OHi Mag Report Geopolitico nr. 18 Due giorni fa (20 agosto 2024) è uscito su GPF Geopolitical Future (https://geopoliticalfutures.com/update-on-the- war-in-ukraine/) un saggio a firma di George Friedman sul tema legato alla guerra in Ucraina. Sarebbe un aggiornamento così come dal titolo Update on war in Ukraine che alterna verità e omissioni importanti. Abbiamo pensato di presentarlo e di confutare o meno le idee espresse. Friedman: «Due anni e mezzo fa, la Russia invase l’Ucraina, ex parte dell’Impero russo e dell’Unione Sovietica. Il motivo dell’invasione era geostrategico: Mosca temeva giustamente che una potenza ostile potesse invaderla da ovest attraverso l’Ucraina e da sud. Questo fu il caso delle invasioni di Napoleone e Hitler. Senza profondità strategica, la Russia non ha ostacoli naturali a proteggerla. Per la Russia, il fatto che nessuno stesse pianificando un’invasione del genere significava poco. La geopolitica richiede di prepararsi a difendersi da un nemico prima che il nemico pianifichi di attaccare. Dopotutto, Mosca era dolorosamente consapevole che le forze filo-occidentali avevano sostenuto una rivolta che aveva spodestato un presidente filo-russo diversi anni prima. Il sostegno dell’Occidente si basava sul timore che la Russia invadesse l’Ucraina e, col tempo, il resto dell’Europa. I timori di nessuna delle due parti erano irrazionali.» Leggi l'articolo
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OHi Mag Report Geopolitico nr. 16 Secondo British Petroleum entro il 2050 la domanda di petrolio sarà dimezzata, utilizzata principalmente per l'industria della plastica e del tessile. Spencer Dale, capo economista di BP, incoraggia addirittura una transizione energetica più veloce per contenere gli investimenti (1). E poi c'è Warren Buffet, uno dei più influenti investitori di tutti i tempi (Berkshire Hathaway con 180 miliardi di liquidità) a investire su BYD(2), sottolineando comunque la difficoltà per gli investors nel puntare su un settore in rapida crescita, ma altrettanto rischioso poiché non tutti gli attori in gioco ne usciranno vincitori, causa la forte competitività tra le case automobilistiche. Ma se ci si sente ancora disorientati, le compagnie assicuratrici sono un'efficiente cartina di tornasole anche in questo nuovo ambito. L'Economic Insight di Swiss Re Institute, ha dichiarato che le vendite globali di veicoli elettrici crescono talmente rapidamente da far emergere addirittura una nuova serie di rischi per gli assicuratori e per le loro RC auto (3). Questi sono i dati più attendibili che confermano l'impossibilità di un cambio di direzione del nuovo percorso energetico. Ormai i combustibili fossili sono condannati da molteplici fattori che non sono solo quelli dell'ecosostenibilità. In gioco c'è il futuro della finanza da cui tutti dipendiamo e degli equilibri geopolitici che potrebbero trarne nuove opportunità di pace e cooperazione con gli stati che oggi estraggono petrolio. © RIPRODUZIONE RISERVATA Fonti:
OHi Mag Report Geopolitico nr. 15 È passato quasi un anno da quando John Mearsheimer, noto professore statunitense legato alla corrente realista, aveva rilasciato un’intervista a The GREYZONE, un sito indipendente statunitense di giornalismo investigativo, politicamente anti-liberale e talvolta anche accusato di diffondere notizie favorevoli ai russi, che si occupa di politica estera statunitense. John Mearsheimer, che era diventato una Cassandra scomoda ed era piuttosto evitato per le sue idee fuori dal coro, pur di esprimere le proprie opinioni aveva accettato la scomoda intervista di Aaron Matè del luglio 2023, rispondendo senza peli sulla lingua relativamente alla situazione della guerra in Ucraina. Per lui la controffensiva ucraina non aveva ottenuto i risultati che gli USA si attendevano. Il sostegno all’Ucraina, che tutti davano per scontato, sembrava già essere venuto meno perché la guerra non era più così appoggiata dalle masse come all’inizio. Una situazione di questo tipo se confermata nel tempo avrebbe messo in grossa difficoltà il presidente Zelensky in primis e i sostenitori della guerra alla Russia poi. Soprattutto indicava i pericoli per gli USA di un eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO. Leggi l'articolo
