Sintesi di Geopolitica e Geoeconomia (10 giugno 2025)
Introduzione Le analisi di quanto accaduto il 9 giugno convergono nel delineare un quadro internazionale caratterizzato da un'elevata tensione sistemica, in cui la logica della competizione strategica tende a prevalere sugli sforzi di cooperazione. Si registra un'accelerazione della frammentazione dell'ordine globale, accompagnata da un significativo incremento della spesa militare a livello mondiale. In questo contesto, la conflittualità assume caratteri ibridi e persistenti. Si osserva una crescente strumentalizzazione di diversi dossier — dall'energia ai diritti umani — per il perseguimento di obiettivi strategici, con i forum multilaterali che si trasformano da sedi di negoziato a piattaforme di confronto tra interessi divergenti. Il confronto strategico si estende così oltre i domini militari convenzionali, per includere in modo sistematico anche gli ambiti marittimo, cibernetico ed economico-finanziario. Evento Clou della Giornata. L'evento principale del 9 giugno è lo schieramento della Guardia Nazionale a Los Angeles per ordine presidenziale, in risposta a proteste sulle politiche migratorie. L'azione, bypassando l'autorità statale, trasforma una crisi politica in un conflitto istituzionale, evidenziando una profonda polarizzazione interna. Questo fattore di instabilità domestica incide sulla proiezione di potere esterno degli Stati Uniti, spingendo attori terzi, alleati e avversari, a una ricalibrazione delle proprie strategie. Tale paralisi interna appare correlata a un'inefficacia in ambito multilaterale, come esemplificato dallo stallo dei negoziati ONU sulla sicurezza idrica. A questo si aggiunge la rivelazione sulla guerra cibernetica tra Washington e Pechino. Da un lato, fonti della sicurezza nazionale USA hanno indicato che il gruppo di hacker cinesi "Salt Typhoon" ha probabilmente compromesso le reti di colossi come Comcast, dimostrando la persistente vulnerabilità delle infrastrutture critiche americane. Dall'altro, il Presidente Trump ha modificato le regole sull'uso degli strumenti cyber, limitandone l'applicazione contro attori domestici. Analisi dei Teatri Operativi
Considerazioni Geopolitiche Il quadro geopolitico del 9 giugno evidenzia una frammentazione sistemica e l'affermazione di un ordine multipolare competitivo. La crisi istituzionale interna degli Stati Uniti, esemplificata dallo scontro tra potere federale e statale, ne indebolisce la capacità di leadership globale, creando vuoti di potere che attori rivali, come la Cina e la Russia, sono pronti a colmare. Il fallimento del negoziato ONU sulla sicurezza idrica è sintomatico dell'erosione del multilateralismo, ormai ridotto a un'arena di confronto tra blocchi. L'asse strategico sino-russo, pur consolidandosi sul piano geoeconomico per resistere alle pressioni occidentali, mostra frizioni interne dettate da interessi nazionali divergenti, come suggerito dalle attività di spionaggio. Emerge con forza la strumentalizzazione dell'economia come principale leva di potere (dazi, controllo delle risorse, accordi energetici), sostituendo in molti contesti la diplomazia tradizionale. Le potenze regionali e gli stati del "Sud Globale" navigano in questo scenario cercando di massimizzare la propria autonomia, come dimostrano le scelte dell'Argentina o le divergenze in seno all'UE, delineando un mondo più instabile e imprevedibile. Considerazioni Strategiche La competizione globale si manifesta attraverso una conflittualità ibrida e permanente, che integra il dominio militare con quello tecnologico, economico e informativo. L'escalation militare convenzionale in Ucraina coesiste con una sofisticata guerra cibernetica, come dimostrano le incursioni del gruppo "Salt Typhoon" nelle infrastrutture critiche statunitensi. La strategia non si limita più al contenimento territoriale, ma mira al controllo delle catene del valore tecnologiche ("guerra dei chip") e delle risorse critiche (litio, terre rare). Le alleanze diventano uno strumento fondamentale di questa competizione. La strategia USA si concentra sul rafforzamento della propria rete attraverso l'integrazione delle basi industriali della difesa (accordo Hanwha-Austal) e la fornitura di sistemi d'arma avanzati (F-47 al Giappone) per consolidare il blocco anti-cinese. La conseguenza diretta è una corsa globale al riarmo che impone a tutti gli attori, specialmente in Europa, un difficile trade-off tra spesa per la difesa e stabilità socio-economica interna, introducendo un elemento di vulnerabilità strategica domestica. Considerazioni