passo con le esigenze di un confronto ad alta intensità tecnologica. La strategia diventa quindi una questione di integrazione tra domini diversi: militare, tecnologico, economico e informativo. La competizione per lo spazio è guidata non più dalla politica ma dall'innovazione del settore privato (nationalinterest.org). La Corea del Sud viene esortata a imparare dal modello americano di integrazione tra Silicon Valley e Pentagono per sfruttare appieno il proprio potenziale tecnologico nella difesa (nationalinterest.org). Infine, la Dichiarazione di Northwood tra Francia e Regno Unito per rafforzare la deterrenza nucleare (formiche.net) e la crescente collaborazione di intelligence tra Giappone e Canada all'interno dei "Five Eyes" (formiche.net) mostrano come, di fronte a un mondo più pericoloso, gli alleati rafforzino i legami nei settori più sensibili della sicurezza. Conseguenze Marittime Il dominio marittimo è al centro delle tensioni e delle trasformazioni strategiche globali. L'affondamento della Rubyma nel Mar Rosso da parte degli Houthi è un evento spartiacque che trascende la pirateria tradizionale. Dimostra come attori non statali, sostenuti da potenze regionali, possano colpire al cuore il commercio globale, interrompendo una delle arterie marittime più vitali del pianeta. Le conseguenze sono immediate e a cascata: i premi assicurativi per il rischio guerra sono più che raddoppiati, costringendo molte navi a circumnavigare l'Africa, con un aumento esponenziale dei costi e dei tempi di consegna che alimenta l'inflazione globale (gcaptain.com). L'Indo-Pacifico si conferma il teatro principale della competizione navale. Le manovre aggressive cinesi contro il Giappone e la strategia del "Kinmen Model" contro Taiwan sono due facce della stessa medaglia: un tentativo di alterare lo status quo attraverso una pressione costante nella "zona grigia", al di sotto della soglia del conflitto armato. L'obiettivo di Pechino è erodere la sovranità dei vicini e normalizzare la propria presenza militare, testando la determinazione di Taipei, Tokyo e Washington. La risposta americana, come dichiarato dal Comandante della Flotta del Pacifico, è quella di ribadire l'impegno per la libertà di navigazione e di dimostrare che le tattiche cinesi non sono riuscite a intimidire gli attori regionali (defensenews.com). In questo contesto, la corsa al potenziamento delle flotte è cruciale. La consegna dell'ultima Littoral Combat Ship (LCS) alla US Navy chiude un programma controverso e segna il passaggio a nuove classi di navi da combattimento (news.usni.org). Tuttavia, i ritardi annunciati per i nuovi sottomarini d'attacco SSN(X) rappresentano una grave preoccupazione per il mantenimento della supremazia subacquea statunitense. Sul fronte industriale, l'innovazione tecnologica, come l'introduzione di robot umanoidi per la saldatura da parte di Hyundai, potrebbe rivoluzionare la cantieristica navale, aumentando l'efficienza e colmando la carenza di manodopera specializzata (gcaptain.com). Infine, la stabilizzazione dei noli container tra Asia ed Europa, dopo settimane di rialzi, offre un momentaneo sollievo, sebbene la congestione portuale nel Nord Europa rimanga un fattore di rischio per nuove impennate dei prezzi (gcaptain.com). Conseguenze per l’Italia In questo scenario globale complesso e volatile, l'Italia si muove con un pragmatismo che mira a tutelare i propri interessi nazionali bilanciando gli impegni nelle alleanze storiche. L'impegno italiano nella ricostruzione dell'Ucraina è la manifestazione più evidente di un posizionamento saldo all'interno del blocco occidentale. La partecipazione alla Ukraine Recovery Conference (notiziegeopolitiche.net) e, soprattutto, i progetti concreti come il rafforzamento delle infrastrutture portuali e ferroviarie a Odessa (formiche.net) e la fornitura di sistemi radar da parte di Leonardo ed Enav (analisidifesa.it) non sono solo atti di solidarietà. Sono investimenti strategici che posizionano l'Italia come un partner chiave per la stabilità del fianco orientale europeo e per la futura ripresa economica di un paese cruciale