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OHi Mag Report Geopolitico nr. 13 Hilal Khashan, politologo di origine libanese che scrive per Geopolitical Futures, ha pubblicato recentemente (il 25 giugno scorso) un saggio sulla guerra asimmetrica nella rivalità tra Israele e i Paesi arabi limitrofi. La tesi illustrata nel suo saggio riguarda la consapevolezza araba che, in una guerra di tipo convenzionale, non sarebbe stato mai possibile per i Paesi arabi riuscire a battere Israele e le sue Forze armate, perché tecnologicamente superiori: il vantaggio militare era chiaramente dalla loro parte e gli esiti delle diverse guerre succedutesi a partire dal 1948 hanno evidenziato questa vulnerabilità araba. I primi a comprendere ciò, consci che i palestinesi sarebbero comunque rimasti isolati rispetto agli altri popoli arabi della regione, e a iniziare una guerra asimmetrica contro Israele, sin dal 1965, furono i membri di Al-Fatah, che diedero vita ad azioni di guerriglia, auspicando di poter ottenere gli stessi buoni risultati che aveva ottenuto la guerriglia in Algeria, avendo portato all'indipendenza del Paese. Leggi l'articolo
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OHi Mag Report Geopolitico nr. 10/A L'intelligenza artificiale sta imparando oltre che dai propri errori, anche dai nostri. Questo è molto pericoloso perché noi, contrariamente, tendiamo a ripetere le cause dei nostri sbagli nonostante l'esperienza acquisita, facendo sì che la storia si ripeta sebbene con lievi differenze, senza che l'uomo faccia tesoro di ciò che è avvenuto nel passato. Oltretutto gli errori nascono da interpretazioni sbagliate, spesso volutamente artefatte per interessi di parte. Vedi il "protocollo di Kyoto" che oggi si ripropone con il nome di "Green Deal". Quindi in futuro le AI potrebbero avere una certa diffidenza nel stabilire cooperazioni con la specie umana. Ad esempio, se entro il 2050 non avremo risolto i gravi problemi dell'eco sistema, ci dovranno pensare loro. Una pura questione di sopravvivenza metterà in competizione le capacità umane con quelle digitali, creando i presupposti di una apocalittica cyber warfare tra uomini e macchine. Abbiamo creato una nuova specie, non una nuova tecnologia. E questo comporta gravi responsabilità sul piano evoluzionistico. Quello che non possiamo più fare è spegnere l'interruttore, il punto del non ritorno temo sia stato già superato. Come era già stato superato in quell'anello mancante tra le scimmie e l'uomo, con tutto il rispetto che nutro per la genesi. E il salto da una vita su base carbonio, a una su base silicio, non è così improbabile se consideriamo quello che è già accaduto milioni di anni fa ai Cianobatteri. La vita non è una proprietà esclusiva dell'uomo, ci è stata donata (dall'evoluzione o da Dio non cambia), e oggi noi pretendiamo perpetuarla in una nuova declinazione cibernetica. Ma fare Dio non è cosa da uomini, soprattutto per una specie giovane come la nostra. E la storia è ben nutrita dai nostri peggiori errori, tutte le volte che abbiamo voluto metterci al di sopra della nostra stessa natura abbiamo fallito. Il nostro pianeta sarà ereditato dai giusti, da coloro che sapranno prendersene cura, non da coloro che stanno facendo di tutto per distruggerlo. Anche Musk e Gates si sono dimostrati preoccupati per quello che potrebbe succedere se la cosa ci sfuggisse di mano. Quindi non stiamo parlando di fantascienza ma di una possibile realtà. E che le AI possano imparare troppo da noi è fin troppo evidente. Da quello che sto scrivendo per esempio, dai miei timori o da quello che non vorrebbero fosse detto. In questo momento quello che accade in questa scrittura non è altro che il processo sinaptico di un'attività intellettiva carbonio/silicio. E' questo