Economiche, Marittime e Industriali Le dinamiche del 9 giugno evidenziano una fusione sistemica tra economia, industria e sicurezza marittima, dove la logica della competizione prevale sulla cooperazione. La geoeconomia è lo strumento primario di confronto, manifestandosi attraverso sanzioni (contro Iran e Russia), tariffe (USA-Cina) e il controllo strategico delle risorse critiche, dal litio in Sud America alle terre rare cinesi. A questa frammentazione, i blocchi rispondono in modo speculare: l'asse sino-russo consolida una partnership energetica e infrastrutturale per resistere alle pressioni esterne, mentre l'Occidente persegue la diversificazione (accordo ENI-YPF in Argentina) e la sicurezza delle proprie filiere, la cui vulnerabilità è palesata dagli attacchi cyber a infrastrutture critiche come Comcast. Questa competizione rimodella le catene del valore industriali globali, privilegiando la sicurezza rispetto all'efficienza. La "guerra dei chip" e la corsa globale al riarmo spingono verso una ristrutturazione delle basi produttive. L'acquisizione del costruttore navale australiano Austal da parte del gruppo sudcoreano Hanwha esemplifica la strategia di "ally-shoring" per la produzione militare, mentre la competizione tra programmi di difesa come l'F-47 e il GCAP evidenzia come anche tra alleati la logica industriale sia spietata. Il dominio marittimo è il teatro fisico di questa contesa. La sicurezza delle rotte è direttamente compromessa in punti nevralgici come il Mar Rosso (attacchi Houthi), il Mar Nero (frizioni NATO-Russia) e il Mediterraneo Orientale (interdizione di navi). Emerge inoltre la nuova frontiera strategica dell'Artico, la cui militarizzazione e vulnerabilità operativa, dimostrata da incidenti come l'incendio della Morning Midas, anticipano future tensioni per il controllo di rotte e risorse. Conseguenze per l'Italia Per l'Italia, le conseguenze di questo scenario sono dirette e significative. Geograficamente al centro del Mediterraneo Allargato, il paese è esposto in prima linea a tutte le crisi che lo attraversano: dall'instabilità nel Sahel, esacerbata dall'influenza russa con un impatto diretto sui flussi migratori, alle tensioni nel Levante e nel Mar Rosso, che minacciano le rotte commerciali vitali per la sua economia di trasformazione. La sicurezza energetica diventa un imperativo strategico, spingendo a una politica estera proattiva come dimostra l'accordo ENI-YPF in Argentina per la diversificazione delle forniture. Sul piano delle alleanze, la crescente focalizzazione statunitense sull'Indopacifico comporta la necessità per l'Europa, e quindi per l'Italia, di assumersi maggiori oneri per la sicurezza del fianco Sud e Est. Tuttavia, la disunione in seno all'UE (veto slovacco) ne indebolisce l'azione collettiva. Infine, il dilemma del riarmo è particolarmente acuto per l'Italia, il cui alto debito pubblico rende la scelta tra aumento della spesa militare e mantenimento della spesa sociale una sfida politica ed economica di primaria importanza. Conclusioni. Gli eventi del 9 giugno confermano un'accelerazione della frammentazione globale in blocchi competitivi. In questo quadro, la diplomazia assume una funzione prevalentemente reattiva di gestione delle crisi, mentre la geoeconomia viene sistematicamente impiegata come strumento di confronto strategico. Una conseguenza diretta è l'aumento generalizzato della spesa militare. Questa tendenza impone un significativo trade-off tra i bilanci per la difesa e quelli per la spesa sociale, specialmente per gli stati europei. Tale dilemma tra sicurezza esterna e benessere interno costituisce una potenziale fonte di futura instabilità politica domestica. Temi da monitorare nei prossimi giorni:
Riferimento L'analisi di questo saggio traggono spunto dalla sintesi prodotto dalla Redazione di cesmar.it intitolata "Sintesi Geopolitica e Geoeconomica – 9 Giugno 2025 (focus su eventi del 7-8 Giugno 2025)", che rappresenta uno scenario futuribile costruito sulle tendenze attuali e formulato come un'analisi dei dispacci di diverse agenzie di stampa internazionali. Nota: Le fonti specifiche delle singole notizie (Associated Press, Reuters, TASS, ANSA, DPA, UPI, Kyodo Tsūshinsha, AFP, CSIS, CFR, Jamestown Foundation, RUSI, Soufan Center, OCSE, Adnkronos, AGI, UNCTAD, IPS, gCaptain, Xinhua, MEI, Stimson Center, Washington Institute, Responsible Statecraft, Brookings, Atlantic Council, War on the Rocks, Crisis Group). Ulteriori informazioni possono essere trovate sui siti: cesmar.it e ohimag.com
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