per gli equilibri continentali. Parallelamente, il governo persegue una politica di rafforzamento della propria proiezione economica e marittima. La proposta di riconoscere lo status extradoganale al porto di Trieste è una mossa strategica di lungo respiro (shipmag.it). In un mondo dove le catene del valore si stanno accorciando e diversificando, trasformare Trieste in un hub logistico svincolato dalle logiche doganali comunitarie potrebbe attrarre enormi flussi commerciali, candidando l'Alto Adriatico a diventare una delle principali porte d'accesso marittimo per l'Europa centrale e orientale. Questo si sposa con il potenziamento delle capacità nazionali di sicurezza marittima, come testimonia l'avvio della costruzione della nuova nave polivalente per la Guardia Costiera da parte di Fincantieri (navalnews.com), un investimento che rafforza il controllo delle nostre acque di interesse da parte della Marina Militare. La collocazione geografica nel cuore del Mediterraneo espone l'Italia a tutte le instabilità provenienti da quest'area. La crisi libica, la gestione dei flussi migratori e la crescente presenza navale russa nella base siriana di Tartus sono minacce dirette alla sicurezza nazionale (iari.site). Di conseguenza, il dialogo con i partner europei, come quello tra il Vicepresidente Tajani e l'omologo francese (notiziegeopolitiche.net), è fondamentale per definire strategie comuni. Infine, questioni di politica interna, come il dibattito sulla trasparenza della cooperazione in materia di cybersicurezza con Israele (notiziegeopolitiche.net), dimostrano come le scelte di politica estera e di sicurezza abbiano un impatto sempre più diretto e sensibile sul dibattito pubblico nazionale. Conclusioni Il quadro globale che emerge dall'analisi dell'11 luglio 2025 è quello di un sistema internazionale entrato in una fase di competizione strategica esplicita e pervasiva. La rivalità tra Stati Uniti e Cina non è più un concetto astratto, ma si manifesta in azioni concrete che vanno dalla militarizzazione delle risorse alla preparazione di scenari di conflitto, passando per una guerra tecnologica senza esclusione di colpi. Le vecchie certezze si stanno sgretolando, e l'ordine internazionale dominato dagli Stati Uniti nel ruolo di potenza egemone è sfidato apertamente sia da grandi potenze revisioniste sia da attori non statali capaci di creare caos a livello globale, come dimostra la crisi nel Mar Rosso. La guerra in Ucraina, lungi dall'essere un conflitto regionale, agisce come un acceleratore di queste tendenze, fungendo da catalizzatore per l'innovazione militare e ridefinendo le alleanze. In questo contesto, la passività non è un'opzione. Per l'Occidente, e per l'Italia in particolare, è imperativo agire su più livelli. In primo luogo, è necessario un massiccio reinvestimento nella base industriale e tecnologica della difesa. I ritardi nei programmi chiave e la dipendenza da catene di approvvigionamento fragili sono vulnerabilità strategiche che devono essere colmate con urgenza. In secondo luogo, l'Europa deve accelerare il suo percorso verso un'autonomia strategica più matura, non in contrapposizione, ma in modo complementare all'alleanza atlantica, per poter rispondere a minacce come il protezionismo americano e per gestire in modo più coeso le crisi ai propri confini. Per l'Italia, la raccomandazione è quella di proseguire sulla strada di un pragmatismo strategico: saldamente ancorata ai suoi impegni euro-atlantici, ma proattiva nel definire e perseguire il proprio interesse nazionale. Ciò significa investire nella sicurezza del Mediterraneo Allargato, potenziare le proprie infrastrutture logistiche per intercettare le nuove rotte commerciali e rafforzare un'industria della difesa e dell'alta tecnologia che sia un asset per la sicurezza del Paese e un volano per la sua economia. Mantenere aperti canali di dialogo, come quelli che Washington sta tentando con Pechino e Mosca, rimane indispensabile per gestire la competizione ed evitare che un errore di calcolo la trasformi in una catastrofe.
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