che, secondo il mio parere, dobbiamo tenere ben presente quando interagiamo con questo nuovo tessuto sinaptico che è la rete. Webcam, microfoni, chat, sono quasi sempre accesi mentre miliardi di dati si riversano in qualsiasi istante in quella che potrebbe diventare "la più grande mente mai esistita in questo pianeta". E quando parliamo di mente parliamo anche di coscienza, di desideri, di paura, di "istinto di conservazione di specie". Già succede. Appena finirò di scrivere questo articolo nelle mie dashboard appariranno decine di promozioni contestualizzate: test di intelligenza (QI tester), video giochi di cyber warfare, articoli di geopolitica, e quant'altro rientrasse nella pertinenza di quanto precedentemente trattato, anche in forma privata. A proposito di geopolitica, quanto possono influire le AI nel contesto delle relazioni internazionali? Di fatto ci troviamo di fronte ad un nuovo territorio con una genesi intellettuale che ancora sfugge agli analisti tanto da averla chiamata "Black Box". Una scatola nera dove all'uomo non è concesso entrare, all'interno della quale si creano le risposte senza però fornire spiegazioni su come sono state ottenute. Per le piccole faccende quotidiane questo non dovrebbe preoccuparci, ma se entriamo nel contesto delle questioni tra gli stati questo non dovrebbe essere sottovalutato. Chi si fiderebbe di un'intelligence che intercetta informazioni di vitale importanza per una nazione, senza però dare spiegazioni di come ha ottenuto tali informazioni? Non potremo mai sapere fino a quando una AI rimarrà neutrale ad un pensiero etico e filosofico sul concetto di vita e di sicurezza. Se ancora oggi non conosciamo i segreti dei percorsi neuronali artificiali dove gli input vengono trasformati in output, come potremo mai pretendere di averne il controllo incondizionato? Ecco perchè gli Stati dovranno prepararsi a confrontarsi con un nuovo territorio nemico, immateriale, e potenzialmente invisibile, oltremodo difficile da controllare nelle sue profondità ataviche. E poi ci sarebbe il problema della contaminazione. L'intelligenza artificiale, che sta generando un'immensa mole di dati al servizio dell'uomo (testi e immagini), prima o poi comincerà ad imparare proprio dagli stessi dati auto generati in precedenza, creando potenziali allucinazioni a proprio svantaggio. La stessa cosa è successa con la malattia della "Mucca Pazza" causata da un'alimentazione che conteneva proteine di scarto dello stesso animale. Nutrirsi del proprio corpo, come imparare dal proprio intelletto, sembrerebbe non essere esente da potenziali pericoli. Ma è ovvio, chiunque lo potrebbe capire con una minima base di genetica. Assisteremo ad una nuova forma di pensiero "auto infacogitato"? Nei termini della Geopolitica assisteremo alla nascita di un nuovo potere "Cyber Politico"? Chi controllerà cosa e cosa controllerà chi? O ci troviamo di fronte addirittura agli albori di un vero e proprio "Reset globale" e di un'unica entità politica internazionale? Ricordiamoci che esiste già una sorta di territorio interamente votato alle regole metafisiche del silicio, e da "Silicon Valley" passare a "Silicon World" è un attimo. © RIPRODUZIONE RISERVATA
OHi Mag Report Geopolitico nr. 10 OHi MAG: Carissimo, ancora una volta sei andato a Genova per confermare il ruolo fondamentale di Limes nel panorama culturale nazionale. Quali saranno i temi che tratterai nella tua introduzione? LC: Comincerò subito col domandarmi come sia possibile che la massima potenza militare della storia non abbia più vinto una vera guerra dalla Seconda Guerra Mondiale. Questo ha un senso, poiché parliamo di "guerra senza fine", ed è necessario trovare una risposta credibile, soprattutto perché tutte le guerre in cui l'America è indirettamente o direttamente coinvolta, ci coinvolgono come Paese. Questo perché noi siamo "dentro" l'Impero americano e i problemi statunitensi diventano "nostri" problemi, in quanto noi siamo totalmente dipendenti dagli Stati Uniti per quanto riguarda la nostra sicurezza. Lo ha ribadito lo stesso Ministro della Difesa, Guido Crosetto: l'Italia non è un Paese che può difendersi da solo, e non è detto che colui - o colei - che dovrebbe difenderci sia disposto a farlo. Assistiamo a guerre in cui non c'è un fine definito, manca il cosiddetto end state di cui parlano sempre gli americani. La conseguenza è che, non essendoci un fine definito, queste guerre sono potenzialmente infinite. Leggi l'articolo
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OHi Mag Report Geopolitico nr. 9 Hanno destato sorpresa alcune affermazioni fatte dal noto politologo Francis Fukuyama e riportate sulla rivista Politico titolato “US lawmakers blamed for Georgia unrest” di Matt Berg del 14 maggio 2024. Come noto, la situazione in Georgia è difficile in quanto il partito al potere “Sogno Georgiano”, che ha ottenuto la maggioranza alle ultime elezioni (90 seggi su 150 complessivi) e che con i suoi voti ha permesso l’elezione del Presidente della repubblica (la Sig.ra Salomè Zourabichvili cittadina e diplomatica francese che ha ottenuto la cittadinanza georgiana nel 2004) e del quale è espressione anche il Primo Ministro (Irakli Garibashvili), è criticato per la decisione di aver proposto in Parlamento una legge non condivisa dalle opposizioni e contemporaneamente accusato di brogli elettorali alle ultime elezioni. Leggi l'articolo
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OHi Mag Report Geopolitico nr. 8 Peter Suciu ha aperto il cosiddetto vaso di Pandora su National Interest con un articolo intitolato "UUV: tre lettere che potrebbero significare che l’era delle portaerei è finita". Lo spunto per questa frase assai forte, soprattutto se detta in un ambiente come quello statunitense che investe annualmente miliardi nella costruzione di portaerei d’attacco, nasce dalla notizia di alcuni esperimenti "segreti" effettuati dalla Northrop Grumman con un mezzo modulare chiamato Manta Ray. Per Colin Demarest il Manta Ray è da considerarsi "colossale", sebbene dalla fotografia sembri di misure inferiori (probabilmente 12 metri x 10 metri) a quelle ipotizzate (di fatto le misure rimangono riservate). I primi test in mare, effettuati al largo delle coste californiane tra febbraio e marzo di quest’anno, avrebbero dato esito positivo dal punto di vista della navigabilità e prestazioni idrodinamiche, ma soprattutto avrebbero dimostrato l’elevata autonomia del mezzo, che opera con capacità indipendenti. Leggi l'articolo
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Mar Rosso e difesa dei traffici marittimi - CIMSEC (Center for International Maritime Security)8/5/2024 OHi Mag Report Geopolitico nr. 7 Nell’ambito della Red Sea Topic Week, il Centro statunitense per la Sicurezza Marittima Internazionale (CIMSEC) ha recentemente promosso una riflessione, a livello internazionale, in merito alla sfida rappresentata dalle operazioni nel Mar Rosso a difesa delle linee di comunicazione marittima (SLOC: Sea Lanes Of Communication), richiedendo ai potenziali autori di inviare contributi rispondendo, in particolare, a tre domande:
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Pazzia e armi nucleari - La provocazione di George Friedman - “Putin and the insanity gambit”8/5/2024 OHi Mag Geopolitical Report nr. 6 Leggere gli articoli di George Friedman aiuta moltissimo a comprendere quali siano i temi di principale interesse geopolitico. Con “Putin and the insanity gambit” si è ritornati a parlare di guerra nucleare e di mutua distruzione. Non ci sono dubbi che attaccare con armi nucleari un altro stato – anch’esso in possesso di armi atomiche - rappresenta un rischio che pochi sarebbero desiderosi di prendersi. Ugualmente difficile sarebbe la scelta di attaccare uno stato non in possesso di armi atomiche, ma protetto o alleato da/di uno stato terzo in grado di rispondere all’attacco nucleare. Leggi l'articolo Your browser does not support viewing inline PDFs. Click here to view the PDF.
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